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Anno 16° – n. 1 - 1° Trimestre 2017 – Poste Italiane s.p.a.

Sped. in Abb. Postale-.L.353/2003

(conv.in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2,-DCB-PD - Taxe perçue

 

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Suor Chiara Scarabelli

 

 

U N    M E S S A G G I O

D A   S C O P R I R E

E   U N   V O L T O

D A   C O N T E M P L A R E

 

 

Foglio  di  collegamento  per

gli Amici di suor Maria Chiara Scartabelli

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F I N A L M E N T E !

 

Cari Amici di sr. Maria Chiara Scarabelli

          nel precedente bollettino vi avevamo incoraggiati di parteciparci le vostre valutazioni su quanto stiamo facendo per tener viva l’attenzione e l’ammirazione su quest’umile figlia di s. Chiara; che non finisce di stupirci, e avevamo aggiunto  che sarebbe bello se ci rendeste partecipi di cosa significa questa presenza per la vostra vita, se è un aiuto per la vostra fede, se la pregate, se avete notizia di qualche grazia ottenuta per sua intercessione.”

          Questo invito ora si fa più pressante perché proprio nei giorni della grande solennità del S. Natale, inaspettatamente, ci è stata offerta la possibilità di lavorare in vista dell’apertura del processo canonico sulle virtù vissute in modo eroico da sr Chiara.

          Ciò vuol dire che finalmente il Comitato Sr M. Chiara Scarabelli ha ricevuto la facoltà di promuovere tutte le iniziative necessarie per iniziare questo processo canonico.

          Vi chiediamo di unirvi a noi nella preghiera perché il Signore ci apra le porte necessarie.

          Inoltre chiediamo a coloro che credono alla santità di sr. Chiara e desiderano fortemente che sia riconosciuta in modo autorevole dalla Santa Madre Chiesa, l’apporto di una partecipazione responsabile personale a tutto ciò che comporta questo cammino di verifica sulla vita di sr. Chiara, riprendendo la lettura della vita e gli scritti di sr. Chiara e diffondendo le varie pubblicazioni a nostra disposizione.  A questi amici di sr. Chiara vorremmo chiedere anche di comunicare al Comitato la propria adesione, attraverso uno scritto firmato, in quanto “l’attore” che chiede di aprire tale processo è proprio il Comitato Sr. Maria Chiara Scarabelli, aperto alla preziosa partecipazione delle Sorelle Clarisse. 

          Anticipiamo che sabato 25 febbraio 2017 ci sarà una giornata di incontro fraterno su questo argomento con il nostro Padre Alessandro, testimone fedele e tenace della santità di sr. Chiara, nel desiderio di contemplarla come fulgidissima stella nel firmamento della Chiesa pellegrina verso la Patria.

          E confermiamo anche quest’anno la cara tradizione di celebrare presso il monastero di Mantova l’anniversario della sua nascita al Cielo domenica 29 gennaio alle ore 15.

 

* * *

 

          L’apertura del processo di beatificazione è finalizzata alla studio e alla verifica della vita di sr. Maria Chiara con particolare riguardo all’eroicità delle virtù Teologali e cardinali da lei praticate.

          L’eroicità, in parole povere, comporta il coraggio di morire a se stessi, accettare di far morire il proprio io attraverso varie vie, è la perseveranza di vivere la morte di sé attraverso situazioni e prove accolte e vissute nella FEDE e per AMORE.

          La fede esige di essere accompagnata dalla virtù della SPERANZA che illumina le prove più aspre e drammatiche tanto da indurre a vivere tali prove come una chiamata a partecipare alle sofferenze di Cristo ed a proclamare che Dio è Amore, solo Amore, sempre Amore nonostante le apparenze.

          Tutte le virtù vissute in modo eroico sono una testimonianza viva e vera della rinuncia alla propria volontà per aderire con un sì deciso e fedele alla suprema volontà di Dio, comunque si presenti.

          Suor M. Chiara ha potuto vivere fino alla fine il suo sì a Dio superando l’ostacolo delle cause seconde, tenendo fisso lo sguardo su Dio che permette le prove in vista di un bene maggiore.

          Visse la causa prima accogliendo ogni prova con riconoscenza, perché in tutto si riferiva all’Amore del Padre che non può tradire, alla Parola di Gesù quando afferma che “neppure un capello del vostro capo va perduto senza che il Padre lo voglia”.

          Anche il dolore è manifestazione dell’Amore del Padre quando è medicina per guarire l’anima dall’attaccamento al peccato, ed è permissione dell’Amore di Dio che vuole far risaltare nella prova la nostra fede-fiducia e il nostro amore-abbandono al Signore.

