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“Sr Maria Chiara – Icona purissima della Vergine Maria”

 

Tratto dal libro:

Lettera del Card. Silvio Oddi

Come passo la giornata

La statua della Madonna

Il suo testamento

Le doglie della maternità!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Sr MARIA CHIARA

Icona purissima della Vergine Maria

 

 

 

PRESENTAZIONE

 

         Suor Chiara Scarabelli del Santissimo Sacramento, sabato 29 gennaio 1994 alle ore 15.13, circondata dalle sorelle della sua comunità, finalmente giunte al completo nel nuovo monastero sorto presso la Casa del Sole di Mantova, fissando intensamente il volto di Maria, consumò il suo sacrificio d’amore, accogliendo la morte come sorella.

         Maria Santissima, come più volte le aveva promesso (il suo padre spirituale mi disse di aver ricevuto ripetutamente la confidenza da Suor Chiara di questa promessa fatta a lei dalla Vergine Santa), la presentò a Gesù, per celebrare nell’eternità quelle nozze con l’Agnello divino che in terra aveva vissuto nella pura fede, con un’intensità d’amore che lo spirito più sublime non saprebbe immaginare.

         Nacque a Genepreto, un paesino sui colli piacentini, e avrebbe compiuto 82 anni il 29 marzo 1994. La sua vita è una ‘leggenda d’amore’. Visse infatti, fino a pochi mesi prima di spiccare il volo per il cielo, la sete d’amore come un tormento intimo, paragonabile al martirio.

         All’inizio della sua vita aveva chiesto il martirio dell’amore “nascosto, noto solo a Gesù e a Maria”. Le fu dato di vivere questo dono in un modo misterioso ma reale. Ripeteva spesso la sua pena, il suo dolore di non sapere amare come avrebbe voluto.

         Un giorno il suo Padre spirituale le chiese se davvero fosse tanto grande questa sofferenza.

         Lei, con un’espressione indescrivibile: “Oh sì, è immensa!”. Le rispose: “Il tuo amore è grande come il tuo dolore!”.

         Il suo volto si illuminò di gioia: “Allora, - esclamò – devo amare il mio dolore!”.

         Fu grande e inesauribile nell’amore. Chiedeva a Gesù: “Fa’ che io sia l’ultima in tutto, ma prima nell’amore!”.

         Suor Chiara l’ho conosciuta personalmente in occasione di una mia visita a Venezia. Rimasi profondamente colpito dalla sua persona. Ebbi l’impressione  che sotto quella semplicità e quel sorriso si nascondesse qualche cosa di grande. Già conoscevo qualche cosa del suo spirito grazie agli scritti che la sorella Luisa mi passava e che pubblicavo nel periodico parrocchiale sotto la voce Elevazioni dell’Anima.

         In quell’incontro la pregai di stendere la storia della sua vocazione per offrire alla gioventù della mia parrocchia un esempio concreto di come si deve gestire la propria vita, e a quali principi ispirare le proprie scelte. La pubblicai a puntate ed ebbe una vasta risonanza.

         Avendo incontrato il Padre che seguì il suo cammino spirituale, espressi il desiderio che questa figura luminosa fosse fatta conoscere. Con questa pubblicazione tale desiderio viene realizzato.

         In questo volume è lei a parlare attraverso i suoi scritti, nei quali, “da povera ignorante e idiota”, come amava definirsi, per obbedienza ai suoi confessori ha tentato di balbettare qualche cosa della sua vita.

         Nella prima parte di questa pubblicazione viene presentata la sua mini autobiografia, fino al punto in cui lei ha creduto bene stendere il velo del silenzio.

         Come conclusione sono riportati tre significativi testi: - le tre grazie chieste a Gesù nel giorno della sua prima professione, come regalo di nozze (richiesta che è stata l’oggi di tutta la sua vita trascorsa in monastero); - “Come passo la mia giornata” (documento prezioso); - il suo testamento.

