Anno 14° – n. 2 - 2° Trimestre
2015 – Poste Italiane s.p.a.
Sped. in Abb. Postale-.L.353/2003
(conv.in L. 27/02/2004 n°46)
art.1, comma 2,-DCB-PD - Taxe perçue
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Suor Chiara Scarabelli U N M E S S A G G I O
D A S C O P R I R E E U N
V O L T O
D A C O N T E M P L A R E Foglio
di collegamento per
gli
Amici di suor Maria Chiara Scartabelli |
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LA REDAZIONE
Cari amici, noi membri del Comitato
perseveriamo nel promuovere la conoscenza della straordinaria ricchezza
spirituale che il Signore si è degnato riversare nella persona di sr. M. Chiara
Scarabelli per il suo bene e il bene di "tutta" l'umanità.
L’espressione - "tutta l'umanità"~,
potrebbe suonare come una grossa esagerazione, se non ci fossero i suoi scritti
a rivelarci la serietà di una tale affermazione. Il piccolo saggio che qui
riportiamo è la fonte e il fondamento della nostra convinzione:
TU SEI L’AMORE, SEI LA
MISERICORDIA INFINITA
-- Mio Dio, Tu sei l'amore, sei la
misericordia infinita; Gesù, il Tuo Figlio
diletto, ci ha fatto conoscere che hai un cuore di Padre e di mamma e che
qualunque cosa Ti domanderemo in Suo nome ce la darai. Ebbene, mio amatissimo
Papà, in Nome del Tuo Figlia Gesù oserei chiederti, (perdona il mio ardire)
vorrei la conversione, la salvezza di tutti i peccatori che vivono sulla faccia
della terra e di quelli che ci saranno sino alla fine del mondo.
Gesù ha detto: 'Io sono la verità', dunque Lui non può mentire e Tu,
Padre buona, non puoi mancare alla parola data al Tuo Figlio... In
Nome Suo Ti chiedo la salvezza di tutti i peccatori. Lui si è fatto Uomo, ha
sofferto è morto in Croce per la salvezza di tutti... Vorrai permettere, o mio
dolce e amato Papà, che il Suo Sangue per tanti sia stato sparso inutilmente?
No, non posso pensarlo! Perdona il mio ardire, o dammi tutti i peccatori o escludi anche me dal Tua Regno che
Gesù ci ha promesso. R. … (Q. n, 14. pp.
27-28)
* * *
Nell’adorazione notturna:
-- Davanti
a Te, in Tua compagnia, il mio cuore valica l 'universo e faccio mie le sofferenze di tutta l'umanità; in unione
con Te prendo su di me i peccati di tutti i fratelli, pronta a pagare di
persona per quanto mi consente la mia povertà...(nelle ore dell'adorazione
notturna (Q. n.14, pp. l8-l9)
-- O
Trinità SS., a Te adorazione, onore, amore, lode, grazie. Io, povero nulla, desidero ardentemente che ogni mio
respiro diventi un Tuo riflesso vivente, o mio Signore, e che la Tua misericordia, che è infinita e di tutti i tuoi attributi il più
sublime, si riversi dal mio cuore nel cuore
di tutti i miei fratelli, che amo come li ami Tu. Portali tutti nel Tuo Regno,
che nessuno vada perduto; Te lo chiedo per amore della Tua -misericordia, che
non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva. (Q. n. 14, pp. 26)
-- Dio e le anime, ecco la doppia sete che non
mi dà tregua e che fa soffrire il mio cuore, causandogli un doppio martirio.
