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BOLLETTINO N. 43

 

 

Anno 12° – n. 1 - 1° Trimestre 2013 – Sped. In Abb. Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)  art. 1 comma 2,-DCB-PD - Taxe perçue

 

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Suor Chiara Scarabelli

 

 

U N    M E S S A G G I O

D A   S C O P R I R E

E   U N   V O L T O

D A   C O N T E M P L A R E

 

 

Foglio  di  collegamento  per

gli amici di suor Maria Chiara Scartabelli

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LA REDAZIONE

 

            Siamo ormai agli ultimi giorni del mese di febbraio del 2013 e ci accorgiamo che non è ancora uscito il primo numero del Foglio di collegamento, piccolo strumento di comunione, per gli amici di sr. M. Chiara Scarabelli. Questo ritardo è dovuto a una serie di contrattempi che ne hanno impedito la redazione.

            Come era stato annunciato nell'ultimo numero del nostro Foglio di collegamento, il 29 gennaio, ci siamo trovati in molti nel monastero delle Clarisse dei SS. Nomi di Gesù e Maria, sorto accanto alla Casa del Sole di San Silvestro di Curtatone (MN), per celebrare il 19° anniversario del transito di Suor M. Chiara Scarabelli. L'accoglienza da parte delle Sorelle Clarisse, come sempre, è stata molto cordiale, ma ciò che più stupisce, in questa ricorrenza annuale, è che chi vi partecipa esperimenta un incontro vivo, luminoso con la persona di Sr M. Chiara e si sente inondato di una pace interiore che non si spiega.

            Il pellegrinaggio annuale che facciamo ogni anno a Genepreto nel sabato più vicino alle due date, il 25 marzo, solennità dell'Annunciazione, e 29 marzo, giorno della nascita di Sr. M. Chiara, quest'anno è stato spostato a sabato 13 aprile, e ciò per partecipare all'animazione della Santa Messa prefestiva, che Radio-Maria trasmetterà dalla Chiesa parrocchiale di Genepreto.

            Le locandine che illustrano il programma di questa giornata sono già stampate e in qualche chiesa già esposte. Per quanti desiderano prenotarsi per partecipare, possono telefonare alla signora Scarpa Milena, tel. 049751210 cell. 3392207752 nelle ore della sera.

 

 

PERCHÈ A GENEPRETO?

 

            Andiamo per rivivere una giornata di spiritualità in compagnia di Sr. M. Chiara, la quale nacque e visse a Genepreto per 19 anni, fino al giorno della sua entrata nel monastero di clausura delle monache clarisse sacramentine di S. Chiara a Venezia - Piazzale Roma.

            Dopo la sua morte, le sue spoglie mortali sono state portate nel cimitero di Genepreto, accanto ai suoi genitori.

            Gli anni giovanili da lei vissuti a Genepreto ci offrono un quadro della sua vita molto ricco sotto l'aspetto umano e spirituale.

            Esperienze mistiche ne ha avute diverse nella sua vita, ma le più conosciute sono proprio quelle che ebbe negli anni della sua giovinezza, prima di entrare in monastero. Infatti, don Emilio Rossi, che fu la sua guida spirituale, dopo l'ingresso di Sr. Chiara in monastero, le divulgò per il bene della sua gente.

            Qui vogliamo riportare la storia, scritta da Mons. Luigi Molinari, di una prodigio mariano che avvenne nella chiesa di Genepreto nel mese di giugno dell'anno 1923.

 

 

La Madonna delle Ragazze

di

Mons. Luigi Molinari

 

            Il giorno. 6 giugno 1923, una ragazzina di 11 anni, in preda all'angoscia per la morte della mamma, portata alla sepoltura il giorno precedente, entra nella chiesa di Genepreto, si prostra davanti all'altare e cerca conforto nella preghiera.

            Dopo qualche tempo si riscuote. Guarda e si vede, lì accanto, un misterioso Bambino che la prende per mano e la conduce davanti alla statua della Madonna che è esposta presso la balaustra, alla destra dell'altare. A Lei la ragazzina  rivolge la sua accorata preghiera "Madonna mia, non ho più la mamma! Ti prego, sarai Tu la mia mamma, non è vero?

            Accadde l'incredibile! La statua si animò, guardò la piccola con occhio materno, le sorrise: poi aprì il suo manto celeste e la coperse tutta in segno di protezione. E la rincuorò così: "Coraggio, figlia mia, non temere, io ti farò da mamma!". La piccola si stropiccia gli occhi per rendersi conto di quello che accade, ma non vede più davanti a se una persona viva, bensì una statua senza vita.

