Tratto dal libro: |
Sr MARIA CHIARA
Icona purissima della Vergine Maria PRESENTAZIONE Suor Chiara Scarabelli del Santissimo
Sacramento, sabato 29 gennaio 1994 alle ore 15.13, circondata dalle sorelle
della sua comunità, finalmente giunte al completo nel nuovo monastero sorto
presso la Casa del Sole di Mantova, fissando intensamente il volto di Maria,
consumò il suo sacrificio d’amore, accogliendo la morte come sorella. Maria Santissima, come più volte le
aveva promesso (il suo padre spirituale mi disse di aver ricevuto
ripetutamente la confidenza da Suor Chiara di questa promessa fatta a lei
dalla Vergine Santa), la presentò a Gesù, per celebrare nell’eternità quelle
nozze con l’Agnello divino che in terra aveva vissuto nella pura fede, con
un’intensità d’amore che lo spirito più sublime non saprebbe immaginare. Nacque a Genepreto, un paesino sui
colli piacentini, e avrebbe compiuto 82 anni il 29 marzo 1994. La sua vita è
una ‘leggenda d’amore’. Visse
infatti, fino a pochi mesi prima di spiccare il volo per il cielo, la sete
d’amore come un tormento intimo, paragonabile al martirio. All’inizio della sua vita aveva
chiesto il martirio dell’amore “nascosto, noto solo a Gesù e a Maria”. Le fu
dato di vivere questo dono in un modo misterioso ma reale. Ripeteva spesso la
sua pena, il suo dolore di non sapere amare come avrebbe voluto. Un giorno il suo Padre spirituale le
chiese se davvero fosse tanto grande questa sofferenza. Lei, con un’espressione
indescrivibile: “Oh sì, è immensa!”.
Le rispose: “Il tuo amore è grande come il tuo dolore!”. Il suo volto si illuminò di gioia: “Allora, - esclamò – devo amare il mio dolore!”. Fu grande e inesauribile nell’amore.
Chiedeva a Gesù: “Fa’ che io sia
l’ultima in tutto, ma prima nell’amore!”. Suor Chiara l’ho conosciuta
personalmente in occasione di una mia visita a Venezia. Rimasi profondamente
colpito dalla sua persona. Ebbi l’impressione che sotto quella semplicità e quel sorriso si nascondesse
qualche cosa di grande. Già conoscevo qualche cosa del suo spirito grazie
agli scritti che la sorella Luisa mi passava e che pubblicavo nel periodico
parrocchiale sotto la voce Elevazioni dell’Anima. In quell’incontro la pregai di
stendere la storia della sua vocazione per offrire alla gioventù della mia
parrocchia un esempio concreto di come si deve gestire la propria vita, e a
quali principi ispirare le proprie scelte. La pubblicai a puntate ed ebbe una
vasta risonanza. Avendo incontrato il Padre che seguì
il suo cammino spirituale, espressi il desiderio che questa figura luminosa
fosse fatta conoscere. Con questa pubblicazione tale desiderio viene
realizzato. In questo volume è lei a parlare
attraverso i suoi scritti, nei quali, “da
povera ignorante e idiota”, come amava definirsi, per obbedienza ai suoi
confessori ha tentato di balbettare qualche cosa della sua vita. Nella prima parte di questa
pubblicazione viene presentata la sua mini autobiografia, fino al punto in
cui lei ha creduto bene stendere il velo del silenzio. Come conclusione sono riportati tre
significativi testi: - le tre grazie chieste a Gesù nel giorno della sua
prima professione, come regalo di nozze (richiesta che è stata l’oggi di
tutta la sua vita trascorsa in monastero); - “Come passo la mia giornata”
(documento prezioso); - il suo testamento. Questi scritti ci offrono soltanto
una pallida idea di quello che era in realtà. Nella seconda parte, il suo Padre
spirituale, non senza far violenza a se stesso, fa la cronaca di come è
venuto a conoscenza del segreto che per quarant’anni Suor Chiara portò nel
