Torna al sommario

 

BOLLETTINO N. 7

 

 

Anno 2 – n. 3 - 3° Trimest. 2003 – Sped. abb. postale art. 2 com. 20/c Legge 662/96    DCI – PD -Taxe perçue

 

 

Suor Chiara Scarabelli

 

 

U N    M E S S A G G I O

D A   S C O P R I R E

E   U N   V O L T O

D A   C O N T E M P L A R E

 

 

Foglio  di  collegamento  per

gli amici di suor Maria Chiara Scarabelli

 

 

 

LA REDAZIONE

 

Siamo convinti che le cose di Dio si fanno strada attraverso umili strumenti: ecco perché non ci vergogniamo della piccolezza del nostro foglio di collegamento, anzi consideriamo la sua pochezza elemento prezioso per verificare se quello che stiamo facendo è soltanto nostro, oppure viene da Dio.

Se insistiamo nel proporre aspetti della spiritualità di Suor Chiara, lo facciamo per evidenziarne la consistenza e offrire una garanzia della serietà delle sue esperienze mistiche, in particolare  quella concernente la Medaglia dei consacrati.

Il nostro tempo è ricco di apparizioni, di rivelazioni, di esperienze mistiche e di manifestazioni carismatiche mai conosciute in passato. Tale ricchezza, tuttavia, richiede di essere vagliata attentamente per discernere ciò che è autentico da ciò che non lo è, anzi, da ciò che potrebbe essere opera del Maligno. L’esortazione s. Paolo: Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. (1Ts 5, 19-33), unita a quella dell’Apostolo s. Giovanni: Carissimi, non prestate fede a ogni ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo… (1Gv 4,1), devono essere i cardini su cui impostare un processo di  discernimento autentico.

È appunto con questo piccolo strumento di comunicazione che cerchiamo di condividere, con gli amici di Suor Maria Chiara, un cammino di discernimento riguardo alla sua esistenza e alle sue esperienze mistiche.

 

VIENI IN MIO AIUTO!

 

Eccomi, o mia cara mamma Maria SS...

Sono qui per fare l'ubbidienza al Ministro di Dio... Ti prego, vieni in mio aiuto, Tu sai quanto mi è difficile dopo più di 40 anni di lotte, sofferenze, incomprensioni, dover mettere in iscritto il tuo amore che hai usato verso questo povero nulla... Tu sai tutto mamma, aiuta la mia pochezza, sono una povera idiota, bambina che  sa solo balbettare e rovinare le opere del Tuo amore.... Conscia del mio nulla, mi affido a Te, mi abbandono in Te, nel Tuo Cuore di mamma, non deludere la mia fiducia...

R. Piccola mia, non temere, io sono con te per aiutarti a glorificare Dio e la tua mamma, per quello che ho operato in te... non temere se sei un nulla, il Signore non ha bisogno di scienza, ma di docilità per rivelare il suo Amore, è Lui che opera, meno c'è dello strumento che si sceglie, più risplende la Sua bontà e misericordia infinita...

Così fa il mio Cuore Immacolato, scelgo sempre i più piccoli affinché tutti vedano che è solo opera mia. Non ha forse detto Gesù: «Ti ringrazio Padre che queste cose le hai nascoste ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli, perché così è piaciuto a Te»? Coraggio, dunque, piccola mia, non temere neppure gli assalti di satana che vorrebbe impedire quello che stai per fare. Fidati di me e mi darai tanta gioia perché venga glorificato il mio Cuore Immacolato e far conoscere a tutti i miei figliolini quanto li amo affinché tutti vengano a me, al mio Cuore, per portarli al Cuore di Cristo che li attende. Questa è la missione che Lui mi ha affidato... 2 Ottobre 1992

 

Il brano che prendiamo in considerazione è stato scritto in seguito alla richiesta del confessore di Suor Chiara di riferire, per quanto la memoria le consentisse, la storia di quell’evento che riguardava la medaglia che la Vergine Santa, apparendole nel 1950, le aveva chiesto di far coniare.

