Anno 18° – n. 2 - 2° Trimestre
2019 – Poste Italiane s.p.a.
Sped. in Abb. Postale-.L.353/2003
(conv.in L. 27/02/2004 n°46)
art.1, comma 2,-DCB-PD - Taxe perçue
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Suor Chiara Scarabelli U N M E S S A G G I O
D A S C O P R I R E E U N
V O L T O
D A C O N T E M P L A R E Foglio
di collegamento per
gli
Amici di suor Maria Chiara Scartabelli |
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Cari Amici,
quest'anno è iniziato con un
anniversario molto significativo, il 25° del transito al Cielo di Suor M.
Chiara (29 gennaio 1994) e come ogni anno ci siamo recati al Monastero delle
Sorelle Clarisse, a San Silvestro di Curtatone (MN), dove avvenne: Suor M.
Chiara, ricoverata in Ospedale, volle tornare a casa e celebrare la sua Pasqua
nella Comunità che tanto aveva amato e servito nel sorriso e nel silenzio sia a
Venezia sia a Mantova, quando il Monastero di Venezia venne qui trasferito.
Abbiamo reso testimonianza della
santità di questa Sorella, che ha potuto dire al termine della sua vita di aver
detto sempre sì a Gesù e questi sì, che in continuità ha detto a Gesù e a
Maria, si traducono in due martiri, che lei chiamava “il martirio dell'amore” e
“il martirio per la salvezza di tutte tutte le anime”.
Lei ha considerato questo un dono
e ha chiesto il dono della sofferenza, non perché fosse una masochista, ma
perché con questa sofferenza poteva esprimere l'amore per il Signore.
Ha vissuto per 62 anni una vita
nel nascondimento, non perché avesse paura o per sottrarsi, ma per poter avere la
condizione di potere amare in pienezza Dio e i fratelli, spogliandosi di se
stessa e del suo io, per essere “ultima in tutto ma prima nell’amore”.
Il brano che segue, tratto dai
suoi scritti, è stato letto come saggio di cosa significavano per lei questi
due martiri.
“L'ansia
continua dell'anima mia è l'amore: vorrei amare tanto il buon Dio, ma mi sento
piccola e incapace di soddisfare questo bisogno smisurato. Esso è un fuoco che
sento nel cuore e vorrei comunicarlo a tutti i fratelli sparsi sulla faccia
della terra affinché tutti potessero gustare la dolcezza dell'amore di Dio.
Sento la necessità di cose eterne: le
cose di questo mondo, anche le più sante, sono troppo piccole, non mi possono
appagare, ho sete d'infinito. Dio e le anime:
ecco la doppia sete che non mi dà tregua e che fa soffrire il mio piccolo cuore
causandogli un doppio martirio. Mi pare che tanto per l'uno che per
l'altro sarei disposta (sempre confidando nell'aiuto di Dio) a qualsiasi
sacrificio, ad ogni specie d'immolazione; disposta a morire, a vivere, ad
essere annientata, sempre se Gesù lo vuole.
Non mi interessa neppure il Paradiso;
mi basta amare e salvare i fratelli. Sento in me una forza interiore, che non dipende da me,
che mi spinge a cercare tutti i mezzi per essere di aiuto a tutti i miei
fratelli sparsi nel mondo. Se continuassi a sentirla così, come al presente,
penso che neppure in Cielo potrei riposare, ma scenderei quaggiù in cerca di
anime fino alla fine del mondo.
Credo che questa sia una cosa naturale
per chi ama e conosce la sete ardente di Gesù che ci vuole tutti salvi e
partecipi della Sua gloria, che ci ha meritato a prezzo di tutto il Suo Sangue
versato per la nostra salvezza.
Se non riposa l'Amore, che sempre
bussa alla porta dei cuori per attirarli a sé, come può riposare l'amante?
Capisco che in Cielo non può entrare il dolore, ma la gioia sarà più grande
quando il numero degli eletti sarà completo. Penso che sarà un martirio d'amore
che non ci lascerà riposare neppure in quella beata Patria. Dico forse uno
sproposito?
Sento che è
difficile esprimere quello che provo nell'intimo del mio cuore... Questo
martirio d'amore deve sentirlo in modo tutto particolare Maria SS. perché
scende in terra per richiamare le anime a salvezza, per consolare, fortificare,
aiutare i più bisognosi del Suo materno amore. Chi può numerare gli interventi
di questa buona mamma in questa terra di esilio? Sono segreti dell'Altissimo,
che non a tutti è dato di comprendere.” (Q18 pp.25-28)
L’antidoto al male
(una
preziosa riflessione della nostra sorella Chiara Bollini)
Carissimi fratelli in Gesù Risorto e amici di suor M.
