BOLLETTINO N. 6
Anno 2 – n. 2 – 2° Trimest. 2003
– Sped. abb. postale art. 2 com. 20/c Legge 662/96 – DCI – PD -Taxe perçue
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Suor Chiara Scarabelli U
N M E S S A G G I O
D A S C O P R I R E E
U N V O L T O
D A C O N T E M P L A R E Foglio
di collegamento per
gli amici
di suor Maria Chiara Scarabelli |
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LA REDAZIONE
Cari amici, puntuali veniamo
a voi con il nostro Foglio di
collegamento per continuare, anzitutto, la nostra riflessione
sull’eccezionale esperienza di fede vissuta, in abito feriale, da suor Maria
Chiara Scarabelli e anche per parteciparvi qualche nota di cronaca concernente
la figura della nostra clarissa.
Il 29 gennaio, nono
anniversario della morte di Suor Chiara, alle 15,15, ora in cui è avvenuto il
suo transito da questo mondo al Padre, nella cappella del monastero delle
Clarisse di S. Silvestro di Curtatone (Mn) si è concelebrata l’Eucarestia in sua
memoria. La Cappella del monastero era gremita di fedeli, ammiratori della sua
spiritualità, provenienti da Padova e dalla città di Mantova e periferia. Il
celebrante, durante l’omelia, ha esposto quali sono le ragioni che motivano
l’impegno perseverante nel promuovere la conoscenza di questa figura; la
lettura, poi, del Magnificat, scritto
da suor Chiara, come ringranziamento per il dono dell’amore che Dio le ha
concesso nel corso della sua esistenza, è stata come una finestra che si è
aperta sul mondo delle tenerezze di Dio. Assai calorosa e piena di finezze è
stata l’accoglienza riservataci dalle sorelle Clarisse.
Il 29 Marzo, data della
nascita e del battesimo di suor Chiara, ci siamo trovati, con due pulmann di
pellegrini, sulla sua tomba nel cimitero di Genepreto dove, assieme alle
sorelle di suor Chiara, abbiamo recitato il santo Rosario e poi abbiamo
celebrato l’Eucarestia nella chiesa parrocchiale. Dopo il pranzo, consumato nel
ristorante Scarabelli, i pellegrini
si sono recati nuovamente nella chiesa per pregare e meditare sugli eventi di
grazia vissuti, proprio in quel luogo, da suor Chiara. La giornata, che ha
avuto come tema dominamte il puro amore
ricercato appassionatamente e vissuto eroicamente da suor Chiara, si è conclusa
nella gioia e nella pace interiore. L’esperienza di una profonda pace interiore
è la nota costante che sperimentano e testimoniano quanti partecipano a questi
“pellegrinaggi” che, però, noi
preferiamo chiamare Giornate di
spiritualità.
Ci sia consentito di
ricordare, ancora una volta, che questo foglio
di collegamento non ha altra pretesa che di mantenere un piccolo legame con
quanti, dopo essere venuti a conoscenza della figura di suor Chiara, desiderano
approfondirne la spiritualità e verificare se il suo ricordo regge nel tempo.
Il contocorrente che viene inserito vuole essere solo una comodità per quanti
desiderano devolvere, liberamente,
qualche piccola offerta. Questo foglio di
collegamento non comporta nessun abbonamento: tuttavia, se qualcuno non lo
gradisse, è pregato di notificarlo al Comitato, che provvederà a cancellarne
l’indirizzo.
[n.
182] Maria, mia dolce e cara Mamma, dammi un cuore semplice
e felice che non tema le stanchezze, che con te sappia sacrificarsi fino
all’estremo delle forze e comunicare a tutti gioia e amore. Fa’ che io possa
essere la tua ombra, o Mamma cara, per comunicare a tutti coloro che incontro nella mia vita la conoscenza
della tua grandezza e farti amare da tutte le creature. (Dal Fuoco dell’Amore, Ed. Ancilla p. 212)
Il brano, che qui presentiamo, per la qualità dell’ispirazione, fondata su una straordinaria linearità e spoliazione, di matrice chiaramente francescana, potrebbe intitolarsi preghiera semplice. Leggendo l’inizio dello scritto, avvertiamo che il cuore di suor Chiara si trova già là dove corre il suo desiderio.