suo cuore e di cui attese la realizzazione con fede abramitica. Riporto poi la storia di questo
evento che lei, a distanza di quarant’anni, riscrisse su richiesta del suo
Padre spirituale. Come conclusione mi sono permesso di fare alcune
riflessioni che giudico opportune per inquadrare l’esperienza riportata. Nella terza parte viene offerto un
piccolo saggio dei suoi scritti. Attraverso questi è possibile farsi un’idea
della sua spiritualità e del suo rapporto con Dio. Essi sono in buona parte
contemporanei alla vicenda mistica da lei vissuta negli anni ’50 e sono
riportati con fedeltà, anche se mi sono permesso di apportare le correzioni
grammaticali e ortografiche strettamente necessarie, e di raggrupparli
secondo un’affinità tematica. I titoli, forse non sempre
indovinati, sono miei. Ho ritenuto utile fare ciò, se non altro per evitare
la pesantezza di un testo troppo uniforme. Era inoltre sua abitudine non
mettere la data in calce ai suoi scritti, sebbene abbia fatto eccezione per
alcuni di essi. E’ stata pregata dal suo Padre spirituale di farlo per gli
ultimi scritti, non inclusi nella presente pubblicazione. Ho creduto bene riportare le
citazioni bibliche a piè pagina di quei riferimenti o testi scritturistici a
cui lei si richiama, senza però citarli esplicitamente, mentre i testi con
citazioni da lei fatte, vengono riportate accanto al testo e non in nota. Questa figura, di eccezionale
grandezza, visse il suo mistero in un quotidiano dalla veste del tutto
feriale, che le consentì di passare inosservata, non senza però l’aiuto della
Vergine Maria, anche agli occhi delle sorelle con le quali visse per tanti anni. Con la sua morte si è spezzato anche
per loro il vaso di alabastro dal profumo preziosissimo. Mons. Luigi Molinari |
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Lettera del Card. Silvio Oddi,
Legato Pontificio per la Patriarcale Basilica di
S. Francesco in Assisi, già Prefetto per la Congregazione per il Clero a Mons. Luigi Molinari Morfasso, 25 agosto
1994 Carissimo
Monsignore, mi ha chiesto di esprimere
il mio pensiero sul volume di prossima edizione che reca il titolo “Madre
Maria Chiara Scarabelli – Icona purissima della Vergine Maria”. Eccola accontentata. Madre Maria Chiara, dell’Ordine delle Clarisse, nativa di Genepreto,
nella nosta bella vallata del Tidone, è, senza dubbio, un’anima privilegiata
che, corrispondendo alla sovrabbondante Grazia divina e guidata, come per
mano, dalla Vergine Maria che essa chiamava confidenzialmente mamma, ha
raggiunto, come è mia personale convinzione, i vertici della santità. Dai sui numerosissimi scritti spirituali e autobiografici traspare
un pallido raggio della ricchezza interiore della sua anima. Sono profondamente persuaso che la lettura di questi scritti sarà
molto utile e farà un gran bene, in particolare alle anime consacrate,
soprattutto a quelle di vita contemplativa. E’ per questo che plaudo all’iniziativa di divulgarli e ne auguro la
più ampia diffusione alla maggior gloria di Dio, della Vergine Maria
Santissima e al bene delle anime. A Lei che ne cura
l’edizione, a quanti vi collaborano e a coloro che leggeranno questi scritti
la mia cordiale benedizione. Affez.mo Silvio
card. Oddi |
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COME PASSO LA MIA GIORNATA Mattino. Al primo tocco della campana: Quando sarà, o
mio Dio, che aprirò questi miei occhi per contemplare il tuo volto lassù nel
tuo Regno! Grazie, Padre buono,
di questo nuovo giorno di vita che mi concedi, lo accetto come un dono del
tuo infinito amore, voglio che sia il giorno più bello della mia vita! Per le mani di