          Perché Signore è accaduto tutto questo?

          Spesso ci si vanta di essere stati bravi passando attraverso una grande sofferenza…

          Ma la Fede ci suggerisce di rendere lode e grazie a Dio: Signore mi rendo conto che sei Tu che mi concedi di vivere questa prova senza disperare, senza perdere la fiducia….

          Sr M. Chiara non ha mai fatto una scelta di sofferenza sua, tutto quello che ogni giorno le veniva chiesto, proposto o imposto, tutto faceva con amore, per amore a Dio e per la salvezza di tutte le anime.

          Aveva una fede grandissima nell’Amore, una luce chiarissima su che cosa fare: far morire subito se stessa, esigenze bisogni gusti personali, per far spazio a Dio e alle sue consorelle.

 

 

IL DONO D’AMORE DELLA MADRE

 

          Nel 1950 la Madonna apparve a sr Chiara dicendole: ‘In quest’ultima ora il Figlio mio ha affidato al mio Cuore la missione di richiamare tutte le creature alla conversione, all’amore..”

          Era il 15 maggio, Maria le apparve di notte:

          “Non temere, piccola mia, sono la tua mamma, la Regina del Cielo e della terra, vengo a te per chiederti un favore, ho bisogno di te...”

          Il 7 ottobre dello stesso anno Maria ritorna dalla sua diletta figliola.

          Erano da poco passate le 23……Ecco apparire la bella Signora che mi aveva parlato il 15 Maggio……Tutto attorno alla persona, come in cerchio, c’era scritto a caratteri d'oro: “Madre mia, fiducia e speranza, in Te mi affido e mi abbandono”….

          Mi disse “Piccola mia, sono venuta per affidarti una missione!

          Ho bisogno di te per dare un dono a tanti miei cari figli che sono la gioia del mio Cuore.

Piccola mia, ti affido la missione di far coniare una medaglia……

è un dono d'amore del mio Cuore Immacolato per tutti coloro che, grazie a Dio, vivono in pieno la loro consacrazione al mio Cuore Immacolato, mi amano, mi danno tanta gioia, sono miei prediletti, li benedico. 

Un richiamo dolce e soave per coloro che non comprendono la loro mamma; tanti per ignoranza, tanti perché non credono al mio Cuore di madre verso tutti i figli che Gesù mi ha affidato dall'alto della Croce per volontà del Padre.

Gesù: “Desidero che la medaglia sia diffusa, assicuro la mia assistenza e protezione a coloro che la porteranno indosso, mezzo efficace per allontanare Satana, che tanto teme la vostra mamma... Grazie e benedico!  3 settembre 1990.

Con il dono della medaglia, dono del suo immenso Cuore materno, Maria ha voluto mettere su di noi il sigillo della sua maternità e un pegno della nostra figliolanza. E’ un dono piccolo in apparenza, ma viene dal Cielo con un carico di messaggi d’ amore, di tenerezza, di premura, di ansia di una Madre che vuole salvare tutti i suoi figli e proteggerli dal nemico infernale.

 

E’ una realtà grande la Maternità universale di Maria.

Non è stata Lei ad appropriarsene, è l’espressione della sua docilità  alla volontà di Dio e del suo amore per noi. Se pensiamo alle ultime parole di Gesù in Croce: “Donna, ecco tuo figlio”… è chiaro che non è Lei a chiedere di essere madre! Gesù non ne ha chiesto a Maria il permesso, ma ha voluto donarci sua Madre perché potessimo accogliere la Sua Vita divina, come Lei l’aveva accolta con il sì all’Angelo e con la lunga, eroica catena di SI’ donati, insieme al suo Figlio, alla volontà del Padre.

“Ecco Tua Madre!” Madre di chi? Madre del Verbo incarnato, Madre del Cristo Risorto, Madre della Fede, Madre soprattutto del Corpo mistico, per cui Cristo è morto per far scorrere il dono della Sua Vita in tutti coloro che erano destinati alla morte.

 Quindi la preoccupazione che Maria possa mettere in ombra Cristo non ha senso; in realtà Maria esercita la sua Maternità, in obbedienza a Cristo che dalla Croce ce la dona come Madre!

Questo è il fine per cui Dio ha creato l’uomo, per comunicare all’umanità la sua stessa Vita Divina.

