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Suor Chiara Scarabelli

 

Testimonianza

(filmato)

 

La testimonianza che riportiamo è stata annunciata al presidente del nostro Comitato da Suor M. Benedetta di Gesù, la quale si trova in Nigeria da molti anni come missionaria.

Questa Suora all’inizio apparteneva a un Istituto di vita apostolica, dopo alcuni anni di vita in Nigeria, mossa dallo Spirito, aiutata dal Cardinale della Nigeria e con l’autorizzazione della Santa Sede, fondò un monastero di vita contemplativa con l’adorazione eucaristica continua.

Lei divenne la prima abbadessa di tale monastero intitolato a Maria, madre della Chiesa il cui programma di vita rispecchia molto la spiritualità vissuta da Sr M. Chiara di cui Suor M. Benedetta è una grande ammiratrice.

Si deve a lei il merito di avere diffuso fin dall’inizio la medaglia dei consacrati e fatto conoscere gli scritti della nostra clarissa.

 

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Messaggio originale

Da: Rita Prasino [mailto: [omissis] ]

Inviato: sabato 29 settembre 2007

A: Comitato Suor M. Chiara Scarabelli

Oggetto: Ave Madre della Chiesa!

Caro Signor Lino,

                                        pace e gioia nel Signore!

Come Le dicevo per telefono il mese d'agosto in onore del Cuore Immacolato di Maria ho distribuito tutte le medaglie che Lei mi ha inviato.

Ieri sera sono stata informata dalla Signora Oru, (membro dell'Associazione diocesana del Cuore Immacolato di Maria) che una Signora alla quale lei aveva dato la medaglia del Cuore Immacolato aveva ricevuto una grazia particolare.

Molto brevemente. La Signora era salita su un pulmino pubblico taxi. Nel pulmino c'erano solo degli uomini i quali dopo aver bloccato la porta, hanno spruzzato uno spray e la hanno aggredita per ucciderLa e toglierle gli occhi.

Nel momento in cui la hanno aggredita, la Signora ha incominciato a gridare invocando l'aiuto della Madonna; mentre gridava dalla medaglia del Cuore Immacolato che Lei indossava è uscita un fiamma di fuoco; i malviventi allora hanno incominciato a gridare Santa Maria, Santa Maria e per la paura hanno liberato la donna e lasciata andare.

La donna attualmente è ancora in Ospedale per le ferite riportate.

Ho consigliato la Signora Oru di raccogliere la testimonianza dettagliata e poi inviarvela.

(…)

Suor M. Benedetta di Gesù

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EVENTO MIRACOLOSO

 

*       Testimonianza - 1° parte ITA

         (10 min.)

 

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*       Testimonianza - 2° parte ITA

         (6 min.)

 

 

 

 

MIRACULOUS EVENT

 

  Testimony - part 1 ENG

         (10 min.)

ß click on the text

 

*       Testimony – part 2 ENG

         (6 min.)

 

 

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LA TESTIMONIANZA

DELLA SIGNORA JOSEPHINE OGIYE

LA SIGNORA MIRACOLATA

 

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

(La registrazione è stata attivata quando la Signora aveva già iniziato il racconto)

 

.... Avevano iniziato a forzare la lingua fuori della mia bocca; e impaurita dicevo a me stessa: O Signore è così che è arrivata la fine della mia vita? Cominciai a dire la mia ultima preghiera perché mi mancava già la forza …non avevo più la forza…non potevo più respirare, sentivo freddo su tutto il corpo.

Dissi la mia ultima preghiera perché sapevo che quello era il mio ultimo giorno sulla terra. Le mie ultime parole sono state: “Signore, fa che la mia anima trovi riposo in Te”, e detto questo persi la coscienza.

Subito, sembrava che la forza dello Spirito Santo fosse soffiata su di me e mi risvegliai e cominciarono a gridare: non è morta, non è morta!

Cominciai a gridare “Madonna dell’aiuto perpetuo; Madonna dell’aiuto perpetuo, Santa Maria Mediatrice di tutte le grazie, Santa Maria Mediatrice di tutte le grazie”.

Poi da quella medaglia che ho ricevuto qui, uscì una fiamma di fuoco e dai miei occhi uscì un raggio come una freccia. Questo era successo mentre volevano strappare il mio occhio sinistro, dopo aver provato con l’occhio destro senza successo.

A quel punto è uscito il raggio dai miei occhi e dalla medaglia. Subito uno di loro cominciò a gridare, “guardate quella cosa che ha sul collo, guardate quella cosa che ha sul collo”!

Di nuovo gridai: “Santa Maria, Santa Maria”, e loro: “non nominare più Santa Maria, non nominare più santa Maria, ci siamo arresi, non ti toccheremo più, ci siamo arresi”.

Mentre gridavano è successo qualcosa. Mi sentivo forte, il collo che avevano cosi maltrattato non mi faceva più male. Mi avevano spinto in mezzo a loro prima di cominciare l’operazione.

A quel punto uno di loro disse “gettatela via, non è per noi”, mi dicevano: non chiamare più la Madonna, non chiamare la Madonna, ma io gridavo “Madonna dell’aiuto perpetuo, Madonna dell’aiuto perpetuo” e volevano strappare la medaglia dal mio collo ma non riuscirono.