Cogliamo subito un atteggiamento di ritrosia, da parte di Suor Chiara, a ripercorrere, con la memoria, una storia di sofferenze inaudite. Riesumare i ricordi di questi eventi, avvolti ormai in un velo di silenzio, le avrebbe comportato il riaprirsi di vecchie ferite ed il riacutizzarsi di antichi dolori.

Suor Chiara non aveva potuto realizzare il compito affidatole quarant’anni prima dalla Madonna, per una serie di circostanze negative di cui avremo modo di parlare.

Questa richiesta della Vergine, che incontrò l’opposizione del demonio, e la chiusura preconcetta di persone a lei vicine che avrebbero dovuto sostenere la richiesta della Madonna, avevano fatto maturare in lei un senso di frustrazione e di dolore profondo per non essere riuscita a portare a termine il compito affidatole dalla Mamma che lei tanto amava e che avrebbe voluto accontentare a qualunque costo.

La nostra suora attribuiva alla sua inettitudine la mancata realizzazione della richiesta di Maria. Queste riflessioni ci illuminano sulle difficoltà avvertite da Suor Chiara a riferire le sue esperienze, soprattutto quelle soprannaturali, e ci chiariscono come per lei lo scrivere fosse un duro e faticoso atto di obbedienza.

Conscia che le sue miserie spirituali e materiali non le avrebbero consentito di portare a termine il compito affidatole, reagiva, tuttavia, esemplarmente, con l’obbedienza e l’abbandono.

L’obbedienza le impediva di dire di no al ministro di Dio; l’abbandono, nelle mani di Maria, le consentiva di portare a termine il lavoro, superando il complesso della sua incapacità.

Tanto più piccola ed incapace è la creatura, tanto più ampio e profondo si può rivelare l’intervento di divino.

Scrive Suor Chiara: Ti prego, vieni in mio aiuto…. Non è sufficiente, infatti, riconoscere la nostra incapacità, anche se questo è il primo passo verso l’abbandono, occorre la preghiera che funge da ponte tra l’umano ed il divino, consentendo a Dio di realizzare, nella creatura, la Sua volontà.

L’umiltà che traspare nella prima parte dello scritto di Suor Chiara, non si traduce, dunque, in chiusura o rinuncia al progetto stesso, ma diventa condizione per aprirsi alla celeste Madre per chiederle l’aiuto necessario.

La risposta della Vergine non tarda a venire: Non temere… Non temere…

Ciò che chiede Dio non è la scienza ma l’abbandono al suo progetto: meno il nostro volere interferisce, più risplende fulgida la sua azione.

Maria, che sa per esperienza quanto l’abbandono alla volontà di Dio sia importante, sceglie sempre, per i suoi progetti i più piccoli. Ciò avviene perché il mondo sappia che quel che sta accadendo, in quella determinata anima, è opera sua.

Pertanto, ciò che Chiara ritiene ostacolo, vale a dire la sua piccolezza, costituisce, invece, la condizione perché la Mamma Celeste possa operare. La Madonna, infatti, rammenta alla sua figliolina quanto ha detto Gesù: “«Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. (Lc 10,21).

Anna Maria La Rosa

 

 

NAVIGANDO NEL CUORE DELLA MAMMA

 