mamma ti offro ogni mio respiro, il battito del cuore, pensieri, parole,
azioni, sofferenze... ecc., come tanti atti di amore, adorazioni, lodi,
riparazioni e un grazie perenne al tuo amore... Tutto per la tua gloria, o
mio Dio, per il trionfo della S. Madre Chiesa, per il S. Padre, la santità di
tutti i Sacerdoti miei fratelli e figli prediletti... per la salvezza di
tutte le anime, che nessuna vada perduta, che venga presto il tuo Regno in
tutti i cuori. Segno di Croce con
l’acqua benedetta, in ginocchio, tre Gloria alla Trinità, baciando la terra. Mentre mi lavo
il volto: Gesù, lava l’anima mia
con il tuo Sangue prezioso. Indossando
l’abito: rivestimi o Gesù, del
tuo amore, delle tue virtù... Ogni volta che
accendo la luce: ti prego, o mio Gesù, accendi nel mio cuore e in quelli di
tutti i miei fratelli, la luce della fede e la fiamma dell’amore. Ogni volta che la
spengo: fa’ che non si spenga mai nel mio cuore e in quello di tutte le anime
la luce della fede e la fiamma dell’amore... Ogni volta che apro
una porta o una finestra: apri, o Padre buono, la porta del Paradiso a tutte
le tue creature; ogni volta che chiudo: ti prego, chiudi la porta
dell’inferno affinché più nessuno vi possa entrare. Ogni volta che
salgo le scale: fa’ che tutti i tuoi figli salgano nel tuo Regno per
glorificare in eterno la tua infinita misericordia. Nello scendere
le scale: fa’ che nessun
peccatore scenda nell’inferno, dona a tutti pentimento, perdono, salvezza; te
lo chiedo, o Padre misericordioso, per i meriti del tuo diletto Figlio che è
morto per la nostra salvezza. Ogni volta che
passo davanti all’effigie della mamma col Bambino in braccio: ti saluto o Gesù, ti saluto o mamma, vi aspetto
nell’ora della morte mia, così sia... Prima di uscire di
cella: Gesù, Maria, Giuseppe venite in mia compagnia... Mi reco in coro per
la preghiera unendola a quella di Gesù e di Maria, con le loro stesse
intenzioni: tre Ave alla Vergine perché mi preservi dal peccato, offerta di
tutta la giornata, invocazione allo Spirito santo: Spirito santo, vieni dal
cielo con i raggi tuoi, vieni,
infiammami il cuore col tuo santo amore, prega tu in me e per me il
Padre, il Figlio e la Vergine Maria, tua mistica sposa e mamma mia
dolcissima... Una invocazione al Padre san Francesco, a santa Chiara,
all’Angelo custode, a S. Michele, all’Angelo consolatore di Gesù, a S. Giuseppe
e tutti i Santi. La Liturgia
delle ore deve essere il culmine
della mia giornata: dialogo con la Trinità, con Maria in unione con tutta la
celeste Gerusalemme... Meditazione, contemplazione, dialogo... Non partire mai dal
coro senza un pensiero per tutta la giornata che mi aiuti a conservare la
presenza di Dio durante il lavoro affinché sia una preghiera continuata. La S. Messa!... Oh,
la mia Messa in compagnia di Maria!... La prego che mi tenga nel Cuore
per partecipare al sacrificio di Cristo come lei vi ha partecipato sul
Calvario, che unisca l’offerta di tutta me stessa alla sua e a quella di Gesù
e l’offra al Padre per la sua gloria e per tutte le intenzioni che tu sai, o
mamma, siamo d’accordo...All’offertorio
mi offro con lei tenendo presente le necessità, le sofferenze della Chiesa e
di tutta l’umanità... Alla Comunione: o mamma, tu vedi quanto sono piccola, povera,
buona a nulla, prepara tu il mio cuore, rivestimi del tuo amore, delle tue
virtù, della tua purezza, santità, affinché Gesù venendo in me trovi te e si
delizi della tua presenza senza osservare il mio nulla, la mia infedeltà. Appena Gesù è con
me: o Gesù, tutto mio, ti prego, purifica l’anima mia con il tuo Sangue