Quando diciamo di voler aderire alla Maternità di Maria, quando vogliamo essere figli, anche noi non facciamo altro che obbedire ad un disegno di Dio. Dio ha voluto che il dono di Sé passasse attraverso Maria. Quindi non dobbiamo aver paura di amare Maria e di essere suoi figli perché questa è la Volontà di Cristo, Volontà che siamo invitati ad accogliere.

Il Signore ci dia la grazia di poterlo amare ed accogliere come è stato accolto da Maria sua Madre, ci doni di sperimentare la sua Maternità. Quando arriveremo a dire con s. Paolo: “Non son più io che vivo ma Cristo vive in me” allora sapremo che la maternità di Maria ha raggiunto in noi il suo scopo!

 

* * *

 

LA PERLA NASCOSTA

di Maria Teresa Ranieli

 

          Ci sono dei fiumi sotterranei, che scorrono nel profondo del sottosuolo per lungo tempo, scavandosi dei cunicoli e grotte e che scompaiono dalla superficie terrestre per lungo tempo, per poi apparire all' improvviso con la limpidezza delle loro acque. Così fu la vita terrena di Suor Maria Chiara, che scelse di scomparire agli occhi del mondo e come un fiume carsico alimentò il sottosuolo, scavandosi cunicoli di offerte generose e grotte di contemplazione, per poi apparire, come chiara e fresca acqua, dopo la sua morte. Ci sono perle preziose, piene di opalescente bellezza, chiuse nella loro ostrica e nascoste nel profondo dei mari. Il pescatore di perle deve saper tuffarsi nelle profondità marine per trovare le ostriche e, quando le apre, resta abbagliato dalla bellezza della pietra trovata. Così fu la vita di Suor Maria Chiara, ermeticamente chiusa nell'ostrica della sua riservatezza e inabissata    nel mare della sua umiltà. La nostra Suora, infatti, visse la sua vita di grazia nell'assoluto nascondimento, in un'apparente quiete di vita monacale. "L' anelito del mio povero cuore è sempre stato di vivere nascosta, ignorata da tutti. ”Il "vivi nascosto" di Suor Maria Chiara, però, non ha nulla a che fare con una fuga dagli affanni. Non assomiglia nemmeno alla scelta di vita eremitica, ma è una scelta profondamente evangelica, che ci fa venire in mente la "Salita al Monte Carmelo" di San Giovanni della Croce. Nella seconda strofa della canzone appena ricordata, leggiamo: Al buio e più sicura, per la segreta scala, travestita,/oh, sorte fortunata!/al buio e ben celata,/stando la mia casa al sonno abbandonata."    Come il Santo spagnolo, suor Maria Chiara fece la sua    ascensione al monte della perfezione, in una notte    oscura, non notata da nessuno, "per la segreta scala ". Ella, pur vivendo la pienezza delle grazie divine, scelse di celarsi al mondo, per condurre un'esistenza apparentemente ordinaria, seppure costellata di rinunzie e sacrifici. Scriveva in un suo appunto: "Quando si vuole amare veramente Dio, è    necessario avere il coraggio di morire a noi stessi, dimenticarsi per darsi a Lui senza interesse, senza    calcoli, a occhi chiusi, fidarsi di Lui che ci ama.    L'anima deve immergersi in Dio, come una spugna    nell'acqua o come la pietra gettata in mare". Nel passo appena citato, emergono la virtù dell'umiltà, della confidenza e dell'abbandono.

          Ma ci furono momenti nella vita della Clarissa in cui il celarsi, il nascondersi, la scelta del silenzio e della segretezza hanno dell'eroico, Accusata ingiustamente, condannata ed emarginata, Maria Chiara visse il suo personale Getsemani, si trovò nella notte oscura. "E' la notte della fedeltà    eroica, della scoperta dell'amore come dono gratuito e sublime che occorre coltivare nel deserto dello spirito. Prima di salire al cielo della luce, è necessario scendere negli abissi della notte oscura". Pure la Suora non protestò, non si difese, non accusò ... taceva... come Gesù nel Sinedrio. Ella era    convinta di essere nulla, sentiva il peso della sua    miseria e accettava con umile sottomissione le prove per ubbidienza e per la salvezza delle anime.