L'anima che si abbandona in Maria, come un bimbo sul cuore di sua madre, impara a vivere con Maria, lasciandola agire in sé. Il Cuore Immacolato è la sua casa, il Paradiso della SS. Trinità. Perciò l'anima non cerca più di imitare le virtù di Maria come dal di fuori, ma lo fa dal di dentro, in una maniera semplice, spontanea, e ama con Maria, cioè partecipa all'amore del suo Cuore Immacolato. È difficile esprimere a parole quello che sento... Essa ama per me... In questo santuario della Trinità beata, l'anima si conforma a Cristo, anzi si trasforma in Lui, tanto da poter dire: "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me"! (S. Paolo). Quando lo Spirito Santo trova l'anima nel Cuore di Maria, sua purissima sposa, opera in quest'anima le sue meraviglie. S. Ambrogio ha una frase stupenda che ci rivela la sua unione con Maria. Diceva: "Sia in ciascuno l'anima di Maria affinché magnifichi il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria, affinché esulti in Dio".   Il beato Massimiliano Kolbe, che l’amò tanto, scrisse: "Come è possibile vivere in Maria? Rifletti: forse che in Lei non vive Dio? Forse che nel suo Cuore Immacolato non si trova tutto il tesoro della divina Grazia? Dove c’è Maria c’è Cristo: non è mai separato da Sua Madre". O Vergine Immacolata, ringrazia il mio amore dolcissimo, Dio Padre, perché mi ha creata, Dio Figlio perché è venuto ad abitare in me, Dio Spirito Santo perché mi racchiude in sé. Così vivo nella Trinità e nel tuo Cuore, o mamma mia dolcissima!... Io faccio solo quello che vuole la Mamma; se lei non vuole, io non posso far nulla, perché sono nel suo cuore; essa mi porta dove vuole, e io la lascio fare... Anche in cielo, come Gesù intercede per noi presso il Padre, così la mamma Immacolata continua a intercedere presso il Padre e il Figlio, affinché ci inviino di continuo lo Spirito creatore e vivificatore... Vieni, vieni, Santo Spirito, e dammi il tuo amore: alla tua azione mi abbandono. Dio è amore, Gesù amore, lo Spirito Santo amore, Maria è la madre del bell’amore. Mi comprenda chi può e chi vuole...(Quaderno n. 5, pp. 27-29)

 

Nel precedente foglio di collegamento ho cercato di dimostrare come l’ingresso di suor Chiara nel Cuore della celeste Mamma sia legato ad una particolare esperienza mistica, da lei vissuta come esperienza fondante il suo singolare rapporto con la Vergine Maria. Da quel momento, infatti, ella non farà niente che la Mamma non voglia, le sue scelte saranno suggerite unicamente dalla Mamma, non avrà altra fame che di ciò che trova in questo Cuore immacolato, nel quale si è rinchiusa per sempre.

Il testo che abbiamo preso in esame ci racconta che cosa ha provato quando è stata accolta nel cuore della Mamma. Anzitutto ha esperimentato la novità, mai conosciuta prima, di vivere in Maria e con Maria… Prima era lei che si studiava di piacere alla Mamma, prendendo iniziative e facendo scelte, anche eroiche, ora la sua scelta è unicamente quella di lasciare agire in lei la Mamma: Io faccio solo quello che vuole la Mamma; se lei non vuole, io non posso far nulla, perché sono nel suo cuore; essa mi porta dove vuole, e io la lascio fare... Cogliamo in questo rapporto con la Madonna una certa analogia con quello che sussiste tra Gesù e il Padre: Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.(Gv 5,19); Io non posso far nulla da me stesso; (…) perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato (Gv 5,30). Anche lei non cerca più di imitare le virtù di Maria come dal di fuori, ma lo fa dal di dentro, proprio come Gesù che fa quello che vede fare dal Padre suo.

Nel cuore di Maria, santuario della Trinità,  suor Chiara vive l’esperienza di un incontro con le tre persone divine in un modo ineffabile. Per capire questo, è necessario tenere presente che l’esperienza di Dio è proporzionata al modo e all’intensità con cui si rivela. Io non penso che ci sia luogo in cui Dio-Trinità si sia rivelato con più intensità e pienezza che nel Cuore immacolato di Maria. Suor Chiara vive in Maria e con Maria il suo rapporto con le tre Persone divine. Possiamo noi immaginare un essere creato, sia umano che angelico, che abbia realizzato un rapporto con la Trinità più profondo di quanto non avvenne per Maria? Ebbene, la Mamma celeste rende partecipe, anzi, inserisce Suor Chiara nel suo stesso rapporto con le Persone della SS. Trinità.