prezioso. mamma mia, ama, adora, loda, ringrazia Gesù per me. Eterno Padre,
ti offro l’amore, l’adorazione, le lodi, il grazie di Gesù e di Maria per
supplire al mio nulla, Angeli tutti del Paradiso venite, adorate. Gesù per
me, e tu mamma, che mi conosci fino in fondo... sai tutto... parla a Gesù per
me, per le necessità di tutti i fratelli... E tu, Gesù, sei tanto buono,
ascolta la tua mamma... a lei nulla puoi negare... Essa ti supplica per tutti
i tuoi fratelli bisognosi di misericordia, ascoltala... Resto in profondo
silenzio... in ascolto... di quello che avviene tra Gesù e mamma... Quale
tenerezza.! Mi comprenda chi può... Ogni volta che
devo partire dal coro: Gesù, il
dovere mi chiama, io parto, ma resto con te, parto, tu vieni con me... O
miracolo d’amore! Io nel tuo Ciborio e tu nel mio cuore. Angeli del Paradiso
che siete alla custodia di questo Tabernacolo, amate, adorate, lodate,
ringraziate Gesù per me fino al mio ritorno... Angelo mio custode, vieni con
me, sii la mia guida, e tu, mamma, benedicimi, accompagnami, custodiscimi
come tua proprietà affinché il mio lavoro sia una preghiera operosa: la mano,
il piede al lavoro, la mente e il cuore a Dio. Gesù, Maria, Giuseppe venite
in mia compagnia... Eseguire il
lavoro con calma, serenità, in silenzio, tanto necessario per vivere alla presenza di Dio, in comunione con
la Trinità che vive in me. Il mio silenzio deve essere abituale, parlare solo
per un dovere o per la carità, sempre con poche parole. Vedere in ogni
sorella il Volto di Cristo, accettarle come sono, amarle con cuore di mamma,
sacrificarmi per loro fino all’estremo di forze; voglio essere un dono per
tutte, fare atti di carità senza distinzioni, sicura di fare piacere a Gesù
che ha detto: “Quello che fate al più piccolo dei miei, l’avete fatto a me”.
Quale gioia amare tutte in Cristo! Sapere coprire con il manto della carità
le inevitabili lacune che tutti abbiamo. Non ha forse detto Gesù: “Amatevi
come io ho amato voi”? Questo deve
essere il mio punto di arrivo. Dio mi ha donato la
vita, questo dono meraviglioso, devo offrirlo a lui e donarla alle sorelle, a
tutti i fratelli per suo amore. Usare frequenti giaculatorie durante il
lavoro per tenere sempre il contatto con Dio e con la mamma. Al primo tocco
della campana per la preghiera, interrompere subito perché Gesù mi aspetta,
lasciare fuori della porta ogni pensiero estraneo, unendo la mia preghiera a
quella di Gesù e di Maria. Ogni volta che
mi siedo a mensa per rifocillare
fratello asino: grazie o mio Dio, di questa tua provvidenza; intendo prendere
questo cibo con le medesime intenzioni con le quali Gesù nutriva la sua
natura umana nel suo pellegrinaggio terreno. Mio Dio, a te nulla è
impossibile, ti prego, fa’ che il cibo che sto per prendere possa dare forza,
ristoro, sollievo a tanti fratelli che muoiono di fame, fallo tu che tutto
puoi. Non mangiare mai a sazietà, restare sempre con un po’ di fame... Recandomi alla
ricreazione: Gesù, Maria,
Giuseppe venite in mia compagnia... Come principio: mortificare me stessa per
sollevare le altre, parlare sempre con dolcezza e carità, non interrompere
mai la parola alle sorelle, saper tacere per ascoltare con il sorriso, alla
fine interrompere subito la parola. Nessuna meraviglia! Siamo creature
miserabili!.. Se alle volte nel contatto con le sorelle mi trovassi davanti a
qualche incomprensione, qualche risposta dura o un atto scortese, subito lo
sguardo a Gesù, vedendo lui solo nella sorella, accettando tutto come dono
del suo amore: tutto per te, o Gesù, per i poveri peccatori, grazie...