         Questi scritti ci offrono soltanto una pallida idea di quello che era in realtà.

         Nella seconda parte, il suo Padre spirituale, non senza far violenza a se stesso, fa la cronaca di come è venuto a conoscenza del segreto che per quarant’anni Suor Chiara portò nel suo cuore e di cui attese la realizzazione con fede abramitica.

         Riporto poi la storia di questo evento che lei, a distanza di quarant’anni, riscrisse su richiesta del suo Padre spirituale. Come conclusione mi sono permesso di fare alcune riflessioni che giudico opportune per inquadrare l’esperienza riportata.

         Nella terza parte viene offerto un piccolo saggio dei suoi scritti. Attraverso questi è possibile farsi un’idea della sua spiritualità e del suo rapporto con Dio.

         Essi sono in buona parte contemporanei alla vicenda mistica da lei vissuta negli anni ’50 e sono riportati con fedeltà, anche se mi sono permesso di apportare le correzioni grammaticali e ortografiche strettamente necessarie, e di raggrupparli secondo un’affinità tematica.

         I titoli, forse non sempre indovinati, sono miei. Ho ritenuto utile fare ciò, se non altro per evitare la pesantezza di un testo troppo uniforme. Era inoltre sua abitudine non mettere la data in calce ai suoi scritti, sebbene abbia fatto eccezione per alcuni di essi. E’ stata pregata dal suo Padre spirituale di farlo per gli ultimi scritti, non inclusi nella presente pubblicazione.

         Ho creduto bene riportare le citazioni bibliche a piè pagina di quei riferimenti o testi scritturistici a cui lei si richiama, senza però citarli esplicitamente, mentre i testi con citazioni da lei fatte, vengono riportate accanto al testo e non in nota.

         Questa figura, di eccezionale grandezza, visse il suo mistero in un quotidiano dalla veste del tutto feriale, che le consentì di passare inosservata, non senza però l’aiuto della Vergine Maria, anche agli occhi delle sorelle con le quali visse per tanti anni.

         Con la sua morte si è spezzato anche per loro il vaso di alabastro dal profumo preziosissimo.

 

Mons. Luigi Molinari

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Lettera del Card. Silvio Oddi,

Legato Pontificio per la Patriarcale Basilica di S. Francesco in Assisi,

già Prefetto per la Congregazione per il Clero

a Mons. Luigi Molinari

 

Morfasso, 25 agosto 1994

 

Carissimo Monsignore,

mi ha chiesto di esprimere il mio pensiero sul volume di prossima edizione che reca il titolo “Madre Maria Chiara Scarabelli – Icona purissima della Vergine Maria”.

Eccola accontentata.

Madre Maria Chiara, dell’Ordine delle Clarisse, nativa di Genepreto, nella nosta bella vallata del Tidone, è, senza dubbio, un’anima privilegiata che, corrispondendo alla sovrabbondante Grazia divina e guidata, come per mano, dalla Vergine Maria che essa chiamava confidenzialmente mamma, ha raggiunto, come è mia personale convinzione, i vertici della santità.

Dai sui numerosissimi scritti spirituali e autobiografici traspare un pallido raggio della ricchezza interiore della sua anima.

Sono profondamente persuaso che la lettura di questi scritti sarà molto utile e farà un gran bene, in particolare alle anime consacrate, soprattutto a quelle di vita contemplativa.

E’ per questo che plaudo all’iniziativa di divulgarli e ne auguro la più ampia diffusione alla maggior gloria di Dio, della Vergine Maria Santissima e al bene delle anime.

A Lei che ne cura l’edizione, a quanti vi collaborano e a coloro che leggeranno questi scritti la mia cordiale benedizione.

 

                                                                                          Affez.mo

                                                                                    Silvio card. Oddi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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COME PASSO LA MIA GIORNATA

 

Mattino. Al primo tocco della campana: Quando sarà, o mio Dio, che aprirò questi miei occhi per contemplare il tuo volto lassù nel tuo Regno!