            La ragazzina, soggetto di questa bella storia, si chiamava Maria Scarabelli e abitava a Genepreto, un po' fuori dal piccolo borgo, nel luogo dove, in seguito, venne aperta una cava.

            All'età di 19 anni, per seguire la sua vocazione entrò, a Venezia, nell'Ordine delle Clarisse Sacramentine. Visse, Santamente in clausura per oltre 60 anni e chiuse i suoi. giorni nel Monastero di S. Silvestro.di Curtatone il 29. gennaio 1994.

            È sepolta nel cimitero di Genepreto e la sua tomba è meta di pellegrini che vanno a rendere omaggio alla sua santità, e a invocarne l'intercessione presso Dio.

 

* * *

 

Il fatto della prodigiosa animazione della statua ci è stato tramandato per iscritto dalla stessa. Religiosa che ne fu la beneficiaria. La quale però non indica con chiarezza quale, delle quattro statue mariane della chiesa di Genepreto, sia quella che si è animata. Tuttavia siamo riusciti a stabilirlo mediante un'accurata ricerca e ragionando sui dati a noi forniti da persone anziane nate e cresciute a Genepreto.

Il lettore può seguire le nostre argomentazioni e si renderà conto che alla conclusione si arriva rispettando la logica.

La. chiesa di Genepreto, come sopra detto, possiede 4 statue della Madonna e cioè la "Madonna delle Grazie", la "Madonna Immacolata della Medaglia Miracolosa", la "Madonna Addolorata" e la. cosiddetta. "Madonna delle Ragazze" (in dialetto, la "Madonna dei fieûl ").

Stando al racconto di suor M. Chiara, la statua che si è animata il 6 giugno 1923 si trovava in quel giorno, esposta in chiesa presso la balaustra, alla destra dell'altare. Pertanto, se accerteremo che 3 delle 4 statue non potevano essere in quel giorno in quel luogo, ne seguirà logicamente che le medesime non hanno alcuna possibilità di essere la statua del prodigio e l'onore spetterà automaticamente alla quarta.

È' proprio quello che riteniamo di aver accertato.

Cominciamo dalla statua della "Madonna delle Grazie", è quella che è posta sopra l'altare laterale, a metà della navata di sinistra. Secondo la testimonianza di persone anziane interpellate, veniva tolta, come accade tuttora, dal suo posto solo una volta all'anno, in occasione della festa annuale che si celebra, ora, come allora, la prima domenica di settembre. Non poteva dunque trovarsi esposta presso la balaustra, alla destra dell'altare il 6 giugno 1923. Di conseguenza non può essere la statua che si è animata.

 

La "Madonna Immacolata della Medaglia Miracolosa", custodita in una nicchia in fondo alla medesima navata di sinistra è stata donata alla chiesa di Genepreto dalla Maestra Maria Galvani, in occasione del suo Matrimonio, che è stato celebrato il 21 febbraio 1927. Pertanto non può essere la statua del prodigio che si è avverato quattro anni prima che la statua arrivasse a Genepreto.

 

La "Madonna Addolorata", custodita sopra l'icona del Cristo Morto, in fondo alla navata di destra, veniva tolta dalla sua nicchia soltanto una volta all'anno il Venerdì Santo, per essere portata in processione dietro il simulacro del Cristo Morto. Ma il Venerdì Santo non può mai cadere durante il mese di giugno, Di conseguenza la statua dell'Addolorata non può essere quella che si è animata il 6 giugno 1923.

Resta la quarta statua chiamata "Madonna delle ragazze" perché dalle ragazze veniva portata in processione a metà del mese di giugno e l'8 dicembre in occasione della solennità dell'Immacolata.

Dato per certo che la statua del prodigio va' cercata unicamente tra le 4 che abbiamo prese in esame, escluse dalla competizione le prime 3, la quarta, cioè la "Madonna delle ragazze", dev'essere, a fil di logica, ritenuta quella che si è prodigiosamente animata nel lontano 6 giugno 1923,

 

Le cose devono essere andate così: all'inizio del mese di maggio (mese tradizionalmente dedicato al culto della. Vergine) la statua, tolta dalla sagrestia, dove era abitualmente custodita, venne esposta in chiesa, presso la balaustra, alla destra dell'altare secondo l'uso.

Finito il mese .mariano, non venne rimossa e riposta in sagrestia, ma rimase al suo posto, in attesa che le ragazze della Parrocchia tornassero dalle risaie e, in una funzione di ringraziamento, la "portassero" in processione, come si usava.

È proprio lì, presso la balaustra, alla destra dell'altare si trovava in quel 6 giugno 1923, allorché si animò davanti alla giovinetta Maria Scarabelli: la guardò con occhio materno, sorrise e la confortò.

