BOLLETTINO N. 2
Anno 1 – n. 2 – 2° Trimest. 2002
– Sped. abb. postale art. 2 com. 20/c Legge 662/96 – DCI – PD -Taxe perçue
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Suor Chiara
Scarabelli U
N M E S S A G G I O
D A S C O P R I R E E
U N V O L T O
D A C O N T E M P L A R E Foglio
di collegamento per
gli amici
di suor Maria Chiara Scarabelli |
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LA REDAZIONE
In questo secondo numero del
nostro foglio di collegamento vogliamo ringraziare tutti coloro che ci
hanno manifestato il loro consenso e ci hanno incoraggiati a proseguire in
questa iniziativa.
Anche in questo numero viene
proposto un frammento della biografia di sr. Chiara ed un testo dei suoi
Scritti con un commento. Presentiamo anche una nota relativa alla persona di
Mons. Luigi Molinari e una minuscola cronaca del pellegrinaggio di sabato 6
aprile c. a. sulla tomba di sr. Chiara a Genepreto, suo paese natale.
Ricordiamo che il Comitato
Suor Maria Chiara Scarabelli, Via
Mameli, 8 - 35020 Ponte San Nicolò (Padova) tel 049/718216 – fax
049/8969595. è l’organo a cui ci si può rivolgere per informazioni,
richiesta di stampa, medaglie o altro materiale che sia attinente a questa
finalità, come pure per inviare testimonianze di grazie attribuite
all’intercessione di suor Chiara.
Attualmente le pubblicazioni
utili per conoscere questa figura, sono: Suor Maria Chiara, Icona purissima
della Vergine Maria; – Un dono della Mamma Editrice Ancilla, Casella
postale 228 - 31015 CONEGLIANO TV; Il
Fuoco dell’amore (ultime copie), rivolgersi al Comitato.
CHI È MONS. LUIGI MOLINARI?
Ci è gradito aderire alla richiesta che alcuni ci hanno fatto di presentare l’identità di Mons. Luigi Molinari e, in particolare, il suo rapporto con sr. M. Maria Chiara Scartabelli. Lo faremo in modo assai sintetico. È stato parroco per un trentina di anni nella parrocchia di Pianello V.T., da quando ha lasciato la parrocchia per i raggiunti limiti di età, vive nella Casa di Riposo Castagnetti, sempre a Pianello, dove esercita la funzione di cappellano, conservando pure la cura pastorale di una piccola parrocchia. Ha pubblicato, in diversi volumi, la storia di Pianello. Incontrò personalmente suor Chiara negli anni ’80, in occasione di una gita con i suoi parrocchiani a Venezia. La sua conoscenza, però, era già avvenuta perché la sorella Luisa di Sr Chiara, sua parrocchiana, gli passava gli scritti di lei che venivano pubblicati nel bollettino parrocchiale sotto la voce Elevazione dello spirito. Nell’incontro che ebbe con sr. Chiara a Venezia, rimase particolarmente colpito dal fascino spirituale che emanava la sua persona. In quell’incontro le chiese di scrivere la storia della sua vocazione per pubblicarla nel Bollettino parrocchiale, cosa che lei fece. Prima di spedirgliela la consegnò al suo padre spirituale perché la rivedesse e togliesse quanto non sarebbe stato opportuno pubblicare.
Quella storia fu trovava
molto interessante ed ebbe un’accoglienza, da parte dei suoi parrocchiani,
davvero entusiastica. La stima di Mons. Luigi Molinari per Suor M. Chiara, che
sentiva parte della sua parrocchia, andò via via crescendo e subito dopo alla
sua morte fu proprio lui a sollecitare il Frate che seguì il cammino spirituale
di suor Chiara ad adoperarsi per farla conoscere. Il suo interesse e
disponibilità per questa causa furono tali, che, alla fine, fu proprio lui a
curare le prime pubblicazioni di Icona purissima della Vergine Maria, Ho
bisogno di te, Un dono. Si deve pure a lui una serie di articoli sulla
figura di sr. Chiara, pubblicati sul Settimanale della diocesi di Piacenza e in
altre riviste. Ha curato la diffusione del messaggio che la Vergine SS. ha
affidato a sr. M. Chiara, tenendo una preziosa corrispondenza con gli amici
della nostra Clarissa. Anche questo foglio di collegamento è stato
voluto ardentemente da lui…Per tutto questo gli diciamo grazie e ci sentiamo
certi del suo prezioso sostegno anche per il futuro.