Grazie, Padre buono, di questo nuovo giorno di vita che mi concedi, lo accetto come un dono del tuo infinito amore, voglio che sia il giorno più bello della mia vita!

Per le mani di mamma ti offro ogni mio respiro, il battito del cuore, pensieri, parole, azioni, sofferenze... ecc., come tanti atti di amore, adorazioni, lodi, riparazioni e un grazie perenne al tuo amore... Tutto per la tua gloria, o mio Dio, per il trionfo della S. Madre Chiesa, per il S. Padre, la santità di tutti i Sacerdoti miei fratelli e figli prediletti... per la salvezza di tutte le anime, che nessuna vada perduta, che venga presto il tuo Regno in tutti i cuori.

Segno di Croce con l’acqua benedetta, in ginocchio, tre Gloria alla Trinità, baciando la terra.

Mentre mi lavo il volto: Gesù, lava l’anima mia con il tuo Sangue prezioso.

Indossando l’abito: rivestimi o Gesù, del tuo amore, delle tue virtù...

Ogni volta che accendo la luce: ti prego, o mio Gesù, accendi nel mio cuore e in quelli di tutti i miei fratelli, la luce della fede e la fiamma dell’amore.

Ogni volta che la spengo: fa’ che non si spenga mai nel mio cuore e in quello di tutte le anime la luce della fede e la fiamma dell’amore...

Ogni volta che apro una porta o una finestra: apri, o Padre buono, la porta del Paradiso a tutte le tue creature; ogni volta che chiudo: ti prego, chiudi la porta dell’inferno affinché più nessuno vi possa entrare.

Ogni volta che salgo le scale: fa’ che tutti i tuoi figli salgano nel tuo Regno per glorificare in eterno la tua infinita misericordia.

Nello scendere le scale: fa’ che nessun peccatore scenda nell’inferno, dona a tutti pentimento, perdono, salvezza; te lo chiedo, o Padre misericordioso, per i meriti del tuo diletto Figlio che è morto per la nostra salvezza.

Ogni volta che passo davanti all’effigie della mamma col Bambino in braccio: ti saluto o Gesù, ti saluto o mamma, vi aspetto nell’ora della morte mia, così sia...

Prima di uscire di cella: Gesù, Maria, Giuseppe venite in mia compagnia...

Mi reco in coro per la preghiera unendola a quella di Gesù e di Maria, con le loro stesse intenzioni: tre Ave alla Vergine perché mi preservi dal peccato, offerta di tutta la giornata, invocazione allo Spirito santo: Spirito santo, vieni dal cielo con i raggi tuoi, vieni,  infiammami il cuore col tuo santo amore, prega tu in me e per me il Padre, il Figlio e la Vergine Maria, tua mistica sposa e mamma mia dolcissima... Una invocazione al Padre san Francesco, a santa Chiara, all’Angelo custode, a S. Michele, all’Angelo consolatore di Gesù, a S. Giuseppe e tutti i Santi.

La Liturgia delle ore deve essere il culmine della mia giornata: dialogo con la Trinità, con Maria in unione con tutta la celeste Gerusalemme... Meditazione, contemplazione, dialogo...

Non partire mai dal coro senza un pensiero per tutta la giornata che mi aiuti a conservare la presenza di Dio durante il lavoro affinché sia una preghiera continuata.

La S. Messa!... Oh,  la mia Messa in compagnia di Maria!... La prego che mi tenga nel Cuore per partecipare al sacrificio di Cristo come lei vi ha partecipato sul Calvario, che unisca l’offerta di tutta me stessa alla sua e a quella di Gesù e l’offra al Padre per la sua gloria e per tutte le intenzioni che tu sai, o mamma,  siamo d’accordo...All’offertorio mi offro con lei tenendo presente le necessità, le sofferenze della Chiesa e di tutta l’umanità...

