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Comitato Sr. Maria Chiara Scarabelli

 

 

 

 

Solo per puro amore

nella pura fede

 

 

 

 

EDITRICE ANCILLA

 

 

A tutti coloro che vivono momenti di dolore, di tribolazione, che si sentono schiacciati dalle prove della vita, sr. Maria Chiara insegna a ritrovare l’intima serenità nella certezza che l’amore di Dio, proprio in quei momenti, avvolge l’anima di speciale grazia e la introduce sempre più nel segreto della vita divina.

 

 

 

 

PRESENTAZIONE

 

 

        I due quadernetti del diario di suor Maria Chiara Scarabelli qui pubblicati sono un documento straordinario del misterioso lavoro di totale spoliazione del proprio io e di integrale conformazione della sua anima alla Passione del Signore Gesù, compiuto in lei dalla grazia divina.

 

        Nessun altro scritto della monaca clarissa rivela più intensamente e in modo personale l’inscindibile, e per noi quasi incomprensibile, grado di eroicità di fede, speranza, carità al quale il Signore ha voluto portare quest’anima a Lui consacrata, facendone u’ostia sacrificale nella Chiesa, elevandola al fuoco incandescente del purissimo amore trinitario.

 

        Per comprendere il senso della vicenda individuale e comunitaria da lei vissuta nel monastero veneziano, cominciamo dagli anni 1944/46 e ancora dal 1950/51, è essenziale premettere alla lettura delle sue pagine, dove tutto è detto in forma velata ed elittica, quelle scritte nella “Premessa” dal suo confessore, autore di altre pubblicazioni in merito e competente interprete della spiritualità di sr. Maria Chiara, di cui è stato direttore spirituali negli ultimi undici anni della sua vita (è morta nel 1994).

 

        In base a una relazione autobiografica da lui esplicitamente richiesta, egli chiarisce e inquadra storicamente quanto avvenuto in quegli anni, quando un soffio demoniaco, complice la fragilità morale di qualche giovane suora, sollevò una muraglia di sospetti, denunce, accuse di frequentazioni notturne morbose nelle celle delle novizie da parte, nientemeno, della stessa loro maestra suor Maria Chiara, la quale ovviamente, fu immediatamente costretta a rassegnare le dimissione dall’ufficio, deferita all’autorità ecclesiastica, sovente umiliata e strapazzata in pubblico, isolata e reietta dalla Comunità, costretta a firmare alcune attestazioni false e, quale peccatrice, impedita di ricevere l’eucaristia.

 

        Poco dopo, negli anni ’50, in seguito ad alcune visioni della Vergine Maria che le comandava di far coniare una speciale medaglia per i consacrati al suo Cuore immacolato, secondo la richiesta fatta ai pastorelli di Fatima, la medesima suora venne fatta passare per indemoniata, sottoposta ad esorcismo e ad altre privazioni e sanzioni giuridiche.

 

        Soltanto alla luce di queste componenti biografiche è possibile capire lo strazio di quella povera innocente che si sentiva schiacciata da una durissima prova, nella quale lei, nonostante tutto, scorgeva un disegno d’amore del suo sposo Gesù per purificarla interamente da ogni attacco a se stessa e abbandonarsi completamente alla santa volontà del Padre celeste.

 

        Come Giobbe anche sr. Maria Chiara nel diario eleva il suo grido a Dio, non però di protesta o disperazione, bensì come Gesù nell’agonia dell’Orto degli ulivi, per ottenere la forza di bere sino in fondo il calice amaro per la redenzione e la salvezza di tutti gli uomini.

 

        Quello che più sorprende è che, nonostante il peso delle ingiustizie, il silenzio e l’apparente abbandono di Gesù stesso che metteva a prova la sua fede, il sentimento di nullità e indegnità della sua vita, tale da meritare l’Inferno, in quella notte oscura ella avvertiva in fondo al cuore un’intima serenità e una sicura certezza che l’amore di Dio l’avvolgeva ancora e la introduceva sempre più nel segreto della vita divina.