La medaglia emanava un raggio di fiamme. Erano quattro uomini ma non riuscirono a strappare la medaglia dal mio collo che era su un filo molto fine, più sottile di questo che porto adesso. Provavano a strapparlo via con forza ma non ci erano riusciti a causa del raggio che emanava la medaglia.

E dissero: “Questa persona non la vogliamo, gettatela via” e così mi hanno spinto fuori dalla macchina e nel frattempo il filo della medaglia si era tagliato. Mi abbandonarono sola sul ponte. Mi avevano dato in dietro la mia valigetta e le scarpe. Il mio corpo era coperto di sangue, anche la bocca.

Ricordo che avevo gridato “Gesù Eucaristico” quando mi volevano tagliare la lingua.

A quel punto hanno detto: “Tu che tipo di persona sei? Adesso ti facciamo fuori”. Mi hanno puntato un oggetto sulla fronte. Non sapevo di che cosa si trattava, forse una arma da fuoco. A quel punto gridai di nuovo “Gesù Eucaristico” e l’oggetto cadde a terra e mi spinsero giù dalla macchina.

Ero andata a sedermi sul pavimento del ponte non sapendo dove mi trovavo perché non vedevo bene con gli occhi che ormai erano maltrattati. Chiedevo aiuto a tutte le macchine che passavano, ma nessuna si fermava. Le gambe mi facevano male, non potevo camminare bene. Mentre zoppicavo sul ponte, non sapendo dove stavo andando, sono arrivata ad un certo punto con circa sei direzioni, erano quasi le undici di sera, dicevo, “Signore non so dove mi trovo” e pregavo “Santa Maria, prega per me”, e camminavo sul ponte.

Alcune idee mi venivano in testa come spingermi nell’acqua, ma non so nuotare.

All’improvviso una macchina si è fermata davanti a me, l’autista fece marcia in dietro e mi chiese: signorina che cosa sta facendo qui a quest’ora? E guardandomi vide il sangue sparso sul mio corpo e mi chiese che cosa era successo.

Gli raccontai la mia esperienza. Mi disse: tu hai un Dio, ripetendo la stessa cosa per circa otto volte. Mi disse che quasi ogni giorno si vedono cadaveri dappertutto, e mi raccomandò di continuare a servire il Dio che mi aveva salvato la vita. Mentre mi diceva questo, avevo ancora dubbi: forse anche questi sono una banda di assassini rituali.

Non volevo neanche entrare nella macchina anche quando gli dicevo che avevo bisogno di aiuto e mi dicevano che mi avrebbero portato dove si sarebbero presi cura di me. Infatti, sono entrata nella macchina con riluttanza, guardando sempre a loro e intorno a me, anche se cercavano di calmarmi. Finalmente siamo arrivati a un posto dove si vedeva un po’ di luce di lanterne, si sono fermati e mi chiesero se avevo ancora bisogno e gli dissi se mi potessero chiamare un taxi. I taxi non mi volevano prendere perché (per legge) bisogna avere l’autorizzazione della polizia e gli dicevo che non era possibile ottenere quell’autorizzazione a quel ora della sera.

Finalmente un tassista accettò di portarmi, ma chiedeva 5 mila naira, cominciai a negoziare il prezzo ma uno di quelli che mi hanno aiutato mi disse di entrare semplicemente, che non era il caso di negoziare.

Uno di loro entrò in macchina con me, e questo mi ha impaurito di nuovo, perché pensavo che magari si erano messi d’accordo con il tassista per portarmi via di nuovo.

Anche quando ero nel taxi, continuavo a sospettare la persona che mi aveva aiutato fin da Ijora, il luogo dove mi avevano portato i malviventi. Mi portarono a casa e subito (i famigliari) mi hanno portato all’ospedale.

Sono stata lì per circa due/tre settimane e continuo a visitare il medico ancora oggi, anche oggi sono stata dal medico prima di riprendere il lavoro.

 

Sia glorificato Gesù Cristo, e onorata la Madonna.

 

(batti mani e canto)

 

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IL SACERDOTE

 

Cari amici in Cristo, questa è una testimonianza di un miracolo.

La madre Chiesa ci nutre, ci insegna e ci fornisce tutti questi doni, che sono le virtù che dobbiamo pienamente adoperare.

Nostra sorella è un esempio per noi al riguardo.

Riassumendo tutto quello che lei ha detto, direi che tutto si somma su due virtù: per primo, la virtù della fede, fede assoluta e resoluta nel Signore.

E come dice s. Giacomo, dobbiamo praticare questa fede nelle opere e nella parola, è questo che lei ha fatto nella sua vita di preghiera, sia privata che pubblica.

La seconda è la virtù della perseveranza, con convinzione nella Madonna e nel Signore Gesù Cristo, come ha fatto vedere Zaccheo nel Vangelo di oggi: La salvezza è venuta nella mia vita!

Le mie parole d’incoraggiamento sono: siate resoluti nel praticare questa fede fino alla fine, e siate sicuri che il Signore è con noi e la gioia del Signore è la nostra forza.

 

Alziamo in piedi per la preghiera.

 

(seguono le benedizioni finali, ecc.).

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Per informazioni:

Comitato Suor M. Chiara Scarabelli

Via Mantegna, 8 – 35020 Ponte San Nicolò (PD) – Italy

Tel. +39 049 8033051 – Tel. +39 049 717046

e-mail: comitatochiarascarabelli@virgilio.it

internet: http://medagliaconsacrati.xoom.it