 

* * *

 

Genepreto lo deve sapere che nella statua della "Madonna delle ragazze", possiede un tesoro!. Un tesoro dal punto di vista storico e artistico: infatti, a detta di competenti, questa bella statua della Madonna col Bambino risale niente meno che al Cinquecento, ed è opera di fattura pregevolissima.

Ma è un tesoro anche dal punto di vista della religione, perché è stata soggetto di un evento prodigioso. Un tesoro, tuttavia che, oltre che non essere conosciuto come tale, risentiva pesantemente delle ingiurie del tempo e aveva subito l'oltraggio di una infelice ridipintura. Risultò evidente l'urgenza di intervenire per consolidarne l'impianto, fermarne il degrado, eliminare la ridipintura e riportare l'oggetto al primitivo splendore. Il che è stato fatto a cura e a spese degli "Amici di suor Maria Chiara Scarabelli ". Il capolavoro è stato affidato alle cure di un'abile restauratrice, la signora Lucia Bravi, che con pazienza e competenza l'ha riportato all' originaria bellezza.

 

La domenica 2 settembre 2001, in una magnifica giornata di primavera, su una fiammeggiante macchina coupé, accompagnata da un buon numero dì pellegrini provenienti in gran parte da Padova e da Mantova, è tornata alla sua chiesa, dove rimarrà perennemente esposta al culto dei fedeli: la "Madonna dei fieûl", anzi, dora in poi, la "Madonna di suor Maria  Chiara"!

 

Nota.

L'estensore di queste note ha utilizzato le testimonianze rese dalle seguenti persone anziane, nate e cresciute a Genepreto:

Pochintesta Adriana, classe - 1920, Villa Solari di Nibbiano - Croci Maria, classe 1912, - Botteghe di Trevozzo - Genesi Eugenia, classe 1913, Pianello V.T. - Braga Lea classe 1928, Stra di Nibbiano - Scarabelli Luisa, classe - 1920,-Pianello V.T.

 

* * *

 

ANNO DELLA FEDE

 

Il Santo Padre che ha indetto l’anno della fede ci ha sorpresi con la sua rinuncia a svolgere il ministero Petrino di vescovo della Chiesa di Roma e di Pastore supremo di tutta la Chiesa. Riflettendo su questo evento pensiamo che il Santo Padre abbia inteso dire nella fede un a Dio, non meno sofferto di quello che ha pronunciato all'inizio del suo pontificato.

A differenza del suo predecessore, che ha vissuto il suo ministero Petrino, nel si della fede, fino alla sua morte, testimoniando al mondo intero, nel suo corpo, l'umiltà del Crocifisso, a Benedetto XVI invece è stato chiesto di vivere e testimoniare al mondo intero il mistero del Cristo Crocifisso, come Maria, ai piedi della Croce.

 

* * *

 

Nel numero precedente del nostro foglio di collegamento abbiamo riportato la prima parte di uno scritto di Sr. Chiara come documento di una fede vissuta nel suo quotidiano.

Sr. M. Chiara per quasi quarant'anni, dovette rinunciare ad avere l'aiuto di un Padre spirituale. Quando poi, negli ultimi undici anni della sua vita, le fu concesso avvalersi di un tale aiuto, ha voluto lasciarsi verificare sull'autenticità di tutta la sua vita spirituale. Pertanto scrisse - Come passo la mia giornata - con l'intenzione di offrire al suo Padre spiritule la possibilità di conoscerla in profondità; spesso diceva al Sacerdote farmi delle domande che la seguiva: Padre, se crede opportuno, di farmi delle domande, per il bene dell'anima mia, lo faccia liberamente.

 

COME PASSO LA MIA GIORNATA (Seconda parte)

 

Dio mi ha donato la vita, questo dono meraviglioso, devo offrirlo a lui e donarla alle sorelle, a tutti i fratelli per suo amore. Usare frequenti giaculatorie durante il lavoro per tenere sempre il contatto con Dio e con la mamma.

 

Al primo tocco della campana per la preghiera, interrompere subito perché Gesù mi aspetta, lasciare fuori della porta ogni pensiero estraneo, unendo la mia preghiera a quella di Gesù e di Maria.

 

Ogni volta che mi siedo a mensa per rifocillare fratello asino: grazie o mio Dio, di questa tua provvidenza; intendo prendere questo cibo con le medesime intenzioni con le quali Gesù nutriva la sua natura umana nel suo pellegrinaggio terreno. Mio Dio, a te nulla è impossibile, ti prego, fa’ che il cibo che sto per prendere possa dare forza, ristoro, sollievo a tanti fratelli che muoiono di fame, fallo tu che tutto puoi. Non mangiare mai a sazietà, restare sempre con un po’ di fame...