IL SORRISO COME RISPOSTA AD UNA CHIAMATA
Ho
ricordato nel precedente numero come suor M. Chiara fosse conosciuta col nome
di Suor Sorriso.
Non saprei dire quando la piccola
Maria ha cominciato a sorridere, ma certamente molto presto, come avviene per
tutti i bambini normali. Lei stessa, però, conservò ben impresso nella sua
memoria il giorno in cui Gesù stesso le chiese di tenere sempre accesa la luce
del sorriso sul suo volto, anche quando le tenebre avessero cercato di
spegnerlo. Fu il giorno della sua prima Comunione, quando Gesù le chiese se
volesse essere tutta sua: Sorellina mia, ti voglio tutta e solo per me, accetti?(…) Con trasporto d'amore ho
detto il mio – Sì - accettando di
essere tutta sua per sempre. Però, nella mia ingenuità, non comprendevo
come... Egli, che conosce i secreti del cuore, mi disse, con tanto
amore:” Amami e lasciati amare, il resto lo farò io con la mia mamma alla quale
sei affidata. Lasciarti amare vuol
dire fare sempre la volontà del Padre, anche se costa sacrificio, sapere vedere
in tutte le cose la Sua mano Paterna che tutto permette per il bene dell'anima
tua, anche se viene da cause secondarie. Vedi, piccola mia, devi sapere
accettare ogni cosa che ti succederà nella vita, dolce o amara, gioia e dolore,
con il sorriso e un grazie”.
Da quel momento il suo sorriso non fu solo un’espressione spontanea di uno stato d’animo lieto e divertito, ma una risposta voluta di fedeltà ad una precisa richiesta di Gesù. A tal proposito, è assai significativo quanto lei scrisse ricordando il funerale della mamma che il Signore chiamò a sé nello spazio di tre giorni, quando lei contava appena undici anni: Tornando dal cimitero vedevo che tutti mi guardavano con occhi di compassione. La maestra di scuola disse: "Povere bambine, non avete più la mamma!..." Io le ho fatto un piccolo sorriso abbassando gli occhi perché il cuore mi scoppiava e non volevo farmi capire. Questo ricordo è come la primizia di una immensa fioritura di sorrisi che, come ghirlande di fiori, avrebbero nascosto feretri di morte o strade impervie. Molto più tardi, infatti, scriverà: Per me, povero nulla, quando ho qualche cosa che mi fa soffrire, il mio rifugio è sempre stato Gesù e Maria... non far mai intravedere la mia sofferenza agli altri... nascondere tutto con il sorriso... sorridere sempre, anche se il cuore piange lagrime di sangue... è stato il secreto di tutta la mia vita... Però è stato tutto dono gratuito della cara Mamma Maria che mi ha sempre guidata passo per passo, sapendo che da sola nulla avrei saputo fare di bene...
Per riuscire a sorridere
sempre, con quanta insistenza, Suor Chiara dovette rinnovare questa preghiera: Che
io sappia, col tuo aiuto e per tuo amore, nascondere le mie sofferenze con
un sorriso: tutto sia noto a te solo.
Il Signore le concesse di
sorridere sempre e la fece maestra del sorriso, rivelandole il segreto: Chi
ha fede e vive di Gesù, ha la chiave di ogni mistero umano, per conseguenza
vive sempre nella pace e nella gioia, sa dire sempre un sì pronto,
generoso, con un sorriso ad ogni inchiesta di Gesù, poiché la fede è
visione che ci fa vedere solo Dio nei fratelli e in tutti gli eventi della
vita, dolci o amari... E' sempre la Sua Sapienza Infinita e il suo amore che
tutto conduce per nostro bene e la sua gloria...
f.
