Maria Chiara Scarabelli |
Maria Teresa
Ranieli
All’ombra del ginepro
Vita e
spiritualità di Suor Maria
Chiara Scarabelli EDITRICE ANCILLA Alla venerata memoria di Mons. Luigi Molinari, sacerdote
secondo il Cuore Immacolato di Maria, primo
estimatore della spiritualità di suor Maria Chiara e convinto sostenitore della missione della medaglia PRESENTAZIONE PAROLA D’AMORE PER CRISTO E PER MARIA Con linguaggio limpido,
scorrevole e profondo, Maria Teresa Ranieli traccia
in questo volume le linee essenziali della vita e della spiritualità della
clarissa suor Maria Chiara Scarabelli, nata a Genepreto, comune di Nibbiano
in provincia di Piacenza, il 29 marzo 1912 e morta a
Mantova il 29 gennaio Il pregio di quest’opera, che ho l’onore di presentare, è quello di far parlare
soprattutto la protagonista degli eventi narrati, attraverso i suoi scritti
spirituali. La pubblicazione intende offrire una luce
ulteriore alla richiesta già inoltrata di aprire il pro-cesso canonico
destinato ad accertare l’eroicità delle virtù di quest’anima
straordinaria. È la storia di un’anima
fermamente decisa ad essere "la prima nell’amore",
attraverso un mirabile segreto: vivere nel Cuore di Maria, canale
insostituibile di salvezza per tutta l’umanità. Suor Maria Chiara
nasce in una famiglia di onesti e laboriosi contadini, secondogenita
di dodici figli. Impara dalla madre una profonda compassione per i peccatori
e l’offerta continua di sacrifici per la santificazione di tutti i sacerdoti. La morte prematura della madre, i doveri di casalinga e
sorella maggiore, il forno a legna per procurare il pane alla numerosa
famiglia, la conducono attraverso la valle oscura
del dolore e del sacrificio. La preghiera in famiglia, le pagine del Vangelo, la vita
dei martiri, la maestra elementare Maria Galvani Braga, il santo
parroco don Emilio Rossi ed i sacramenti accompagnano quest’anima nel suo
primo cammino di perfezione. Casa, campagna e chiesa costituiscono i tre
luoghi dell’anima della bambina. Nella chiesa parrocchiale riceve le prime
apparizioni della Vergine ed avverte un’attrattiva
irresistibile per Gesù Eucaristia, ma già a cinque anni la prima esperienza
mistica: Gesù Bambino si presenta come suo "fratellino". Avverte la stessa sete di Gesù per le anime, che lei
chiama a volte "nostalgia" e a volte
"tormento". Il suo cuore giovanile si innamora
sempre più del Signore e vive il suo slancio verso l’Amato con una tensione a
volte gioiosa e spesso drammatica. E più incontra difficoltà, più si irrobustisce la brama del suo cuore di puntare tutto
esclusivamente sullo Sposo Divino. Gesù si rivela come oceano d’amore e lei risponde come
fiume d’amore che corre verso il mare. Dono d’amore e offerta d’amore esplodono in un uragano d’amore fin sulle vette di
una santità da vertigini, ove la preghiera diventa respiro e senso della
vita, dove l’irruzione del soprannaturale perfeziona ed eleva la natura. Alla scuola di Santa Teresa di Lisieux comprende in modo
chiaro l’orientamento della sua vocazione: salvare le anime col sacrificio
della preghiera in clausura. Ma per mancanza di dote non è accolta nel Carmelo di Piacenza. Per noi credenti non esistono coincidenze ma
provvidenze. Ecco perché finalmente si aprono le porte del chiostro a lungo
sospirato ed è accolta tra le Clarisse Sacramentine
di Piazza Roma a Venezia, ove rimane per più di sessant’anni. Qui la gioia non si separa dal dolore. Comprende che il
suo posto è all’inginocchiatoio davanti al tabernacolo, anche nel cuore della
notte. Non si stanca di contemplare Gesù. È felice. Le consorelle apprezzano
la sua laboriosità e viene eletta economa della
comunità e Maestra delle novizie. Poi giunge la notte oscura dello spirito
che segna la cifra del suo martirio: accuse pesantissime per eccesso di
affetto nei riguardi delle novizie. È destituita dal suo ufficio, emarginata, di-sprezzata,
dimenticata. Il diavolo non cessa di tormentarla. Lei tace. Non si difende.