Mi pare che pur di soddisfare tanto l'una come l'altra sarei disposta (sempre
confidando nell'aiuto di Dio e di mamma) a qualsiasi sacrificio: a vivere e a
morire, ad essere annientata. Sarei disposta a vivere sempre, se Gesù lo vuole,
perché non mi interessa neppure il Paradiso: mi basta amare e salvare i
fratelli, che nessuno vada perduto, perché costano il sangue di Cristo... (Q.n.15 pp. 20-21)
* * *
Vi supplichiamo, per amore della
verità di considerare questi scritti di sr M. Chiara il suo vissuto concreto,
quotidiano che non conobbe soluzione di continuità: la sua vita conobbe solo il
Si alla volontà del padre, nella pura fede, per la salvezza di tutte le anime!
Perché non si pensi che questa
richiesta della salvezza di tutte le anime sia frutto di una esaltazione
mentale di sr. M. Chiara, va precisato che fin da bambina imparò a pregare, in
modo particolare per la salvezza delle anime. Solo dal 1945, come disse al suo
Padre spirituale, la Santissima Vergine Maria le disse di non chiedere soltanto
anime, ma tutte le anime, e la incoraggiava ad insistere perché Gesù gliele
concedesse tutte, ricordandole la parabola della vedova che importunava il
giudice iniquo perché le facesse giustizia.
* * *
IL FIORE
NASCOSTO
di
Maria Teresa Ranieli
“Il
fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo” (Tagore).
La vita spirituale di Suor Maria Chiara è simile
a quella di un minuscolo fiore di campo, che l'occhio del passante non nota a
causa delle erbe che vi crescono attorno. Il suo profumo, però, inebria l'aria
al minimo soffiare delle brezze e la sua presenza rallegra il cuore del
viandante, perché testimonia l'amore di Dio.
Nascosta con Cristo in Dio, Maria Chiara fin
da bambina comprese la preziosità della vita interiore e decise di viverla
nell'assoluto nascondimento; tenne pertanto celata la sua vita di grazia come
un segreto da custodire gelosamente, un patto sancito tra lei e lo Sposo.
Scriveva, infatti: "Ho compreso qual
è la vera gloria dalle parole del mio diletto Gesù, che un giorno disse:
"Il mio regno non è di questo mondo.” Egli mi mostrò che la vera sapienza
di una sua sposa consiste nel voler essere ignorati ed essere considerati un
nulla, nel mettere la propria gioia nel disprezzo di se stessi... Oh, Gesù, ho
desiderato che il mio volto fosse come il Tuo, veramente nascosto, ignorato,
che nessuno si occupasse di me. Avevo sete di soffrire, dimenticata quaggiù...”.
Pur favorita da Dio con molti carismi e
frequenti comunicazioni celesti, ella passò inosservata in questo mondo, sempre
impegnata in occupazioni umili e pesanti, intenta a condurre una vita
ordinaria, nell'obbedienza e nel rispetto delle regole monastiche. Eppure
l'umile Suora teneva sigillato nel suo cuore il segreto del Re, chiedeva spesso
alla Vergine Maria di avvolgere nell'aura del mistero i doni soprannaturali che
aveva ricevuto e a fatica si apriva, e solo per il bene delle anime, col padre
spirituale degli ultimi suoi anni di vita.
“Il mio
cuore è chiuso a chiave”, soleva dire e chiamava esercizio di pura fede “nascondere agli altri la sua sofferenza,
proseguire senza nulla vedere e nulla sentire“.
La scelta del nascondersi agli occhi del
mondo nasce da una profonda umiltà, dal riconoscimento della propria debolezza
e dai due cardini della sua vita spirituale che sono l'amore per il sacrificio
e la forza del silenzio. Maria Chiara coltivava un giardino segreto, aveva una specie
di luogo dell'anima e confessava: ”Il mio
santuario non sono queste mura del chiostro, né la mia cella, né il mio cuore;
il mio santuario è la tua essenza, o mio Dio! Sei Tu Uno e Trino! E Tu mi
chiami continuamente in questo sacrario, perché ti lasci agire in me,
identificandomi con Te stesso. Allora tutto diventa amore...”