 

Recandomi alla ricreazione: Gesù, Maria, Giuseppe venite in mia compagnia... Come principio: mortificare me stessa per sollevare le altre, parlare sempre con dolcezza e carità, non interrompere mai la parola alle sorelle, saper tacere per ascoltare con il sorriso, alla fine interrompere subito la parola. Nessuna meraviglia! Siamo creature miserabili!.. Se alle volte nel contatto con le sorelle mi trovassi davanti a qualche incomprensione, qualche risposta dura o un atto scortese, subito lo sguardo a Gesù, vedendo lui solo nella sorella, accettando tutto come dono del suo amore: tutto per te, o Gesù, per i poveri peccatori, grazie... ricambiare con un sorriso e un gesto di bontà... Se io stessa, sia pure senza volerlo, fossi causa di dispiacere, sofferenza, subito ginocchio in terra chiedendo perdono e che preghi per me. Non giudicare mai nessuno, sapendo scusare l’intenzione dove non potessi approvare l’azione... Interrogata, dire con semplicità il mio parere, poi lasciare fare, non sostenere mai il mio modo di vedere, ma rimettermi sempre a quello delle sorelle... Solo così si gode la pace, la serenità, la gioia...

 

Alla mattina, prima di recarmi al lavoro, aprire a caso il S. Vangelo per sentire che cosa mi dice Gesù e che cosa vuole da me nella giornata... E’ da notare che alle volte tutte le invocazioni sono fatte solo con la mente e il cuore; è un lavoro di volontà, però sento che Gesù e Maria sono contenti... io pure felice...

 

Alle sera, dopo Compieta, che chiude la giornata: Gesù, io parto, ma resto con te, parto, tu vieni con me, io nel tuo Ciborio e tu nel mio cuore, Angeli e Santi che siete alla custodia di questo Tabernacolo amate, adorate, lodate, ringraziate Gesù per me fino al mio ritorno. Che gioia salire le scale, stanca fisicamente, ma con tanta letizia nel cuore, felice di avere dato tutto a Gesù e alle sorelle; poter dire con semplicità e verità: ho sempre detto “sì” a Gesù, qualunque sacrificio mi abbia chiesto; poterlo dire fino all’ultima sera della vita!...

 

Prima di entrare in cella, l’ultimo saluto alla Vergine Immacolata che si trova davanti alla mia porta: ti saluto o mamma mia, e gran Regina, tutto il mondo a te s’inchina. Per quel frutto che portasti, tutto il mondo illuminasti, illumina l’anima mia, o dolce Vergine Maria. Son piccina in questo mondo, però non ti nascondo il bisogno che ho di te. A te, dunque, mi raccomando, mi affido e abbandono, il mio cuore ti offro in dono, fammi pura, fammi santa, fammi tutta e sola di Gesù. Benedici, o cara mamma, la tua figlia piccolina, lasciami riposare nel tuo cuore con Gesù ...

In cella: tre Ave alla Vergine perché non permetta mai che offenda Gesù. Tre Gloria alla Trinità baciando ogni volta la terra. Aspergere con l’acqua santa i quattro angoli della stanza e il letto con l’antifona: Ecco la Croce...

Nel levarmi l’abito: ti prego, o Gesù mio, spogliami della mia superbia, fammi umile, semplice e pura... Intendo prendere questo riposo dando gloria a Dio in unione di quello che prendevano Gesù e Maria nella casa di Nazaret, con le loro stesse intenzioni... Gesù, Giuseppe e Maria... S. Giuseppe, il cuor ti dono, sempre a te ricorrerò, non lasciarmi in abbandono quando a morte giungerò. Gesù, Maria, Giuseppe assistetemi in vita e in morte mia.

Come la mattina, invocazione a S. Francesco, S. Chiara... L’ultima preghiera che chiude la giornata: Nelle tue mani, o Dio, affido l’anima mia. Ave Maria, prega per me Gesù, un bacio a Gesù Crocifisso, alla medaglia della Vergine, la Corona stretta alla mano e chiudo gli occhi come dovessi morire...

Dopo un breve sonno il mio pensiero vola al Tabernacolo dove Gesù mi aspetta, sento come una calamita che mi attira. Scendo e resto con lui per qualche ora per amare, riparare le offese che riceve durante la notte, io guardo lui, lui guarda me. Il mio cuore valica l’universo, espongo a lui tutte le sofferenze, dolori, le lacrime di tanti fratelli e chiedo alla mamma che interceda lei presso Gesù. Quello che avviene in questi incontri è un segreto tra me e lui che non si può svelare... solo mamma è testimone...

 

 

 

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