Perdona. Percorre in fretta il cammino della perfezione e scrive: "Non
c’è amore senza dolore, l’amore è fuoco e come il
fuoco non dà calore e luce se non consuma qualcosa". E aggiunge: "Gloria a Dio e salvezza delle anime.
Quanto è bella la mia missione, il mio compito di anima consacrata dall’amore
e all’amore. Non si può immaginare
una gioia più perfetta". Suor Maria Chiara nei suoi
quaderni spirituali si rivela una straordinaria generatrice di luce, un vivo
calice per la nostra sete! Questa figura eccezionale sfugge
ad ogni tentativo di metterla perfettamente a fuoco,
svanendo in un alone di mistero che postula impegni più poderosi di ricerca e
di sintonia spirituale. Ci sono aspetti complessi, come
il dilatato e appassionato amore verso Cristo, ben al di là
dei confini della "normalità", in una insaziata brama di
offerta vittimale, alla maniera di una jurodivyja, cioè pazzia per Dio. E le
espressioni dell’Apostolo Paolo si fanno chiave interpretativa del mistero
nascosto nel suo cuore ardente: «Noi stolti a causa di Cristo» (1 Cor 4,10). Nel L’intervento della Madre Celeste continua a mostrare la pedagogia
divina che sceglie i deboli per confondere i potenti, anche se questi,
rivestiti di autorità, talvolta ritardano l’opera di Dio. Alla Suora Passata la bufera, nel Capitolo
del 1969 viene eletta Abbadessa dello stesso monastero di Venezia, a motivo
del suo comportamento esemplare. Il 15 ottobre 1989 consegna al suo confessore il
messaggio della Santissima Vergine circa la medaglia da coniare come dono d’amore
per i figli consacrati al suo Cuore Immacolato: "Il Figlio mio ha
affidato al mio Cuore la missione di richiamare tutte le creature alla
conversione, all’amore, alla preghiera e alla penitenza, allo scopo di
prepararle al trionfo del mio Cuore, come avevo promesso a Fatima, per l’avvento
del Regno di Gesù". Nello stesso messaggio L’invito della Madonna si
rivolge poi a tutti: "A voi della Comunità cristiana affido il
compito di farvi testimoni di fronte al mondo, annunciando questa
attesa del Signore ...". Quando avverte intorno a sé la
comune, maggiore approvazione, prega: "Oh, Mamma, fa’ che questo mio
sangue possa versarlo goccia a goccia nell’agonia
nascosta e silenziosa, ignota a tutti, nota solo a Dio e a Te".
E Gesù nell’intimo del cuore risponde: "La
sofferenza non ti mancherà, perché la vittima dev’essere
bruciata; il tuo sarà un intimo martirio, ignoto a tutti, ma coraggio, le
anime costano sangue, non temere la tua debolezza, io sarò la tua forza, se
ti fiderai di me. Sappi per tuo conforto che il desiderio di
amare è già amore; chi desidera amare, ama... Il tuo Gesù non è come le creature che vedono solo l’esterno; io vedo il
cuore e premio anche i soli desideri". Cosciente della sua nullità,
suor Maria Chiara ha sete d’infinito. Sete di Dio e sete
di anime. Una doppia sete che non dà tregua, causandole un vero martirio del
cuore che non l’abbandona fino all’ultima ora. Apostola del perdono, gioiosa nel
servizio, generosa nel ministero della preghiera d’intercessione e fedele al
Santo Rosario, afflitta da imbarazzante sordità e da una malattia alle
arterie cerebrali che procura lancinanti cefalee,