Alla Comunione: o mamma, tu vedi quanto sono piccola, povera, buona a nulla, prepara tu il mio cuore, rivestimi del tuo amore, delle tue virtù, della tua purezza, santità, affinché Gesù venendo in me trovi te e si delizi della tua presenza senza osservare il mio nulla, la mia infedeltà.

Appena Gesù è con me: o Gesù, tutto mio, ti prego, purifica l’anima mia con il tuo Sangue prezioso. mamma mia, ama, adora, loda, ringrazia Gesù per me. Eterno Padre, ti offro l’amore, l’adorazione, le lodi, il grazie di Gesù e di Maria per supplire al mio nulla, Angeli tutti del Paradiso venite, adorate. Gesù per me, e tu mamma, che mi conosci fino in fondo... sai tutto... parla a Gesù per me, per le necessità di tutti i fratelli... E tu, Gesù, sei tanto buono, ascolta la tua mamma... a lei nulla puoi negare... Essa ti supplica per tutti i tuoi fratelli bisognosi di misericordia, ascoltala... Resto in profondo silenzio... in ascolto... di quello che avviene tra Gesù e mamma... Quale tenerezza.! Mi comprenda chi può...

Ogni volta che devo partire dal coro: Gesù, il dovere mi chiama, io parto, ma resto con te, parto, tu vieni con me... O miracolo d’amore! Io nel tuo Ciborio e tu nel mio cuore. Angeli del Paradiso che siete alla custodia di questo Tabernacolo, amate, adorate, lodate, ringraziate Gesù per me fino al mio ritorno... Angelo mio custode, vieni con me, sii la mia guida, e tu, mamma, benedicimi, accompagnami, custodiscimi come tua proprietà affinché il mio lavoro sia una preghiera operosa: la mano, il piede al lavoro, la mente e il cuore a Dio. Gesù, Maria, Giuseppe venite in mia compagnia...

Eseguire il lavoro con calma, serenità, in silenzio, tanto necessario per vivere alla presenza di Dio, in comunione con la Trinità che vive in me. Il mio silenzio deve essere abituale, parlare solo per un dovere o per la carità, sempre con poche parole. Vedere in ogni sorella il Volto di Cristo, accettarle come sono, amarle con cuore di mamma, sacrificarmi per loro fino all’estremo di forze; voglio essere un dono per tutte, fare atti di carità senza distinzioni, sicura di fare piacere a Gesù che ha detto: “Quello che fate al più piccolo dei miei, l’avete fatto a me”. Quale gioia amare tutte in Cristo! Sapere coprire con il manto della carità le inevitabili lacune che tutti abbiamo. Non ha forse detto Gesù: “Amatevi come io ho amato voi”?  Questo deve essere il mio punto di arrivo.

Dio mi ha donato la vita, questo dono meraviglioso, devo offrirlo a lui e donarla alle sorelle, a tutti i fratelli per suo amore. Usare frequenti giaculatorie durante il lavoro per tenere sempre il contatto con Dio e con la mamma.

Al primo tocco della campana per la preghiera, interrompere subito perché Gesù mi aspetta, lasciare fuori della porta ogni pensiero estraneo, unendo la mia preghiera a quella di Gesù e di Maria.

Ogni volta che mi siedo a mensa per rifocillare fratello asino: grazie o mio Dio, di questa tua provvidenza; intendo prendere questo cibo con le medesime intenzioni con le quali Gesù nutriva la sua natura umana nel suo pellegrinaggio terreno. Mio Dio, a te nulla è impossibile, ti prego, fa’ che il cibo che sto per prendere possa dare forza, ristoro, sollievo a tanti fratelli che muoiono di fame, fallo tu che tutto puoi. Non mangiare mai a sazietà, restare sempre con un po’ di fame...