E la fecondità di questa scelta di vita si
spiega soltanto con le parole del Vangelo che Suor Chiara stessa riconosceva:
"Gesù ha detto: "Se il chicco
di grano caduto in terra non muore...” Quanto è semplice e pratico
l’insegnamento del nostro divino Maestro! Diamo anche noi come Gesù la vita per
i fratelli... Qui veramente c'è la gioia: sentirsi utili ai fratelli, sentirsi
utili a tutta l'umanità, anche marcendo sotto terra pur di dare agli altri uno
stelo, una spiga ricca di frutto per saziare la fame altrui, la fame di Dia...
E' necessario morire per partorire figli spirituali."
Imitava in questo Gesù Eucaristia che si
nasconde in un piccolo pezzo di pane per la nostra salvezza e come il
Prigioniero d'Amore, che continuamente adorava, si offriva al Padre in
olocausto.
Il nascondimento era per lei perfetta
letizia, se poteva esclamare:” Oh, un Dio
che è ospite dell'anima mia! Terrò sempre vicina la mia Mammina del cielo,
affinché ami, adori il mio ospite divino. La mia vita ha valore in quanto la
offro a Dio, sacrificandola nell'annientamento che favorisce il vivere e il
dilatarsi in me della divinità. Vivo in quanto muoio... L'annientamento del mio
io, che vado operando gradatamente, sarà il dono più bello che possa dare al
Signore".
* * *
LA GRANDE
PROVA
Un
deserto durato quarant’anni
(continua la
seconda parte)
“2° Punto di contatto: La nuvola di giorno - La Mamma Celeste
“Il
Signore, vostro Dio andava innanzi a voi nel cammino per cercarvi un luogo dove
porre l’accampamento: di notte nel fuoco, per mostrarvi la via dove andare, e
di giorno nella nube.” Dt 1,33
Di notte, nell`adorazione dell`Ostia Santa,
il Signore sosteneva la fede della sua sposa, così duramente provata; di
giorno, la presenza di una nuvola mitigava la fatica del cammino in quel
deserto aride, senza fine. Mi piace accostare qui, a questa nuvola diurna, un
richiamo che prendo dal profeta Isaia che dice:
“Ecco,
il Signore cavalca una nube leggera." Is. l9,1
I padri della Chiesa videro in questa nube
leggera l’immagine della Vergine Maria, scelta da Dio come cavalcatura, quando
decise di incarnarsi nel suo seno purissimo, per venire sulla terra.
Scrive Chiara: “Chi mi dà la forza di sopportare tutto quello che il buon Dio mi manda
giorno per giorno, in pace e serenità, come se il caso non fosse mio? Oh solo
la mia cara Mamma mi porta dove io non so. Mi
lascio portare dove vuole Lei.”
Febbraio 1946.
Sì, solo Maria, la nube leggera
che porta Gesù, mossa da Gesù!
Abbandonata in Lei, nel Suo Cuore materno,
l'umile sr. Chiara vi troverà Gesù: “Tre
cuori in uno solo che battono all'unisono per la salvezza di tutte le anime".
F.63
“Oh Maria Immacolata! che cosa sarebbe di me
in questo esilio, in questo
pellegrinaggio verso la patria se Tu non fossi la mia Mamma? Come sarebbe dura
la mia vita senza la Tua guida, il Tuo sostegno! Non ho nessuno da poter
chiamare con il dolce nome di papà e mamma... solo Tu e il buon Dia. A Te e a
Gesù posso dire tutto, anzi so che mi comprendere anche col mio silenzio e
siete sempre pronti a sostenermi nella lotta contro la natura che alle volte
reclama i suoi diritti, eppure per piacere a Te e a Gesù è necessario che
sappia morire a questa mia natura ribelle... ebbene o Maria mi affido a T e. al
Tuo cuore di mamma sicura che tu sempre mi aiuterai...Questo mi infonde
coraggio e forza per saper affrontare con serenità e abbandono fiducioso certi
periodi di tenebre, oscurità spirituale senza uno spiraglio di luce, quando mi
sembra di essere senza fede, speranza, carità, perfino provare la sensazione di
essere rigettata da Dio... Solo chi ne ha fatto l'esperienza può comprendere
quello che voglio dire!...Ma anche
allora devo saper dire: Fiat! Grazie mio Dio! Q. 15-49-50
3° punto di contatto: la Manna del deserto - La Preghiera e la Comunione Eucaristica
Sapienza 16,20 “Hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli,
dal cielo hai offerto loro un
pane pronto senza fatica,
capace di procurare ogni
delizia e soddisfare ogni gusto.
Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i figli,
si adattava al gusto di chi ne
mangiava,
si trasformava in ciò che
ognuno desiderava."
In questa situazione tanto particolare, è la
preghiera che nutre l’anima di sr Chiara; come s. Giovanni della Croce, anche
lei scopre una sorgente d’acqua viva che scorre, sempre, scorre invisibile,
sotterranea, ma che c'è e diventa nutrimento della sua fede, questa sorgente
che nutre l'anima è la preghiera!
“Veramente
la preghiera è il cibo dell’anima, come il corpo non può vivere senza cibo,
così l'anima senza preghiera è morta... Certo, lo dico per esperienza: è facile
pregare quando l 'anima è inondata dalla presenza di Dio... lo sente dentro di
sé, la Sua voce gli è familiare, però in certi periodi, anche molto prolungati
il pesante silenzio di Dio diventa una cosa insopportabile, se mancasse la
forza dall'alto... L'anima è come avvolta di tenebre oscure, senza uno
spiraglio di luce; si ha l'impressione che, per la nostra infedeltà Dio ci
abbia lasciato in balia di Satana il quale ci fa vedere tutto nero, nessuna
luce, solo notte, notte nera. Passare anni, anni! Mi comprenda chi può! Però
devo dire di avere costatato una cosa molto misteriosa che mi fa supporre la
Sua presenza al di qua e al di là della sofferenza... Però è notte... La
conosco la sorgente che viene da Dio, scorre, scorre sempre... ma è notte, non
la vedo... Nella notte oscura di questo esilio la conosco la sorgente per la
fede... ma è notte...So che non c 'è cosa più bella che cielo e terra vengano a
bere in questa sorgente... So che è un abisso senza fondo che nessuno può
passare a guado, ma è sempre notte.
Questa sorgente viva, eterna, è nascosta in questo pane vivo che ci ha
lasciato Gesù, ma è notte oscura... Di là essa chiama
tutte le creature che vengono a bere la Sua acqua viva nell’Ostia poiché è
notte. Questa sorgente viva del mio cuore assetato la vedo in questo Calice, ma
è notte... Lo ha detto Lui, il buon Gesù: «Io sono il pane disceso dal cielo,
chi mangia di me vivrà in eterno...›› però è ancora notte... mi è vietato di
mangiare questo pane celeste...e la notte è profonda. Mi comprenda chi può in
questa situazione morale...Solo Dio sa e vede tutto...Ma riguardo a Dio è la
preghiera dello Spirito in noi, ciò che è interessante e ciò che non si dice,
che non si vede, non si sa. Questa zona misteriosa, impensabile a mente umana
non è più oggetto di riflessione, ma di profonda contemplazione. Una specie di
interrogazione, di un grido silenzioso... ma che Dio comprende...Q.7,89-90
4° punto di contatto: L’acqua dalla roccia - Il Vangelo
Nel deserto, reso insopportabile dal
misterioso silenzio di Dio, M. Chiara scopre un'altra sorgente a cui attingere
a piene mani e bere a sazietà.
Leggiamo sempre dal libro dell`Esodo alcuni
versetti che ci illuminano:
Dio Spaccò rocce nel deserto e
diede loro da bere come dal grande abisso.