vive gli ultimi mesi della sua esistenza terrena a Mantova, nella Casa del
Sole, monastero sorto per volontà di Maria Santissima e dietro sollecitazione
della stessa Suora. La frattura del femore infine reclama il ricovero
ospedaliero in una clinica di Mantova. Tre giorni prima del suo transito esprime il desiderio
di morire in monastero. Viene esaudita. Spira di
sabato, giorno di Maria, alle ore 15.00, come Gesù. Porta
sul suo cuore, fino al giorno della morte, un foglietto sgualcito scritto nel
giorno della sua prima professione, ove si leggono le seguenti parole: "Gesù,
amore, verginità, martirio, immolazione per i sacerdoti, per tutti i fratelli
peccatori: anime, anime, anime". Una maternità
spirituale senza confini! Avvicinarsi alla figura dell’umile clarissa significa
provare la gradevole sensazione di un salutare bagno di luce. Incontrandola
ci si illumina d’immenso. Suor Maria Chiara Scarabelli è per tutti noi epifania del Signore,
messaggera di vita nuova in Cristo, "lettera" di Dio scritta con il
sangue del sacrificio quotidiano e inviata ad
ognuno. La sua bellezza fisica, testimoniata dalle poche foto
giovanili, che attira gli sguardi e i corteggiamenti dei giovani del paese,
diventa bellezza serena che scaturisce dalla pace interiore. Portamento
elegante, capelli neri e occhi azzurri persi in misteriosi orizzonti. Un viso
molto bello. Ed il suo volto ci appare come un
personalissimo "ottavo sacramento". Uno sguardo intenso
e profondo. Un volto pulito e armonioso. Una bellezza celestiale, rivelatrice
di un’anima sinfoniale ove tutti
gli elementi costitutivi della persona sono armonizzati nell’unità, fusi in
un’orchestra mirabile che canta il fascino della pace. È l’identità misteriosa e
sublime della persona casta, abilitata a narrare Nell’ora dell’egoismo senza
pudore, del relativismo dominante e dell’emergenza educativa, suor
Maria Chiara Scarabelli è testimone del primato
dell’Amore, di cui avvertiamo tutti l’urgenza e la necessità. Benevento,
11 agosto 2009 - Memoria di Santa Chiara. Mons.
Pasquale Maria Mainolfi INTRODUZIONE "La mia vita è un dramma d’amore"
scrisse un giorno suor Maria Chiara Scarabelli. Cosa intendeva dire l’umile clarissa con tale espressione? È questa
la domanda alla quale abbiamo tentato di rispondere con la presente
biografia, interpretando il termine dramma come vicenda dolorosa e
attribuendo alla specificazione "d’amore" una valenza connotativa.
L’amore verso Dio e verso i fratelli è, infatti, il filo d’Arianna che ci ha guidati e ci ha portati alla fine di un’esistenza
apparentemente difficile, irta di ostacoli, ma segretamente segnata e
predisposta da un disegno superiore. Scrivere
la biografia di una claustrale, guardare cioè al di là
della grata di un monastero di clausura, può creare qualche
esitazione, un certo timore di violare un nascondimento e una segretezza di
vita volutamente cercati e mantenuti. Con
cautela e prudenza, pertanto, abbiamo riordinato fatti e notizie provenienti
da scritti della Suora e da testimonianze di persone che l’hanno conosciuta.
Ci siamo valsi di testimoni d’eccezione, quali le sorelle della Scarabelli ancora in vita e lo stesso Padre spirituale
degli ultimi dieci anni di esistenza della Suora.