Chiara Scarabelli,
rileggendo
gli appunti che il Papa emerito
Benedetto XVI ha fatto pubblicare ad un periodico tedesco, prima delle Feste
Pasquali, mi sono soffermata sul tema della fede.
Benedetto
XVI ha messo in luce la situazione generale di crisi della Chiesa di cui noi
siamo parte in quanto battezzati e si è chiesto quali siano le prospettive per
il futuro dal momento che senza la fede, l’amore e l’obbedienza a nostro
Signore Gesù Cristo nessuno ci può indicare la via giusta ed è tuttavia
difficile capire cosa voglia nostro Signore da noi.
Quindi
ha sintetizzato al massimo il contenuto della fede fondata nella Bibbia,
dicendo che:
“Il Signore ha iniziato con noi una storia d’amore e
vuole riassumere in essa l’intera creazione.
L’antidoto al male che minaccia noi e il
mondo intero ultimamente non può che consistere nel fatto che ci abbandoniamo a questo amore.
Questo
è il vero antidoto al male. La forza
del male nasce dal nostro rifiuto dell’amore a Dio. È redento chi si affida
all’amore di Dio.
Il nostro non essere redenti poggia
sull’incapacità di amare Dio.
Imparare ad
amare Dio è dunque la strada per la
redenzione degli uomini”.
Dalle
affermazioni di Benedetto, che ritengo profondamente sapiente anche in forza
della sua scelta di vita di unione a Dio, nella preghiera contemplativa, ho
dedotto che la strada da intraprendere per imparare
ad amare Dio, per abbandonarci al
Suo amore, oggi più che mai, secondo la mia esperienza, è guardare alla
vita di suor M. Chiara.
Alla
fine della sua lunga esistenza M. Chiara ha potuto dire in tutta verità di aver
imparato ad amare Dio, anzi di
averlo amato tanto da soddisfare il suo desiderio che era divenuto il suo
martirio. E’ riuscita ad amare Dio perfettamente. E con quale amore!
Non con
sforzi e scalate e penitenze ma vivendo giorno per giorno nella accettazione di
ogni avversità e soprattutto vivendo
l’Amore mediante la sua consacrazione figliale nel Cuore Immacolato di Maria,
la Piena di Grazia dal Cuore ricolmo di Amore.
La
Madonna, in quanto Madre senza ombra di peccato, ha accolto in pienezza l’Amore
Trinitario di Dio. È divenuta Amore Lei stessa. L’Immacolata è stata perciò
l’unica creatura che ha potuto amare Dio perfettamente, ha ricevuto tutto il
Suo Amore vivendo totalmente abbandonata a Lui.
Coscienti
di questa realtà di Maria, ci chiediamo, come ha fatto la nostra suora ad amare
Dio perfettamente come Lei? Come ha vissuto l’abbandono totale al Signore? Come
ha potuto ricevere tutto l’Amore tanto da poterLo amare col Suo stesso Amore?
tanto da diventare Amore lei stessa?
Come
dicevo: è riuscita mediante il suo permanere in Maria, per ricevere tutto da
Lei.... l’Amore che Maria riversa in chi si affida a Lei, nel Suo Cuore
Immacolato, è Grazia efficace che trasforma.
La
suora si è abbandonata come un piccolo bimbo in braccio alla sua Mamma, che lo
protegge, lo cura, lo nutre col suo amore materno che, come latte divino, è lo
stesso Amore di Dio!
In
definitiva suor M. Chiara, ha amato Dio con l’Amore di Maria e in forza di
questo Amore ha potuto imparare ad amare i fratelli e chiedere la salvezza
della loro anima, anzi la salvezza di tutte
le anime.
Per
questo suo abbandono la Madonna l’ha scelta per portare a tutti gli uomini la
Medaglia, dono e richiamo del Suo Cuore Immacolato in cui imparare l’abbandono
all’Amore.
La
Madonna, mediante la Medaglia donataci per mezzo di suor M. Chiara, ci richiama
a vivere la consacrazione al Suo Cuore Immacolato che aveva chiesto a Fatima,
per ottenerci una nuova conversione, il ritorno a Dio, l’accoglienza
dell’Amore.
Ci
invita nel Suo Cuore dove poter sperimentare l’incontro personale con Gesù, per
unirci a Lui e far si che prendiamo coscienza di essere figli del Padre, in
Lui, e poter dire anche noi come la suora: mi basta amare!
In
Maria, figli di Maria, per essere figli di Dio, totalmente abbandonati al Suo
Divino Amore fino a diventare Amore per gli altri.