Alessandro Domenicale ofm
SIATE COME I BAMBINI
Ci piace riportare, dalla sua
autobiografia, questo quadretto evangelico che fu oggetto di contemplazione da
parte di Suor Chiara, perché ci offre l’opportunità di evidenziare i tratti
essenziali della sua spiritualità.
“Oggi, aprendo a caso il Vangelo, mi capita sotto gli occhi la figura di Gesù attorniato dai bambini, con le braccia spalancate. Il mio cuore sussulta di gioia; una commozione profonda pervade tutto il mio essere... Oh, se basta essere piccoli per essere amati da Gesù, perché non restare sempre bambini? Lui stesso ha detto: “Lasciate che i pargoli vengano a me, non glielo impedite, perché di essi è il Regno dei cieli...”. Pargoli e piccoli mi sembrano la stessa cosa: dunque, voglio restare sempre piccola, semplice, per piacere a Gesù. Che amabile figura!...
Quella bimba appoggiata con
le braccia sulle ginocchia di Gesù, mi sembra che si possa chiamare fiducia,
meglio, ardire; e quel piccolissimo rannicchiato sul suo Cuore divino raffigura
l’abbandono dell’anima... Che io possa ascoltare gli arcani segreti che tu
sveli solo ai piccoli! Non hai tu, forse, rivolto al Padre questa preghiera:
“Ti ringrazio o Padre perché queste cose hai nascosto ai sapienti e le hai
rivelato ai pargoli”?.
* * *
Suor Chiara apre a caso il Vangelo e vede l’immagine
di Gesù, con le braccia aperte, così come l’iconografia classica lo
rappresenta, nell’atto di accogliere i bambini che vengono a Lui.
Colpisce intanto che l’esordio di questo brano sia: “Aprendo a caso il Vangelo ”. Suor Chiara sa che nulla viene a caso e che il suo Sposo si rivela a lei, anche attraverso la lettura del Vangelo che, mediante l’azione dello Spirito Santo, suggerisce le parole di cui in quel momento l’anima ha bisogno, le risposte cui anela.
Il Testo Sacro è la parola di Dio che dialoga con noi, che suggerisce, di volta in volta, risposte, spunti di riflessione, temi di approfondimento.
Ma oggi, dunque, Suor
Chiara, aprendo il Vangelo, cioè gli scritti del Suo amato a tutta l’umanità,
e, in particolare, a Lei, non legge, come al solito, solo una frase o un brano
che medita nel suo cuore. Oggi c’è anche una fotografia: l’immagine di
Gesù con le braccia spalancate, circondato da tanti bambini. E per Suor Chiara
la foto parla. Comincia, così, la sua meditazione sul tema della piccolezza o,
come qualcun altro ha detto, dell’infanzia spirituale. La nostra Clarissa
improvvisamente vede e vive con nitidezza i significati del messaggio di Gesù
in modo folgorante. Allora scrive così: Se basta essere piccoli, o mio Gesù, per essere amati da Te, perché non
restare sempre bambini? Le parole ”pargoli” e piccoli sono
sinonimi, precisa Suor Chiara, perciò
Gesù vuole che siamo come bambini, cioè piccoli nello spirito, per andare con
naturalezza e semplicità a Lui. Qui non si parla affatto di una forma di
ingenuità naïf. La piccolezza di cui parla Gesù è molto più complessa e
rispettosa del genere umano di quanto si possa immaginare. Dio non vuole che si
annulli la nostra identità di esseri razionali e logici, per recedere ad una
sorta di buonismo infantilistico, rinunciando alle prerogative di individui
adulti, capaci e responsabili. Al contrario, grazie all’uso degli strumenti di
cui il buon Dio ci ha dotati, per aiutarci a ritrovarlo, dobbiamo
coscientemente scegliere di essere come bambini, vivendo, da adulti, le
qualità umane e spirituali di essi. Occorre, cioè, compiere la scelta morale di
vivere i valori dell’infanzia. In altre parole, da persone adulte, bisogna
rileggere l’infanzia e le qualità morali profonde che la costituiscono, per
riviverle coscientemente. L’immagine di Gesù che accoglie i piccoli. con le
braccia aperte, diventa per suor Chiara, ulteriore motivo di meditazione. Ella
ne apprezza e ne elabora il simbolismo perché, anche in questa riflessione,
tutto diventi preghiera e lode a Gesù. Che cosa vede Suor Chiara? Intanto, una bimba appoggiata alle ginocchia
di Gesù, immagine che le ispira una sensazione di confidenza e di fiducia in
Lui. Ma, la Clarissa si corregge, non si tratta solo di fiducia, è “ardire”. La
bimba ama e non teme, dunque ha fiducia, ma, ancor più, “osa”. Sa di essere
piccola, sproporzionata rispetto alla dimensione dell’Altro, ma si avvicina a
Lui, lo tocca e si affida. L’amicizia con Gesù permette alla bimba, proprio
perché tale, di trasformare la sua piccolezza e vulnerabilità in forza.