Il Cuore Immacolato di Maria è il luogo dove l’Amore ha posto la sua dimora e chi vi entra viene trasformato in amore. Questa è stata l’esperienza che ha fatto suor Chiara:  Dio è amore, Gesù amore, lo Spirito Santo amore, Maria è la madre del bell’amore. Dal suo ingresso nel Cuore immacolato di Maria si è consegnata pienamente alla sua azione materna, per essere trasformata in puro amore. Tale processo di trasformazione si concluse solo qualche mese prima della sua morte quando, finalmente, il suo tormento di non amare come avrebbe voluto sfociò nella certezza e nella gioia di amare con il Cuore stesso della Mamma.

Per questa trasparenza della Vergine Maria nella  persona di suor Chiara e nel suo agire abbiamo voluto dare al primo libro pubblicato su di lei, dopo la sua morte, il titolo: Suor Chiara Scarabelli, Icona purissima della  Vergine Maria.

fra Alessandro Domenicale ofm

 

 

TESTIMONIANZE

 

Anna Maria Poggi

 

 

DIO È PADRE DI TUTTI

 

Il mio collega Vittorio, persona profonda, intelligente, buona, sebbene atea, credeva nell’uomo, nella sua capacità di trovare in sé tutta la forza necessaria per superare le difficoltà della vita. Da anni ammalato di cancro alla gola, lottava, finché un giorno peggiorò. Cercò in se stesso la forza per andare avanti. Stupivo di fronte al suo coraggio, alla sua forte volontà. Gli dissi che avrebbe dovuto chiedere aiuto al Cielo, dal quale proveniva la sua forza, secondo il mio punto di vista. Lui non si piegava, diceva che quando fossero venute meno le sue energie, sarebbe morto e tutto sarebbe finito per sempre con la distruzione del suo corpo. Era rassegnato! Un giorno, per condividere le sue sofferenze che aumentavano, andai a trovarlo e gli assicurai la mia costante preghiera perché lui sapeva che questo era il mio modo di aiutarlo. Avevo con me una medaglietta dei consacrati e lo pregai di accettarla confidando nella Madonna e in Dio che lo amavano tanto, anche se lui non ci credeva e non lo interessava. Accettò  il dono per farmi piacere, ascoltò le mie parole ma non disse nulla. Lo salutai con affetto e con tristezza al pensiero che non potesse godersi le gioie del Cielo. Fu l’ultima volta che lo vidi in quel lettuccio di sofferenza. Qualche giorno dopo andarono a visitarlo due mie colleghe e, al ritorno, mi vennero a dire che Vittorio aveva molto gradito il dono che gli avevo fatto, la medaglia, e che aveva anche detto di aver capito che Dio è Padre di tutti gli uomini, anche suo. Fui felice e condivisi la gioia con le mie colleghe. Sono certa che  il Padre misericordioso l’abbia accolto a braccia aperte quando, due settimane dopo, è morto.

Chiara Bollini

 

 

Editore / Proprietario:            “Comitato Suor M. Chiara Scarabelli”

Redazione:                              Via Mameli n. 8 – 35020 Ponte San Nicolò (Pd) Italia

                                               Tel. 049/718216 – Fax 049/8969595 –

                                               e-mail: comitatochiarascarabelli@virgilio.it

                                               http://www.diweb.it/pd/medagliaconsacrati/

Direttore responsabile:           Daniela Ghio

Capo redattore:                      Fr. Giovan Battista Ronconi

Aut. Tribunale di Padova       n. 1770 del 18/12/2001

Stampato in proprio

 

 

Torna al sommario