ricambiare con un sorriso e un gesto di bontà... Se io stessa, sia pure senza
volerlo, fossi causa di dispiacere, sofferenza, subito ginocchio in terra
chiedendo perdono e che preghi per me. Non giudicare mai nessuno, sapendo
scusare l’intenzione dove non potessi approvare l’azione... Interrogata, dire
con semplicità il mio parere, poi lasciare fare, non sostenere mai il mio
modo di vedere, ma rimettermi sempre a quello delle sorelle... Solo così si
gode la pace, la serenità, la gioia... Alla mattina,
prima di recarmi al lavoro,
aprire a caso il S. Vangelo per sentire che cosa mi dice Gesù e che cosa
vuole da me nella giornata... E’ da notare che alle volte tutte le
invocazioni sono fatte solo con la mente e il cuore; è un lavoro di volontà,
però sento che Gesù e Maria sono contenti... io pure felice... Alle sera, dopo Compieta, che chiude la giornata: Gesù, io
parto, ma resto con te, parto, tu vieni con me, io nel tuo Ciborio e tu nel
mio cuore, Angeli e Santi che siete alla custodia di questo Tabernacolo
amate, adorate, lodate, ringraziate Gesù per me fino al mio ritorno. Che gioia
salire le scale, stanca fisicamente, ma con tanta letizia nel cuore, felice
di avere dato tutto a Gesù e alle sorelle; poter dire con semplicità e
verità: ho sempre detto “sì” a Gesù, qualunque sacrificio mi abbia chiesto;
poterlo dire fino all’ultima sera della vita!... Prima di entrare in
cella, l’ultimo saluto alla Vergine Immacolata che si trova davanti alla mia
porta: ti saluto o mamma mia, e gran Regina, tutto il mondo a te s’inchina.
Per quel frutto che portasti, tutto il mondo illuminasti, illumina l’anima
mia, o dolce Vergine Maria. Son piccina in questo mondo, però non ti nascondo
il bisogno che ho di te. A te, dunque, mi raccomando, mi affido e abbandono,
il mio cuore ti offro in dono, fammi pura, fammi santa, fammi tutta e sola di
Gesù. Benedici, o cara mamma, la tua figlia piccolina, lasciami riposare nel
tuo cuore con Gesù ... In cella: tre Ave alla Vergine perché non permetta mai
che offenda Gesù. Tre Gloria alla Trinità baciando ogni volta la terra.
Aspergere con l’acqua santa i quattro angoli della stanza e il letto con
l’antifona: Ecco la Croce... Nel levarmi
l’abito: ti prego, o Gesù mio, spogliami della mia superbia, fammi umile,
semplice e pura... Intendo prendere questo riposo dando gloria a Dio in
unione di quello che prendevano Gesù e Maria nella casa di Nazaret, con le
loro stesse intenzioni... Gesù, Giuseppe e Maria... S. Giuseppe, il cuor ti
dono, sempre a te ricorrerò, non lasciarmi in abbandono quando a morte
giungerò. Gesù, Maria, Giuseppe assistetemi in vita e in morte mia. Come la mattina,
invocazione a S. Francesco, S. Chiara... L’ultima preghiera che chiude la
giornata: Nelle tue mani, o Dio, affido l’anima mia. Ave Maria, prega per me
Gesù, un bacio a Gesù Crocifisso, alla medaglia della Vergine, la Corona
stretta alla mano e chiudo gli occhi come dovessi morire... Dopo un breve sonno
il mio pensiero vola al Tabernacolo dove Gesù mi aspetta, sento come una
calamita che mi attira. Scendo e resto con lui per qualche ora per amare,
riparare le offese che riceve durante la notte, io guardo lui, lui guarda me.