Dice Gesù: Chiedete ed otterrete, bussate e vi sarà aperto. Queste parole, talvolta così difficili da comprendere per le nostre piccole individualità, malate di protagonismo o di attaccamento, diventano qui imprevedibilmente chiare, registrando la loro fattiva efficacia .
La nostra clarissa, infatti, con limpidezza di intenti, chiede alla Mamma del Cielo un cuore semplice e felice, cuore che, al momento della richiesta, seppur inconsapevolmente, possiede già ciò che insistentemente chiede che le venga accordato.
Il segreto dell’efficacia di questa piccola e umile preghiera risiede nel fatto che l’orante non sta chiedendo, in fondo, che di fare la volontà di Dio.
Infatti è Dio stesso che ci chiede un cuore semplice e felice, capace di accoglierlo negli eventi della nostra quotidianità, di fare con gioia ciò che la vita ci presenta, nelle sue numerose forme, lieti di coltivare l’abbandono alla sua volontà.
Nel seguito della preghiera, tuttavia, s’intuisce la proccupazione più umana della sua richiesta. Si tratta del timore che la stanchezza, lo spirito di gravità, le debolezze possano impedire o rallentare la libera espressione della semplicità e della gioia. I turbamenti emozionali, con le diffocoltà che si incontrano nel morire a se stessi, le esigenze del fratello asino possono, infatti, interferire negativamente col disegno di Dio che ci vuole semplici e felici come bambini.
Suor Chiara,quindi, teme di perdersi, anche se per poco, nel proprio disegno invece che in quello divino, non potendo, perciò, comunicare agli altri gioia ed amore. La vera gioia, quella che si trova, per dirla con le parole di San Pio da Pietrelcina, nella punta più alta dell’anima, deve essere epurata dai nostri desideri umani, dalle paure, dalle aspettative che non siano quelle di Dio. Egli ci ha creati per la felicità già in questa terra. Ciò che ci distoglie dalla gioia è l’attaccamento ai nostri progetti, lo scollamento dalla volontà divina .
Allora suor Chiara chiede alla Mamma Celeste di aiutarla a mantenere il timone della sua imbarcazione puntato verso Dio e vivere la felicità come adesione alla Sua volontà, come obbedienza al Suo progetto salvifico. La clarissa sa che per ottenere ciò che chiede deve puntare lo sguardo su Maria. Mamma cara – scrive suor Chiara – fai che io possa essere la tua ombra. L’immagine dell’ombra, a mio avviso, è profondamente suggestiva. La Madonna è luce, chiarezza, luminosità di grazia: per questo suor Chiara, molto umilmente, chiede di essere la sua ombra. L’ombra è da un lato scura e tenebrosa, come i peccati dell’uomo, ma gode, dall’altro, del privilegio di vivere della presenza di Colei che la proietta, esistendo solo in funzione di quest’ultima, indissolubilmente legata a Lei. L’ombra segue sempre la persona da cui è proiettata e, se sparisce, lo fa per fondersi con la creatura da cui deriva, diventando tutta luce.
Suor Chiara vuole vivere radicata in Maria Santissima e desidera, con tutta la sua vita, rimandare, indicare, consegnare a Lei i fratelli peccatori perchè possano riconoscere la Sua grandezza e, dunque, amarla. Suor Chiara sa che la via d’accesso alla salvezza (ianua Coeli) è Maria: la sua preghiera, quindi, è volta a donare la Madonna ai fratelli, indicandola come la fonte della gioia e dell’amore per l’umanità. Nel far questo, ancora con modestia e umiltà, la nostra clarissa si dichiara solo piccolo strumento, semplice mezzo per professare Maria e donarla al mondo intero.