Fece sgorgare ruscelli dalla
rupe e scorrere l'acqua a fiumi,
resistettero agli avversari,
respinsero i nemici. "
Nel silenzio del deserto, la voce di Dio arrivava
al cuore di Chiara attraverso la Parola di Gesù: Lei leggeva assiduamente il
Vangelo, era diventata la sua unica lettura. “Da quando ho scoperto la miniera d'oro che contiene il Vangelo ne ho
fatto mio cibo quotidiano. Da quaranta
anni attingo a questa fonte dove zampilla l 'acqua viva per dissetare
l'anima mia, ma ho sempre sete, più ne attingo e più senta il bisogno di bere e
di immergere tutta me stessa in questa luce dove le cose della terra
svaniscono. Lui solo può saziare questo mio povero cuore che ha sete
dell'infinito. Come la cerva anela.. così la mia anima ha sete di Te o mio
Dio!.. " Q.10,20
“resistettero
agli avversari, respinsero i nemici" Sr Chiara sapeva che un`anima, la
più lontana da Dio, può essere salvata anche all'ultimo momento da un atto
d'amore (buon ladrone). Allora sorrideva, donando il sorriso di Dio a chi la
offendeva; per sollevare le consorelle, si dava fino al limite e oltre delle
sue forze fisiche. Ma ciò non le bastava: “attraverso
l 'opera evangelizzatrice dei sacerdoti, tramite questi miei fratelli voglio
annunciare a tutti le anime il Tuo Vangelo nel silenzio e nascondimento della
mia vita di preghiera e sacrificio. " Maggio 1946. Quanta fede!
Così, dal buio del suo deserto, irradiava la
luce dell'amore divino a tutta l'umanità, ogni sorriso donato nella sofferenza,
portava l’annuncio di salvezza ad una persona lontana. Tutto era puro e sincero
in lei: la preghiera, il sacrificio continuo, i servizi umili del monastero,
l’abbandono in Maria, l'amore ai nemici. In questo modo respinse tutti gli
assalti del nemico infernale e il buio della sua notte accendeva luci di stelle
nella notte del mondo.
Sap.10.17 “Li guidò per una strada meravigliosa, divenne per loro ripara di giorno
e luce di stelle nella notte."
Quanto durò questo deserto? Anche qui troviamo un’impressionante
riscontro nella Sacra Scrittura: il popolo ebraico vagò nel deserto per 40
anni; il deserto di M Chiara ebbe soluzione solo quando Dio le mando un
sacerdote scelto per questo scopo, per toglierla da quell`isolamento spirituale
che lei mai tentò di rompere, ma sempre accettò, in obbedienza ai superiori.
Per lei i superiori erano Dio, in carne e
ossa.
Ebbe occasioni di aprirsi con sacerdoti
autorevoli, come il Patriarca Albino Luciani, o il Padre francescano Matteo
Micheluzzi e forse altri. Nei due periodi in cui era stata eletta Badessa
avrebbe avuto la libertà di incontrare chiunque.
Ma lei, mai prese iniziative di questo
genere, anzi pensava che certi segreti li avrebbe portati alla tomba. E così,
in questo deserto, come in tutta la sua lunga e tribolata vita, l'unica luce
che guidò i passi di M Chiara fu l’abbandono cieco e assoluto alla volontà di
Gesù e di Mamma. Quanta mitezza e umiltà!
Sì, anche Chiara attraversò un deserto, per
40 anni, un deserto ostile e tenebroso.
Ma anche nel deserto, non le venne mai meno
il canto riconoscente per il dono della vita e della vocazione claustrale,
tanto da chiamare il Monastero anticamera del Paradiso, chiedendosi poi: “Che
cosa potrà darmi di più il Paradiso?
Veramente il deserto attraversato da M.
Chiara è stato rallegrato da canti di gioia e di giubilo, e la terra arida ha
esultato ed è fiorita, come fiore di narciso!
Isaia35,1
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