Recandomi alla ricreazione: Gesù, Maria, Giuseppe venite in mia compagnia... Come principio: mortificare me stessa per sollevare le altre, parlare sempre con dolcezza e carità, non interrompere mai la parola alle sorelle, saper tacere per ascoltare con il sorriso, alla fine interrompere subito la parola. Nessuna meraviglia! Siamo creature miserabili!.. Se alle volte nel contatto con le sorelle mi trovassi davanti a qualche incomprensione, qualche risposta dura o un atto scortese, subito lo sguardo a Gesù, vedendo lui solo nella sorella, accettando tutto come dono del suo amore: tutto per te, o Gesù, per i poveri peccatori, grazie... ricambiare con un sorriso e un gesto di bontà... Se io stessa, sia pure senza volerlo, fossi causa di dispiacere, sofferenza, subito ginocchio in terra chiedendo perdono e che preghi per me. Non giudicare mai nessuno, sapendo scusare l’intenzione dove non potessi approvare l’azione... Interrogata, dire con semplicità il mio parere, poi lasciare fare, non sostenere mai il mio modo di vedere, ma rimettermi sempre a quello delle sorelle... Solo così si gode la pace, la serenità, la gioia...

Alla mattina, prima di recarmi al lavoro, aprire a caso il S. Vangelo per sentire che cosa mi dice Gesù e che cosa vuole da me nella giornata... E’ da notare che alle volte tutte le invocazioni sono fatte solo con la mente e il cuore; è un lavoro di volontà, però sento che Gesù e Maria sono contenti... io pure felice...

Alle sera, dopo Compieta, che chiude la giornata: Gesù, io parto, ma resto con te, parto, tu vieni con me, io nel tuo Ciborio e tu nel mio cuore, Angeli e Santi che siete alla custodia di questo Tabernacolo amate, adorate, lodate, ringraziate Gesù per me fino al mio ritorno. Che gioia salire le scale, stanca fisicamente, ma con tanta letizia nel cuore, felice di avere dato tutto a Gesù e alle sorelle; poter dire con semplicità e verità: ho sempre detto “sì” a Gesù, qualunque sacrificio mi abbia chiesto; poterlo dire fino all’ultima sera della vita!...

Prima di entrare in cella, l’ultimo saluto alla Vergine Immacolata che si trova davanti alla mia porta: ti saluto o mamma mia, e gran Regina, tutto il mondo a te s’inchina. Per quel frutto che portasti, tutto il mondo illuminasti, illumina l’anima mia, o dolce Vergine Maria. Son piccina in questo mondo, però non ti nascondo il bisogno che ho di te. A te, dunque, mi raccomando, mi affido e abbandono, il mio cuore ti offro in dono, fammi pura, fammi santa, fammi tutta e sola di Gesù. Benedici, o cara mamma, la tua figlia piccolina, lasciami riposare nel tuo cuore con Gesù ...

In cella: tre Ave alla Vergine perché non permetta mai che offenda Gesù. Tre Gloria alla Trinità baciando ogni volta la terra. Aspergere con l’acqua santa i quattro angoli della stanza e il letto con l’antifona: Ecco la Croce...

Nel levarmi l’abito: ti prego, o Gesù mio, spogliami della mia superbia, fammi umile, semplice e pura... Intendo prendere questo riposo dando gloria a Dio in unione di quello che prendevano Gesù e Maria nella casa di Nazaret, con le loro stesse intenzioni... Gesù, Giuseppe e Maria... S. Giuseppe, il cuor ti dono, sempre a te ricorrerò, non lasciarmi in abbandono quando a morte giungerò. Gesù, Maria, Giuseppe assistetemi in vita e in morte mia.

Come la mattina, invocazione a S. Francesco, S. Chiara... L’ultima preghiera che chiude la giornata: Nelle tue mani, o Dio, affido l’anima mia. Ave Maria, prega per me Gesù, un bacio a Gesù Crocifisso, alla medaglia della Vergine, la Corona stretta alla mano e chiudo gli occhi come dovessi morire...