Siamo convinti, però, di non aver violato il segreto di un’esistenza. «Il mio segreto è tutto per me» scriveva il profeta
Isaia e alludeva con questa frase all’impossibilità di svelare il privilegio
di un’anima che viene scelta da Dio a portare un suo
messaggio agli uomini. Ci siamo limitati a presentare la trasparenza mariana di
un’esistenza, la grazia della preghiera concessa a una bambina di campagna,
la grazia della visione che diventa nel tempo grazia di comunicazione con l’Alto
e grazia di discernimento e abbiamo cercato di spiegare che solo la custodia
della purezza di cuore può disporre un’anima a vedere e capire le cose
divine. Ci è sembrato importante sottolineare la
virtù dell’obbedienza di suor Maria Chiara e la sua radicale disponibilità al
servizio, proprio per dimostrare che tutta la sua vita è stato un fiat alla
volontà divina. Per quanto riguarda le fonti, ci siamo serviti "a
piene mani" degli scritti della Suora, convinti che niente è più
eloquente dell’espressione diretta dei sentimenti di
chi li ha provati. Chi scrive ha conosciuto Raccontare la storia di un’anima è stato quasi come
meditare e la speranza è che la lettura di questa vicenda interiore offra la
stessa opportunità. Il teologo
Hans U. von Balthasar ha
scritto che la mistica è una missione speciale, un cammino, un servizio che
viene reso alla Chiesa e che è portato a termine nella dimenticanza di se
stessi. Alla luce di questa riflessione, possiamo affermare che suor Maria
Chiara fu veramente una mistica, una vera "fiaccola" rimasta per
troppo tempo sotto il moggio e il servizio che ha reso e renderà
alla Chiesa si scoprirà negli anni futuri. Siamo
convinti altresì che divulgare la vicenda terrena di quest’umile Suora
contribuisca a rimotivare i fedeli di Maria alla
consacrazione al Cuore Immacolato. La missione che il Cielo ha affidato alla
nostra clarissa si inscrive perfettamente nel piano
che Nel
lontano 1917, la nostra Mamma del Cielo chiedeva accoratamente la
consacrazione al suo Cuore Immacolato come condizione posta da Dio al trionfo
della pace sulla terra. Nelle apparizioni del Sulla base di questa considerazione, suor Maria Chiara è uno di quegli strumenti
piccoli e semplici scelti dal Cielo per confondere i potenti. La sua
piccolezza, la sua semplicità di cuore sono i punti fermi di questo racconto.
Tutto il resto (i luoghi, le persone, le vicende che caratterizzarono la sua
esistenza) serve a illuminare l’anima scelta dal Cielo per una grande
missione. Lungi dall’atteggiamento devozionale,
abbiamo pertanto tentato di dare concretezza alla vicenda umana di una
persona che, nell’umile fatica dei giorni prima e nella combattuta custodia
del cuore dopo, si è fatta latrice di un messaggio d’amore e di speranza per
tutta l’umanità. Suor Maria Chiara, prima di spirare, consegnò idealmente
il testimone della sua missione al Padre spirituale che l’aveva seguita negli
ultimi dieci anni di vita. A lui va la nostra riconoscenza
per l’instancabile opera di sensibilizzazione e divulgazione del
dono di Maria e il personale ringraziamento per il ruolo di guida saggia e
ispirata che ha svolto per questo lavoro. Senza le informazioni dirette,
senza i suggerimenti, le confidenze e le correzioni di questo "paziente
timoniere" la presente biografia non sarebbe
stata possibile. Un doveroso riconoscente ricordo va anche a Luisa Scarabelli, sorella di suor Maria Chiara, che col suo
sorriso e la sua vita di preghiera ci ha permesso di conoscere indirettamente
e di riflesso la natura straordinaria della protagonista di questa
rievocazione. Varese, 31 luglio 2009 Maria Teresa
Ranieli PARTE PRIMA ALL’OMBRA DEL GINEPRO Il profeta
Elia, dopo una giornata di cammino nel deserto, si sedette sotto un ginepro.
All’ombra del ginepro si coricò e si addormentò. Sotto lo stesso ginepro
mangiò la focaccia portatagli da un Angelo e bevve un orcio d’acqua che gli
diede la forza di affrontare il cammino fino all’Oreb. All’ombra
di un ginepro inizia la vicenda terrena di suor Maria Chiara, che tra i
ginepri nacque, visse la sua infanzia, ricevette i primi Sacramenti, sentì la
voce dell’Angelo del Signore e ricevette la forza necessaria per affrontare
il suo personale cammino fino al monte della contemplazione. Genepreto si chiama il paese in cui suor Maria Chiara vide la luce il 29
marzo 1912. E Genepreto deriverebbe, secondo una
delle interpretazioni del toponimo, dalla vegetazione del luogo,
caratterizzata dalla prevalenza di alberi di ginepro. Ancora
oggi, al visitatore che vi si reca per la prima volta, il piccolo borgo si
presenta incastonato in una folta vegetazione di arbusti caratteristici dell’alta
collina, tra i quali il ginepro spicca. [...] |