          "Il patire per amore di Dio è un favore singolarissimo, che il Signore concede a coloro che ama. E' maggior grazia il patire in questa vita che il godere ... ". Nello stesso scritto, troviamo una bella similitudine che ci fa capire l'altezza di elevazione della sua anima: "I servi di Dio devono fare come gli uccelli, i quali scendono a terra per prendere un po' di cibo e poi si risollevano in aria. Similmente i servi di Dio possono fermarsi sulla terra quanto comporta la necessità del vivere umano, ma poi subito, con la mente, devono sollevarsi al Cielo per lodare e benedire il Signore... ". Non volle parlare mai dei suoi carismi ad alcuno e, quando il Padre spirituale le chiese una relazione scritta sull'apparizione di Maria e la missione della    medaglia, rispose che il racconto costava molto alla sua natura e che avrebbe desiderato portare quel segreto nella tomba. Ubbidì alla fine, dopo avere interpellato la Santa Vergine e mise per iscritto    quanto aveva vissuto "con molta sofferenza" e per la salvezza delle anime. Solo dopo la sua morte, con la parziale pubblicazione dei suoi scritti, andiamo scoprendo la ricchezza di    grazia di quest'anima, il suo martirio segreto, il suo    eroismo nascosto. Ci tornano in mente le due parabole evangeliche del tesoro nascosto e della perla preziosa    e pensiamo al Divin Maestro, quando leggiamo di un    uomo che trova un tesoro o del mercante che scopre    una perla preziosa. Il Signore ha nascosto per noi quel    tesoro e quella perla nell'anima di Suor Maria Chiara e tocca a noi riscoprirla per trovarvi le meraviglie del    Regno di Dio.

 

 

Suor Chiara e Francesco, storia di un abbraccio

di Mara, piccola di Gesù

 

          Papa Francesco ha detto che la misericordia è l’aspetto materno di Dio e nel Salmo 58 un perseguitato, che attende che Dio lo liberi dal male, lo invoca dicendogli: “Tu sei la mia misericordia”, attende un amore che abbia viscere di tenerezza.  Cosa c’entra con gli scritti di Suor M. Chiara già pubblicati e che non vengono abbastanza letti neppure da chi la ama e la sente come maestra di preghiera e di vita evangelica? Le obiezioni normali alla lettura di questi testi, curati con grande coerenza morale, rispetto ed umiltà, sono sempre quelle: troppi ragionamenti complessi da chi li cura e robe da suora per i testi, tanto la vita di tutti i giorni è un’altra cosa; oppure: nulla di straordinario, ci sono tante mistiche, sono testi ripetitivi, sempre le solite cose, amore, amore, cosa c’è di eroico, dove sono i gesti forti, i miracoli?  Ma il problema è appunto questo, le vie di Dio non sono le nostre, i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Abbiamo solo questa vita per dire sì a Cristo, esattamente quella nella quale siamo ora; è l’occasione che Dio ci ha donato, tessendoci tra creature pensate dall’eternità, noi compresi, per rispondere al suo amore e divenirne una lode continua. Ma come? Come una mamma che abbraccia il suo piccolo non solo quando è buono, ma quando è malato, fa i capricci, si droga, le ha appena detto parole vane e amare, non vuole più vivere. Francesco visse tutto questo, innamorato di quel Crocifisso per lui, che non sapeva come amare e chiese aiuto a Maria, al suo amore perfetto, perché lo rendesse madre e sposo e fratello di quella vita perfetta. E capì che Cristo voleva essere accolto come Maria lo accolse, lo capì nell’abbraccio al lebbroso, che portava nel corpo il martirio che Francesco aveva nell’anima. Da qui la rinuncia a tutto per essere povero come Cristo e ricco solo del Suo amore innocente, fino a vivere nel corpo i segni della Passione, come Santa Chiara li visse nel silenzio della preghiera e dell’offerta. E Suor Chiara come li visse? Se avessimo il coraggio di lasciarci chiamare da quei testi, aprire a caso “Icona purissima”, “Il Fuoco dell’Amore”, “Per puro Amore nella pura Fede”, “I Tesori della Trinità nel Cuore della Madre” come si riceve una lettera, nella sorpresa e nella gioia che quelle parole sono proprio per noi e per la nostra vita! Suor Chiara ha chiesto e ottenuto di amare sempre, di dire sempre sì a Cristo, unico premio Lui, morendo a se stessa e al mondo. Ha chiesto come unica giustizia per sé che nessuno mai sapesse di questo martirio, accettando di essere disprezzata, calunniata, incompresa, arrivando per Suo Amore a sentirsi rifiutata perfino da Dio, e continuando a credere. Così ha vissuto Suor Chiara, come Maria nel silenzio, nel nascondimento, vivendo tutta solo per quel Figlio, non desiderando altro che amarlo come voleva essere amato, condividendo ogni cosa, soprattutto il Suo incredibile amore per il mondo, perché Dio non fosse solo quando moriva d’amore per noi in Croce, spogliato perfino di se stesso.

 

 

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