Il mio cuore valica l’universo, espongo a lui tutte le sofferenze, dolori, le
lacrime di tanti fratelli e chiedo alla mamma che interceda lei presso Gesù.
Quello che avviene in questi incontri è un segreto tra me e lui che non si
può svelare... solo mamma è testimone... |
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E’ la statua che si animò, scese dal
piedistallo, abbracciò la piccola Maria e, aprendo il suo manto celeste, la coperse
tutta come segno di protezione (Chiesa parrocchiale di Genepreto) |
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SUO TESTAMENTO A.M.D.G.
VIVA GESÙ MARIA GIUSEPPE Pasqua 1987 Mio Dio, Padre
buono, pieno di amore e misericordia infinita, non so, non conosco i tuoi
misteriosi disegni sopra di me e quindi non so quando sarà per me l’ora del
termine di questo mio pellegrinaggio terreno. Desidero solo e
chiedo a te e a mamma di essere pronta ad accogliere con amore e serenità la
tua volontà, nell’ora in cui mi chiamerai al grande passaggio per l’eternità.
Sebbene l’anima desideri essere sciolta dai legami corporei, data la mia
debole natura non so se sarà tanto facile, ma conto solo nella tua bontà, nel
tuo amore, o mio Dio, e in quello di Gesù e della dolce e cara mamma. Durante la vita non
mi sono mancate le prove e le sofferenze fisiche e morali che ritengo dono
del tuo amore, perché non mi è mai mancata la tua grazia. Grazie, dunque del
dono della sofferenza che ha reso lieta, gioiosa, feconda la mia vita
per tuo amore e la salvezza di tutti i peccatori. Mi dispongo dunque
ad accogliere con fiducia e abbandono tutto quello che ancora mi tieni
preparato, convinta che ciò che viene da te è sempre grazia e dono. Davanti alla tua
tenerezza, al tuo infinito amore comprendo quanto grande è stata la mia
infedeltà, incorrispondenza al tuo amore. Sento perciò il bisogno di
confessare davanti a te, alle sorelle e ai fratelli, tutte le mie colpe,
difetti, deficienze sia noti che ignoti, che tu però ben conosci, di tutto
chiedo perdono... Lo ripeto con tanta umiltà e pentimento sincero, facendo
appello alla tua infinita misericordia che supera tutti i miei peccati,
confido nel tuo perdono poiché hai detto, o mio Gesù, che la tua gioia è nel
perdonare... Da parte mia non ho
nulla da perdonare agli altri, e se qualcuno nella sua bontà, ritenesse di
avermi fatto soffrire, sappia che tutto ho dimenticato e gli dico di cuore
grazie, invocando su tutte le più ampie benedizioni dal Cuore di Cristo e
dal Cuore Immacolato di Maria... Mio Dio, grazie di
cuore di tutti i doni che mi hai concessi in vita, vorrei spirare con un atto
d’amore e un grazie sulle labbra... Grazie del dono
meraviglioso della vita, così bella, se vissuta per amore e nell’amore a te
e ai fratelli!... Grazie del dono della fede che mi ha fatto scoprire la tua
infinita grandezza e bontà! Grazie del dono dell’amore! Mi hai dato l’amore e
io ti ho amato con tutto il cuore senza riserva alcuna... Grazie che in te ho
potuto vedere, amare tutti i fratelli e per grazia tua offrire la mia vita
per la loro salvezza... Grazie del dono della vocazione contemplativa, poiché
mi ha dato la possibilità di abbracciare tutte le creature e amarle come tu
ami me. Tu in me e io in te, o mio amato Gesù!... e tutti e due nei fratelli
e per i fratelli!... Grazie Trinità SS.ma, Padre, Figlio, Spirito santo... Grazie mia dolce e
cara mamma Maria, ti prego, supplisci tu alla mia povertà, fallo tu, che
tutto puoi! Assistimi nella morte come mi hai sempre assistita in vita. Se il tuo Cuore immacolato è sempre stato
la mia dimora in tutta la vita, lasciami in esso esalare l’ultimo respiro,
il quale sia un atto di amore, di abbandono e un grazie senza fine. Ti prego ancora, o
cara Mammina, difendimi dagli assalti del nemico in quel momento estremo,
consegnami tu a Gesù, al Padre... Con sentimento di
profonda umiltà e semplicità, vorrei pregare tutte le mie sorelle in S.