Tutto
ciò ci ha lasciato in eredità suor M. Chiara; tutto ciò è contenuto nei suoi
quaderni, preziose testimonianze per noi, che possiamo meditare i suoi scritti,
e per la Chiesa intera a cui la suora ha lasciato il suo testamento: vorrei
essere l’ultima in tutto ma prima nell’Amore.
Da lei
possiamo imparare a diventare il vero
antidoto al male.
LA COMUNIONE DELLE TRE SORELLE
Il giorno 12
febbraio si è spenta, dopo tante sofferenze, Luisa, sorella di Suor M. Chiara.
Abbiamo partecipato alle esequie, celebrate nella Chiesa di Pianello,
accompagnando le sue spoglie fino al piccolo cimitero di Genepreto, dove ora
riposa accanto a quelle delle sorelle Suor M. Chiara e Suor Ester. Possiamo
comprendere dagli scritti di Suor M. Chiara quale profondo rapporto di
comunione le legava.
Dopo che le
due sorelle erano entrate in Monastero, così Luisa sacrificò la sua vocazione
alla vita contemplativa: “Nel 1937 dando alla luce una bambina morì la seconda
mamma, lasciando la piccola creaturina di due ore. Davanti a questo caso, al
dolore del papà, che in pochi anni perdeva anche la seconda sposa, la sorella
Luisa comprese la situazione e decise di dedicarsi alla cura di quei cinque
orfanelli. Vi si dedicò fino all’eroismo, più che una mamma. Vedendosi impossibilitata
di abbracciare la vita claustrale, decise di abbracciare un Istituto laicale, e
nel 1941 emetteva i voti tra le figlie di S. Angela a Piacenza. Quanto ammiro
la sua vita di sacrificio e di unione con Dio! Lui solo lavora nelle anime e
seppe plasmare l’anima sua”.
Anche
Celestina, poi Suor Ester, incontrò grandi difficoltà per poter realizzare la
sua vocazione, desiderando anche lei la clausura, entrando nello stesso
Monastero di Suor M. Chiara a Venezia. Le condizioni di vita molto dure, per quanto
affrontate in modo esemplare, finirono col compromettere la sua salute, anche
se appena rimessa volle nuovamente tentare. Infine, venne accolta a Piacenza
tra le Suore Ancelle della Carità di S. Crocifissa di Rosa. Così scrisse Suor
M. Chiara alla Superiora che si era presa cura di lei, ancora molto sofferente,
e che desiderava tanto restasse in quella Famiglia religiosa, comprendendone le
virtù e la serietà: “Cara Madre, stia serena e abbia tanta fede, sopportiamo
insieme questa prova per amore di Dio e per la salvezza delle anime, Le
assicuro che la sorella col tempo si rimetterà in salute e sarà contenta di
rimanere con voi, sarà una cara figlia”: così avvenne nel 1944.
L’INCONTRO CON IL VESCOVO DI MANTOVA
Il giorno 8
marzo siamo stati ricevuti da Monsignor Marco Busca, Vescovo di Mantova, al
quale avevamo chiesto un incontro, spettando a lui la valutazione sulla
possibilità di aprire il processo diocesano che accerti le virtù eroiche dello
strumento scelto da Maria per portare il Dono della Medaglia, anche alla luce
del recente decreto di riconoscimento del prodigio avvenuto in Nigeria come:
“evento miracoloso dovuto all’intercessione dell’Immacolato Cuore di
Maria Vergine Benedetta per mezzo della medaglia del Cuore Immacolato di Maria
di Suor Maria Chiara Scarabelli”.
Avevamo
inviato il decreto completo a Sua Eccellenza, che ci ha accolto con benevolenza
e semplicità, rendendosi disponibile ad ascoltarci per circa un'ora, in un
colloquio, per quanto possibile, a tutto campo; in modo particolare, Monsignore
ha rilevato, come punto critico per l’apertura del processo, che parte attiva
nella richiesta sia un Comitato di laici e non la Famiglia religiosa alla quale
Suor M. Chiara appartiene.
E’ vero che i Monasteri sono sui iuris ma, sotto un certo aspetto, il Monastero di Mantova appartiene a tutti i Monasteri della Federazione perché è stato voluto come omaggio alla Vergine Maria dal Consiglio della Federazione Veneto Emilia Romagna, in occasione dell’Anno Mariano 1987/88, indetto da San Giovanni Paolo II, che nel corso della sua visita pastorale a Mantova del 1991 (22-23 giugno) ne benedisse la costruzione, ormai ben avviata, sottolineando la necessità che fosse dedicato esclusivamente alla preghiera.