 

        Nei lunghi mesi e anni di questa esperienza purificatrice, sr. Maria Chiara si propose di accettare ogni dolorosa tribolazione quale espressione della volontà del Padre e di non giustificarsi mai, - cosa per noi davvero sconcertante! – nemmeno di fronte alle calunnie e alle ingiustizie che più ferivano il suo onore, la sua persona, volendo in tutto imitare l’esempio e il silenzio di Gesù durante i processi e nelle umiliazioni subite sulla croce; tanto più, ella scriveva, che Lui era innocentissimo, mentre lei si sentiva colpevole di tanti peccati.

 

        Non solo, ma per grazia ebbe anche la forza di sempre scusare la durezza repressiva della madre superiora, considerandola in buona fede e animata da retta intenzione, continuando a rispettarla e ad amarla ancora, oltre a non coltivare mai alcun rancore verso chi l’accusava, ritenendo impossibile che “delle religiose inventassero queste cose”.

 

        Tutto ciò le sembrava proprio “un mistero”; ed effettivamente, come più tardi spiegò al suo confessore, una consorella era stata allucinata dalle suggestioni di Satana che prendeva le sue sembianze fisiche.

 

        Come accennato sopra, nel diario il martirio di sr. Maria Chiara ha una trasparenza molto leggera; emerge invece il gemito di un’intensa preghiera che la sospingeva come un’onda verso il Cuore di Cristo e della Madre sua Maria, intrecciando con loro un commovente colloquio pieno di confidenza e di amore.

 

        Da quelle rapide annotazioni quasi giornaliere è possibile cogliere qualche linea teologica della sua vita spirituale, sintonizzata con la Chiesa preconciliare del tempo.

 

        Non c’è la consapevolezza piena del “mistero pasquale”, ma egualmente la sua pietà è incentrata sulla passione espiatrice di Cristo, la presenza eucaristica di Gesù nel tabernacolo, fonte di carità e di salvezza per il mondo; un amore tenerissimo per la Madre di Gesù (abitualmente invocata con il termine ‘Mamma’, o anche ‘Mammina’) la induceva a rinnovare la perfetta consacrazione di tutta se stessa all’Immacolata sull’esempio di San Massimiliano Koble, certa della sua materna guida alla santità; riviveva con interiore letizia e confidente preghiera le varie feste mariane e di alcuni Santi assunti come modelli, ricorrenti nella scansione del calendario liturgico.

 

        E’ impossibile non subire il fascino di questi appunti meditativi, la profonda confidenza delle sue invocazioni, il realismo immediato del suo dialogare con Dio; il lettore ne viene subito conquiso, avvertendo in quelle scarne note di diario il timbro netto del Vangelo, offerto come un dono alla Chiesa di oggi.

 

                                                                   p. Antonio Poppi

                                                                                    Istituto Teologico

                                                                   S. Antonio Dottore

 

Padova, 17 novembre 2009

 

 

 

 

 

INDICE

 

Presentazione

Scheda Biografica

Premessa introduttiva

. Fede

. Vivere di pura fede

. In tutto vedere solo Dio

. Volontà di Dio

. Devo credere al suo amore

. Abbandonata in Te solo …

. Perché non volle mai giustificarsi?

. Conflitto interiore

. Che martirio far soffrire che si

  ama nel Signore!

. Le ripetizioni

. La sua vocazione

. Una domanda

. Finalità di questa pubblicazione

 

 

 

 

PARTE PRIMA

1945 – 1946

 

 

Nota introduttiva

. Gennaio 1945

. Febbraio 1945

. Marzo 1945

. Aprile 1945

. Maggio 1945

. Giugno 1945

. Luglio 1945

. Agosto 1945

. Settembre 1945

. Ottobre 1945

. Novembre 1945

. Dicembre 1945

. Gennaio 1946

. Febbraio 1946

. Marzo 1946

. Aprile 1946

. Maggio 1946

 

 

 

 

PARTE SECONDA

1950 – 1951

 

 

Nota introduttiva

. Maggio 1950

. Giugno 1950

. Luglio 1950

. Agosto 1950

. Settembre 1950

. Dicembre 1950

. Gennaio 1951

. Febbraio 1951

. Marzo 1951

. Aprile 1951

. Maggio 1951

. Giugno 1951

. Luglio 1951

. Agosto 1951

. Settembre 1951

 

 

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