Chiara, e i miei fratelli in S. Francesco, di volere completare il mio grazie
al Signore e alla Vergine Maria dopo la mia morte con un Te Deum e un Magnificat ancora prima dei funerali e dei suffragi... Dal cielo non
dimenticherò nessuno... La vostra povera
Sr. Maria Chiara del SS.mo Sacramento... Grazie... |
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LE DOGLIE DELLA MATERNITA’ ! Il
nostro cuore ama e desidera la sofferenza per amore di quel Dio che ha tanto
sofferto per noi, poiché l’amore si prova col dolore. So che questo desiderio
è sincero, eppure alle volte in certi momenti di angoscia, di oscurità, di
abbandono assoluto, di lotta sanguinosa col nemico, quando il cielo sembra
chiuso per sempre e la terra spalancata per inghiottirci - oh, la natura
freme! si sente venir meno - lo spirito è
pronto a tutto, ma l’umanità geme e se non fosse la grazia che ci
sostiene, povero cuore!... Conosco una persona che con l’offerta di tutta se stessa al Signore per salvare le anime aveva fatto questa preghiera: “Mio Dio, il pensiero che tante anime non ti amano, ti offendono, mi strazia il cuore, sono sull’orlo dell’inferno, ad ogni istante possono precipitare in quell’abisso spaventoso per sempre, per tutta l’eternità in preda alla disperazione. Pietà e misericordia, o mio Dio, di questi miei poveri fratelli. Ti offro la mia vita per loro in unione ai meriti di Gesù; rinunzio ad ogni consolazione per tutta la vita, accetto qualunque sofferenza che ti piacerà mandarmi per salvare queste anime. Ricordati, o Signore, che il tempo della giustizia non è ancora venuto, ma bensì quello della misericordia: pietà, dunque e misericordia di queste anime che sono anch’esse figli tuoi!”. Il
Signore si degnò di accettare questa offerta. Sono 20 anni41 che quest’anima soffre pene di
morte, aridità continua, oscurità, notte profonda, angosce terribili, timori,
ansietà, lotte terribili col nemico; abbandonata, respinta da Dio, anzi, ha
perfino l’impressione di essere oggetto di odio davanti a Dio. Non si capisce
più niente, non c’è più fede,
speranza, carità; tutto perduto, soltanto l’inferno aperto per ingoiarci. Un
giorno a quest’anima uscì questo grido: “Signore, se tu vuoi, mandami
all’inferno, ci andrò, ma ricordati che tu resterai in paradiso senza la tua
mamma perché sono così strettamente legata a lei, che la porterò con me”. Sembra
uno sproposito, perché il Signore non manda nessuno all’inferno se non chi
vuole andarci; eppure nella sua infinita bontà si degnò rispondere a quel
grido angoscioso, facendo risplendere un raggio42 della sua luce divina in quella notte
oscura; se la strinse al Cuore dicendole: “Figlia mia, chi è con mia Madre è con me, chi ama lei, ama me stesso; a lei ho dato la chiave del
Paradiso e per chi a lei si raccomanda è sicura la salvezza. Se una madre
terrena non è capace di rigettare da
sé un figlio che si rifugia tra le sue braccia, chi potrà dubitare della mia
Madre SS.ma? Non temere più, figlia mia, confida, il
paradiso è tuo se lo vuoi...” 41 Questo scritto risale agli anni '50. 42 Ma fu solo un raggio momentaneo, come mi
disse più volte. |
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