Anna Maria La Rosa
Nei numeri precedenti mi sono soffermato a considerare il sorriso di
suor Chiara, quale veste di valori spirituali vissuti, talvolta, in modo
eroico. Il sorriso è un’espressione ricca di significati. La persona, a cui si
sorride, si sente accolta con gioia e con amore. Il sorriso dissipa la paura,
infonde coraggio e favorisce la conoscenza che può sfociare in una comunione
profonda. Questo è stato pure l’iter del suo rapporto singolarissimo con la
Vergine Maria. Il sorriso della Mamma
celeste fu la porta che introdusse suor Chiara nelle profondità del Cuore
Immacolato di Maria nel quale fece sua stabile dimora: Dolce mammina, sorridi sempre alla Tua piccolina che ha stabilito
perenne dimora nel Tuo Cuore.
Spesso, nei suoi scritti, ripete questa profonda convinzione
dell’indissolubilità della sua unione con Maria. Basta ricordare
un’affermazione che, se non fosse in un contesto drammatico, farebbe sorridere
per la sua ingenuità. Un giorno a
quest’anima (parla di sé stessa) uscì
questo grido: “Signore, se tu vuoi, mandami all’inferno, ci andrò, ma ricordati
che tu resterai in paradiso senza la tua mamma perché sono così strettamente
legata a lei, che la porterò con me”(Cfr Icona Purissima della Vergine Maria, Ed. Ancilla, p. 276). Una tale
convinzione, che a prima vista potrebbe suonare, oltre che ingenua anche
presuntuosa, ha invece il suo fondamento in un’esperienza mistica da lei
vissuta in giovane età. Un giorno, stupito dal modo e dalla frequenza con cui
mi parlava del suo rapporto con la santa Vergine così singolare, le chiesi
quando avvenne tale accoglienza nel Cuore della Mamma celeste. Mi rispose con
prontezza: All’età di diciannove anni
circa. In realtà il suo rapporto con Maria Santissima ebbe origine fin
dalla sua prima infanzia, fiorito, come lei stessa scrive, sulle ginocchia dei
suoi genitori: I nomi, di Gesù e di
Maria, sono state le prime parole che ho balbettate sulle ginocchia materne e
paterne. Diversi episodi
singolari, ricordati anche nella sua autobiografia, documentano come tale
rapporto si riveli di un’intensità eccezionale, già nella sua infanzia e
adolescenza. Il ricordo, però, di essere stata accolta nel Cuore di Maria in un
preciso momento, si distingue da tutti gli altri incontri e da tutte le altre
esperienze mistiche: pertanto è legittimo pensare che sia legato ad un evento
mistico del tutto particolare. È possibile avvallare tale convinzione
analizzando i suoi scritti mistici, in particolare, il suo modo di esprimersi
quando si riferisce alla natura di tale rapporto. Sono indicative espressioni
di questo tipo: Il Cuore di Mamma è la
mia casa, la mia dimora perenne, in vita, in morte e nell'eternità...; - per
vivere nel cuore della Mamma bisogna essere abituati alle alte temperature; -
Io non posso fare niente che la Mamma non lo voglia ecc.
Tutta la sua esistenza è vissuta nel Cuore della Mamma, in esso si alimenta. Il suo rapporto con Gesù avviene nel cuore della Mamma e si
consuma nell’amore della Mamma.
I suoi appuntamenti avvengono in questo Cuore: Diamoci appuntamento nel Suo Cuore Materno, restiamo là, unite in
colloquio come bimbe con la mamma ecc…
fra Alessandro Domenicale
ofm
TESTIMONIANZE
UN ESEMPIO DA IMITARE
L'ultimo giorno dell'anno 2002 mi chiama al telefono
Giampaolo, un giovane di Rovito, in provincia di Cosenza. Ha avuto tra le mani
il nostro volume "Sr.M.Chiara Scarabelli, Icona purissima della Vergine Maria, ed è rimasto affascinato dalla
figura della contemplativa. Mi chiede di spedirgli una copia del libro. Gli
potrà servire nel guidare il Gruppo di preghiera composto da circa 80 aderenti,
da lui stesso, solo diciottenne, fondato e diretto.