Dopo un breve sonno il mio pensiero vola al Tabernacolo dove Gesù mi aspetta, sento come una calamita che mi attira. Scendo e resto con lui per qualche ora per amare, riparare le offese che riceve durante la notte, io guardo lui, lui guarda me. Il mio cuore valica l’universo, espongo a lui tutte le sofferenze, dolori, le lacrime di tanti fratelli e chiedo alla mamma che interceda lei presso Gesù. Quello che avviene in questi incontri è un segreto tra me e lui che non si può svelare... solo mamma è testimone...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA STATUA DELLA MADONNA

 

 

E’ la statua che si animò, scese dal piedistallo, abbracciò la piccola Maria

e, aprendo il suo manto celeste, la coperse tutta come segno di protezione

(Chiesa parrocchiale di Genepreto)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SUO TESTAMENTO

A.M.D.G.        VIVA GESÙ MARIA GIUSEPPE        Pasqua 1987

 

Mio Dio, Padre buono, pieno di amore e misericordia infinita, non so, non conosco i tuoi misteriosi disegni sopra di me e quindi non so quando sarà per me l’ora del termine di questo mio pel­legrinaggio terreno.

Desidero solo e chiedo a te e a mamma di essere pronta ad accogliere con amore e serenità la tua volontà, nell’ora in cui mi chiamerai al grande passaggio per l’eternità. Sebbene l’anima desideri essere sciolta dai legami corporei, data la mia debole natura non so se sarà tanto facile, ma conto solo nella tua bontà, nel tuo amore, o mio Dio, e in quello di Gesù e della dolce e ca­ra  mamma.

Durante la vita non mi sono mancate le prove e le sofferenze fisiche e morali che ritengo dono del tuo amore, perché non mi è mai mancata la tua grazia. Grazie, dunque del dono della soffe­renza che ha reso lieta, gioiosa, feconda la mia vita per tuo a­more e la salvezza di tutti i peccatori.

Mi dispongo dunque ad accogliere con fiducia e abbandono tutto quello che ancora mi tieni preparato, convinta che ciò che viene da te è sempre grazia e dono.

Davanti alla tua tenerezza, al tuo infinito amore comprendo quanto grande è stata la mia infedeltà, incorrispondenza al tuo amore. Sento perciò il bisogno di confessare davanti a te, alle sorelle e ai fratelli, tutte le mie colpe, difetti, deficienze sia noti che ignoti, che tu però ben conosci, di tutto chiedo perdono... Lo ripeto con tanta umiltà e pentimento sincero, facendo appello alla tua infinita misericordia che supera tutti i miei peccati, confido nel tuo perdono poiché hai detto, o mio Gesù, che la tua gioia è nel perdonare...

Da parte mia non ho nulla da perdonare agli altri, e se qualcuno nella sua bontà, ritenesse di avermi fatto soffrire, sappia che tutto ho dimenticato e gli dico di cuore grazie, invo­cando su tutte le più ampie benedizioni dal Cuore di Cristo e dal Cuore Immacolato di Maria...

Mio Dio, grazie di cuore di tutti i doni che mi hai concessi in vita, vorrei spirare con un atto d’amore e un grazie sulle labbra...

Grazie del dono meraviglioso della vita, così bella, se vis­suta per amore e nell’amore a te e ai fratelli!... Grazie del do­no della fede che mi ha fatto scoprire la tua infinita grandezza e bontà! Grazie del dono dell’amore! Mi hai dato l’amore e io ti ho amato con tutto il cuore senza riserva alcuna... Grazie che in te ho potuto vedere, amare tutti i fratelli e per grazia tua of­frire la mia vita per la loro salvezza... Grazie del dono della vocazione contemplativa, poiché mi ha dato la possibilità di ab­bracciare tutte le creature e amarle come tu ami me. Tu in me e io in te, o mio amato Gesù!... e tutti e due nei fratelli e per i fratelli!... Grazie Trinità SS.ma, Padre, Figlio, Spirito santo...