Questo dono
della Federazione a Maria rispose alle pressanti richieste della Signorina
Vittorina Gementi di avere un comunità di claustrali contemplative, che fossero
di sostegno con la preghiera all’opera caritativa del suo Centro di Solidarietà
Casa del Sole.
Questo dono è
costato molto, è stato osteggiato in ogni modo e si è trovato in situazioni che
si pensava addirittura venisse chiuso.
E' per questi
motivi che chiediamo ad ogni Monastero se vuole aiutarci, perché se ci inviasse
uno scritto proprio, che testimoni la consapevolezza di questo dono, offerto a
Maria “nella pura fede” da tutto il Consiglio della Federazione, potremmo
consegnare queste testimonianze a Monsignor Marco a sostegno della nostra
richiesta.
Precisiamo
che questa testimonianza non comporta nessun vincolo né di natura giuridica né
economica, ma solo il riconoscimento di quella offerta che tutto il vostro
Consiglio volle fare a Maria.
La Vergine
SS.ma ha chiesto a Suor M. Chiara di far coniare la Medaglia come dono del Suo
Cuore Immacolato e ha voluto che la vostra consorella fosse la prima radice di
questo Monastero, chiamato a vivere l’Eucarestia attraverso l’Adorazione
perpetua non appena le vocazioni lo consentiranno, per la gloria di Dio e per
la salvezza di tutte le anime.
UNA PRESENZA DI MARIA
In data 30
marzo ci siamo recati in pellegrinaggio a Genepreto, per fare memoria della
nascita di Suor M. Chiara e rendere grazie a Maria SS.ma per il Dono della
Medaglia e l'esempio di vita evangelica della nostra Suora: è stato un viaggio
di testimonianza e preghiera, in un clima raccolto e sereno. La piccola chiesa
era radiosa, anche per i bei fiori giallo pallido, amorevolmente collocati
sull'altare e ai piedi della Statua di Maria, come per uno sposalizio.
Con grande
affabilità, il Parroco, Don Gianni, ha preso la parola prima della Santa Messa
e, tenendo fra le mani una copia del libro “Suor M. Chiara, Icona purissima
della Vergine Maria” ha voluto parteciparci la sua commozione ed edificazione
per quella lettura ed il suo ringraziamento al Signore, perché si è reso conto
di come la Vergine Maria abbia voluto manifestarsi in questa presenza
sorridente e silenziosa che, ci sentiamo di aggiungere, è specchio del dono
della Medaglia.
Nell’omelia è
stata messa in evidenza la preziosità della preghiera per “la salvezza di
tutte, tutte le anime, nessuno escluso”, il Signore stesso confermò a Suor M.
Chiara che è la preghiera più gradita al Suo Cuore e che sempre la esaudirà.
Un grazie
doveroso e sentito a Milena per l'impegno e la dedizione affettuosa nell'organizzazione
dei due pellegrinaggi.
***
In data 27
aprile si è svolta l'Assemblea annuale del Comitato presso il Convento di San
Francesco a Padova: abbiamo avuto la gioia della presenza di Fratel Mariano
Guglielmoni, ora Vicario del Convento e confratello di Padre Alessandro che, da
lui coinvolto, si è reso disponibile a darci una mano: ha servito con grande
amore per 15 anni nella missione di Cumura, in Guinea Bissau, ove è stato anche
ristrutturato il lebbrosario ed ha un talento delicato e speciale per la
fotografia. Un'altra gioia è stata l'entrata “ufficiale” tra i Soci del
Comitato dell'Ing. Francesco Toffano, che curò progetto e costruzione del
Monastero di Mantova e che tanto ama Suor M. Chiara, che incontrò personalmente
proprio nel periodo dei lavori e di Severino Zanella e della moglie Maria
Chiara Simon, tra i primi ad innamorarsi della spiritualità di Suor M. Chiara.
Ringraziamo
il Signore con tutto il cuore, perché siamo convinti che portare avanti il
messaggio della Medaglia e la causa di Suor M. Chiara sia un nostro impegno.
Sarebbe molto
bello poter fissare insieme dei tempi di preghiera fraterna, per approfondire
insieme, come Comitato, il Dono della Medaglia e della Consacrazione a Maria
attraverso la lettura degli scritti di Suor M. Chiara, per imparare da lei ad
essere apostoli della Medaglia e testimoni di questo Dono di Grazia.
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Sito del Comitato http:/medagliaconsacrati.xoom.it
Direttore responsabile: Daniela Ghio
Capo redattore: Gabriella
Zagonel
Aut. Tribunale di Padova n. 1770 del 18/12/2001
Stampato in proprio
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DI MARIA: Madre mia, fiducia e speranza