Mi confida che presto inizierà la Peregrinatio Mariae decisa dal suo Gruppo, e mi
chiede una statuetta della Madonna. Lodo 1'iniziativa e prometto la statuetta,
che subito gli spedisco. E mi permetto di dargli alcuni suggerimenti. E cioè:
in occasione della "Peregrinatio Mariae" sarebbe molto bello che la
famiglia, visitata dalla Madonna, si consacrasse al Suo Cuore Immacolato. Ma
sarebbe pure molto bello proporre tale Consacrazione ai singoli aderenti al
Gruppo.
Perchè, poi, tale gesto fosse compiuto con la
necessaria consapevolezza, doveva essere preceduto da opportuna preparazione,
che poteva consistere in un Triduo di preghiera, con la recita del S. Rosario,
e la riflessione sulle quattro apparizioni fatte dalla Vergine a Suor Maria
Chiara, per chiederle di far coniare la Medaglia che noi, appunto, chiamiamo
"dei Consacrati".
A coloro che faranno fatto la Consacrazione, verrà
imposta la Medaglia, dono della Vergine Maria, che testimonierà e ricorderà
l'avvenuta Consacrazione, e sarà pure di aiuto a viverla nelle contingenze di
ogni giorno.
Finalmente, ai consacrati sarà pure consegnata la
pagellina che porta la "Coroncina dei Consacrati", composta con le
invocazioni che la Vergine volle scolpite sulla Sua Medaglia. Ripetere quelle
preghiere sarà come rinnovare, ogni volta, la propria Consacrazione al Cuore
Immacolato di Maria
Il bravo giovane ha accettato tutti i miei
suggerimenti, li ha proposti al Gruppo e sono stati tradotti in pratica, con
esito pienamente soddisfacente.
Nelle lettere con le quali mi ha tenuto informato,
Giampaolo usa espressioni dalle quali trasuda la sua gioia e il suo entusiasmo.
Mi piace riportarne alcune perchè (come è accaduto a me) la sua gioia e il suo
entusiasmo passino al lettore.
"La Peregrinatio Mariae va avanti, portando con
sé grazie e benedizioni... In preparazione della grande festa della
Consacrazione, nella nostra Parrocchia stiamo vivendo giorni di grande spiritualità
e di tanta grazia di Dio e la Chiesa ogni giorno è stracolma di anime" (14
gennaio 2003).
"La Peregrinatio Mariae continua sempre il suo
bel cammino nelle famiglie e le famiglie sono contente di ricevere la visita
della Madonna nelle loro case. Vedeste solamente che belli altari preparano con
tanta devozione e quanta gente partecipa alla preghiera del S.Rosario…"
(20 gennaio 2003).
"Le attività del nostro Gruppo, per grazia di
Dio, continuano a gonfie vele; molta
gente, che ha saputo che la Madonna rimane a Cosenza, si prenota per riceverla
in casa propria e invita amici e parenti per momenti di preghiera e di
condivisione fraterna" (22 febbraio 2003).
"Le famiglie sono contente di ricevere la Madonna
nelle proprie case e di consacrarsi al Suo Cuore Immacolato. Stanno anche
avvenendo delle grazie e dei miracoli" (4 marzo 2003).
"Un esempio da imitare" quanto è accaduto a
Rovito di Cosenza! Da parte di chi? Penso soprattutto dagli amici di Suor
M.Chiara, che tanto si sono impegnati a diffondere libri, opuscoli, medaglie,
pagelline, cioè il materiale religioso relativo al messaggio della santa
Religiosa. Facciano quanto ha operato il giovane Giampaolo e saremo gratificati
dagli stessi confortevoli risultati.
Mons. Luigi Molinari
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