Ancora Suor Chiara, guardando l’immagine, scopre un altro spunto di riflessione: c’è un bimbo rannicchiato sulle braccia di Gesù, con la testa sul suo petto.
Il piccolo rappresenta l’anima che si abbandona a Lui. È l’icona dell’evangelista Giovanni, il discepolo che Gesù amava. Nel cammino del perfezionamento solo l’abbandono ci permette di essere in piena comunione con Dio. L’avvicinamento a Lui, l’abbandono nelle sue braccia non sono solo espressioni di confidenza, ma diventano sorgente di conoscenza esperienziale. Stando, infatti, vicino a Gesù, o addirittura fra le sue braccia, si innesca un meraviglioso fenomeno che ci permea delle Sue virtù: una gamma infinita che va dall’umiltà profonda alla carità perfetta.
La vicinanza a Gesù istruisce, perfeziona,
trasforma, guarisce, eleva, rivela, come dice Suor Chiara, arcani segreti,
consentendoci di uscire dalle miopi conoscenze e di fare esperienza di Dio.
Egli, nel far ciò, procede, sì, con gradualità, nel dischiudere i suoi segreti,
perché la creatura non rimanga abbagliata da troppa luce, ma, comunque, conduce
al crollo di tutti i limiti umani per fare, esplodere in pienezza la forza
innovativa della Sua vita. Pensiamo, nel dir questo, alla stessa a suor Chiara
che, avendo sperimentato il fuoco dell’amore di Dio, ci parla dell’abbattimento
dei confini tra il dolore e il piacere e della valenza distruttiva e creatrice,
insieme, dell'amore divoratore di Dio
Anna
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PELLEGRINAGGIO SULLA TOMBA
DI SUOR M. CHIARA
Sabato 6 aprile c. a. con due pullman, rispettivamente uno proveniente da Padova e l’altro da Mantova, ci siamo trovati in preghiera sulla tomba di suor Maria Chiara, nel piccolo cimitero di Ginepreto.
Questo insolito pellegrinaggio è quasi una tradizione perché, da dopo la sua morte, avvenuta il 29 gennaio del 1994, ogni anno molte persone che l’hanno conosciuta, anche solo attraverso i suoi scritti, desiderano raccogliersi in preghiera presso il suo sepolcro e, più ancora, trascorrere momenti di riflessione e contemplazione nella chiesetta di Ginepreto dove la Clarissa è stata battezzata e ha vissuto esperienze mistiche singolari. Soprattutto attira l’immagine della Madonna che, come attesta sr. Chiara, si animò quando, dopo la morte della sua mamma, la piccola presa dallo sconforto si reco in Chiesa per dare sfogo al suo dolore e affidarsi, con tutta la famiglia alla protezione della Vergine SS.
La presenza dei famigliari di suor Chiara, in particolare delle sorelle Luisa e suor Ester, ce l’hanno fatto sentire più vicina.
Dopo un momento di preghiera, presso il suo sepolcro, ci siamo trovati in chiesa per la celebrazione della S. Messa. Anche dopo pranzo abbiamo trascorso un tempo di preghiera davanti all’immagine della Vergine miracolosa. Nel prossimo numero ci ripromettiamo di pubblicare qualche testimonianza resa dalle persone che hanno partecipato al pellegrinaggio. In genere, tutti quelli che vi partecipano, avvertono una pace interiore che ha del misterioso.
* * *
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Tribunale di Padova n. 1770 del
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