Grazie mia dolce e cara mamma Maria, ti prego, supplisci tu alla mia povertà, fallo tu, che tutto puoi! Assistimi nella morte come mi hai sempre assistita in vita.  Se il tuo Cuore immacolato è sempre stato la mia dimora in tutta la vita, lasciami in esso e­salare l’ultimo respiro, il quale sia un atto di amore, di abban­dono e un grazie senza fine.

Ti prego ancora, o cara Mammina, difendimi dagli assalti del nemico in quel momento estremo, consegnami tu a Gesù, al Padre...

Con sentimento di profonda umiltà e semplicità, vorrei pre­gare tutte le mie sorelle in S. Chiara, e i miei fratelli in S. Francesco, di volere completare il mio grazie al Signore e alla Vergine Ma­ria dopo la mia morte con un Te Deum e un Magnificat ancora prima dei funerali e dei suffragi...

Dal cielo non dimenticherò nessuno...

La vostra povera Sr. Maria Chiara del SS.mo Sacramento... Grazie...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LE DOGLIE DELLA MATERNITA’ !

 

Il nostro cuore ama e desidera la sofferenza per amore di quel Dio che ha tanto sofferto per noi, poiché l’amore si prova col dolore. So che questo desiderio è sincero, eppure alle volte in certi momenti di angoscia, di oscurità, di abbandono assoluto, di lotta sanguinosa col nemico, quando il cielo sembra chiuso per sempre e la terra spalancata per inghiottirci - oh, la natura freme! si sente venir meno - lo spirito è  pronto a tutto, ma l’umanità geme e se non fosse la grazia che ci sostiene, povero cuore!...

Conosco una persona che con l’offerta di tutta se stessa al Signore per salvare le anime aveva fatto questa preghiera: “Mio Dio, il pensiero che tante anime non ti amano, ti offendono, mi strazia il cuore, sono sull’orlo dell’inferno, ad ogni istante possono precipitare in quell’abisso spaventoso per sempre, per tutta l’eternità in preda alla disperazione. Pietà e misericordia, o mio Dio, di questi miei  poveri fratelli. Ti offro la mia vita per loro in unione ai meriti di Gesù; rinunzio ad ogni consolazione per tutta la vita, accetto qualunque sofferenza che ti piacerà mandarmi per salvare queste anime. Ricordati, o Signore, che il tempo della giustizia non è  ancora venuto, ma bensì quello della misericordia: pietà, dunque e misericordia di queste anime che sono anch’esse figli tuoi!”.

Il Signore si degnò di accettare questa offerta. Sono 20 anni41 che quest’anima soffre pene di morte, aridità continua, oscurità, notte profonda, angosce terribili, timori, ansietà, lotte terribili col nemico; abbandonata, respinta da Dio, anzi, ha perfino l’impressione di essere oggetto di odio davanti a Dio. Non si capisce più niente, non c’è  più fede, speranza, carità; tutto perduto, soltanto l’inferno aperto per ingoiarci. Un giorno a quest’anima uscì questo grido: “Signore, se tu vuoi, mandami all’inferno, ci andrò, ma ricordati che tu resterai in paradiso senza la tua mamma perché sono così strettamente legata a lei, che la porterò con me”.

Sembra uno sproposito, perché il Signore non manda nessuno all’inferno se non chi vuole andarci; eppure nella sua infinita bontà si degnò rispondere a quel grido angoscioso, facendo risplendere un raggio42  della sua luce divina in quella notte oscura; se la strinse al Cuore dicendole: “Figlia mia, chi è  con mia Madre è  con me, chi ama lei, ama me stesso; a lei ho dato la chiave del Paradiso e per chi a lei si raccomanda è sicura la salvezza. Se una madre terrena non è  capace di rigettare da sé un figlio che si rifugia tra le sue braccia, chi potrà dubitare della mia Madre SS.ma? Non temere più,

figlia mia, confida, il paradiso è  tuo se lo vuoi...”

 

 

41  Questo scritto risale agli anni '50.

42  Ma fu solo un raggio momentaneo, come mi disse più volte.

 

 

 

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